Capitolo 16

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Impasse

Capitolo 16

Ben presto Eleonora, Leonardo e Federico ritornarono a casa loro. Nessuno di loro aveva idea di come agire, nonostante Joy fosse andato via, aveva promesso vendetta.

Beatrice era ancora molto scossa dall'accaduto, così come Eleonora, che però, a differenza sua non le aveva prese.

Si permise di sospirare solo quando tutti se ne furono andati, facendo diventare i suoi occhi pericolosamente lucidi.

Saul se ne accorse, e l'abbracciò di slancio, facendoli finire entrambi sul divano sdraiati, uno sopra l'altro.

Nonostante le lacrime agli occhi e il dolore pazzesco alle costole che provava, Beatrice arrossì.

-Mi dispiace tanto.-Sussurrò lui, accarezzandole i capelli.

-Ti ho già detto che non è colpa tua. Ho solo avuto tanta paura, mi sono spaventata. Adesso mi passa.-Mormorò Beatrice imbarazzata, asciugandosi le lacrime con la manica della felpa.

-Non sarei dovuto andare, guarda come ti hanno conciata. Vieni con me, ti medico quelle ferite.-Rispose lui, alzandosi dal divano e alludendo alle bruciature che le corde le avevano fatto.

-...Non è necessario.-Avvampò Beatrice orgogliosa.

Saul alzò gli occhi al cielo e la trascinò con sè, in bagno. La fece sedere sul bordo della vasca e prese il disinfettante.

-Come pretendi che ti medichi se non ti togli la felpa?-Chiese ironico, ridacchiando leggermente, nonostante l'umore pessimo dovuto ai sensi di colpa.

Beatrice spalancò gli occhi stringendosi nella felpa.-Sto bene così, grazie.-

-Dai non fare la bambina, non farò battutine sul tuo scarso seno, promesso.-Rise.

Beatrice si tolse titubante la felpa. Non le era mai piaciuto mostrarsi, tant'è che anche a ginnastica teneva i felponi. Rimase con una cannottiera leggera intima, che dato che non aveva il reggiseno, lasciava ben poco all'immaginazione.

Il suo viso era completamente rosso. Alzò leggermente la cannottiera in modo da scoprire la pancia e rimase con le mani attorcigliate sul seno, imbarazzata.

Saul si inginocchiò e prese a pigiare il cotone imbevuto con l'alcool sui segni delle corde. Aveva un evidente livido sullo stomaco e anche uno sulla schiena e il segno dello schiaffo ancora impresso sul volto.

-Come sei delicato.-Mormorò Beatrice, rabbrividendo al contatto con le mani di Saul sulla pelle. Le davano un senso di disagio e irrequietezza. Non si era mai sentita così prima.

Il suo stomaco stava facendo le capriole.

Saul sorrise leggermente al complimento e prese a massaggiare una pomata sui lividi, alternando lo sguardo dal viso di Beatrice al livido.

-Sei molto bella.-Si lasciò sfuggire, per poi arrossire, rendendosi conto di averlo detto ad alta voce.

-...Grazie.-Mormorò, alzando lo sguardo e incominciando a guardare intensamente gli occhi di Saul.

L'aria si era improvvisamente surriscaldata.

"Al diavolo."Si ritrovò a pensare Saul prima di tuffarsi sulle labbra di Beatrice, prendendole il viso con le mani e baciandola con irruenza.

Ne sentiva da tempo il bisogno. Era un bacio violento, che però allo stesso tempo sembrò ricucire in parte le ferite dei due.

Un bacio che sapeva di "Ho avuto paura" e "Ho bisogno di te".

Beatrice dopo un attimo di stupore mise le braccia dietro al collo di Saul, rispondendo al bacio con più enfasi. Le sue mani andarono sui suoi capelli corti e biondi, scompigliandoglieli e tirandoglieli leggermente, facendolo mugolare leggermente.

Lui chiese l'accesso con la lingua, passandole sulle labbra, succhiando e assaggiando il labbro inferiore facendola mugolare di piacere misto a dolore. Le loro lingue si intrecciarono in una danza tutta loro, i denti cozzarono e i loro respiri diventarono una cosa sola.

Si staccarono solo quando i loro respiri diventarono corti e la necessità di ossigeno gli impedì di andare avanti.

Beatrice aprì lentamente gli occhi, poggiando le mani sul petto di Saul completamente in imbarazzo.

Anche Saul era in imbarazzo. Il suo era stato un gesto istintivo.

Si schiarì la voce e si alzò, incominciando a mettere via il kit medico.

-Io...Emh...Vado a letto. E' tardi.-Mormorò Beatrice alzandosi e andando in camera, infilandosi sotto le coperte di Saul e aspirandone l'odore.

Era piacevole sentirne il buon profumo, anche se al primo impatto con le lenzuola fredde rabbrividì.

Saul la raggiunse poco dopo, e senza dire nulla s'infilò anche lui nel letto, avvicinandosi piano a lei e intrappolandola tra le sue braccia, facendo aderire la sua schiena con il suo petto.

Poco dopo si addormentarono.

Il giorno dopo suonò la sveglia alle 6.00. Era ora di andare a scuola.

I due si svegliarono viso contro viso e gambe attorcigliate tra di loro, le labbra gonfie, gli occhi stanchi.

Beatrice sorrise leggermente arrossendo, ricordandosi i fatti del giorno prima. Nonostante avesse avuto paura con Joy, stare con Saul l'aveva ripulita da ogni preoccupazione.

Saul ricambiò il sorriso alzandosi e andando verso l'armadio.

Anche Beatrice si alzò e andò in bagno mettendosi i jeans neri che portava il giorno prima, quelli almeno si erano salvati dall'aranciata.

Saul bussò alla porta e lei aprì leggermente, per non far vedere il suo petto nudo.

-E' una mia felpa.-Disse lui.

-Grazie mille.-Sorrise Beatrice avvampando all'idea di andare a scuola con una felpa di Saul.

Dopo essersi vestita fece entrare in bagno Saul già pronto e insieme si lavarono i denti, ridendo e schizzandosi ogni tanto.

L'imbarazzo sembrava essere svanito, però non avevano più menzionato al bacio del giorno prima.

Uscirono di casa insieme e prima di andare a scuola fecero un salto a casa di Bea per prendere una giacca e i libri, poi andarono a scuola.

-Ci vediamo a ricreazione.-Salutò lui, accarezzandole la guancia e andando dai suoi amici che lo chiamavano ridendo e scherzando tra di loro.

-Si...-Mormorò Bea, guardando la figura di Saul allontanarsi.

In poco tempo la raggiunse Eleonora, la nottata di fuoco con Leonardo sembrava averla rallegrata.

-News?-Chiese sorridendo la moretta, con un cerotto sul labbro spaccato.

-Non urlare eh.-Mormorò Bea arrossendo.-Ci siamo baciati.-

-COS-Si interruppe Ele, mettendosi una mano davanti alla bocca.-E ora?-Chiese con un tono di voce normale.

-Non lo so. Non ne abbiamo più parlato. So solo che quello che è successo ieri non mi basta. Voglio sentire le mie labbra sulle sue ancora e ancora. Io...Credo di amarlo.-

Lo aveva ammesso.

Continua...

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