Capitolo 2

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Impasse

Capitolo 2

-Nei tuoi sogni.-Ghignò Beatrice, infondo lei non era una della solite ragazze facili che si portava a letto lui, e due paroline adulatrici non le avrebbero fatto di certo perdere la testa.

-Visto che sei così convinta di non innamorarti di me, perchè non scommettiamo?-Chiese Saul, amava le sfide.

Bea lo guardò senza rispondere, aveva le braccia incrociate e lo sguardo indeciso.

-Se non rispondi è perchè hai paura di perdere.-Ghignò il biondo, capendo di aver fatto centro dopo quella frase. Le porse la mano aspettando che accettasse la scommessa.

Beatrice diventò rossa di rabbia e gli prese la mano scuotendogliela , forse stringendo un po' troppo, ma Saul non sembrò farci molto caso e ghignò.-Sarà una bella sfida Vendramin, una bella sfida.-

-Che io vincerò...-Lasciò in sospeso la frase Beatrice, non conoscendo il cognome del ragazzo.

-Nanni, Saul Nanni. Ma da te posso essere chiamato con qualsiasi nome.-Disse lui malizioso.

-Idiota va bene?-

Saul rimase zitto, capendo che l'aveva vinta lei.- Hai una bella lingua lunga, sai?-Disse dopo un po' di silenzio.

-Lo so, grazie.-Ghignò Beatrice.

-Non era un complimento.-

-Beh, per me lo è.-

Dopo poco suonò la campanella e Beatrice prese il libro di storia in mano.

-Hai intenzione di tornare in classe?-Chiese lui.

-Si, perchè tu no?-Chiese lei sconcertata.

-No, penso che andrò a fumare e poi aspetterò che tu esca da scuola per infastidirti ancora un po'. E' un bel passatempo, sai?-

-Se non vai mai in classe ti bocceranno.-Constatò Beatrice con sguardo indifferente.-Non che me ne importi, sia chiaro.-

Il ragazzo ridacchiò.-Certo, certo. A dopo biondina.-

-Idiota.-Lo salutò lei per poi andarsene.

Beatrice entrò in classe e la professoressa di storia, una totale impicciona, la interrogò e come al solito prese un voto invidiabile, dato che storia era la sua materia preferita.

-La solita secchia.-Commentò invidiosa Lucrezia

-Perlomeno io non ho un futuro da prostituta.-Gli rispose Bea, sorridendo fintamente per poi andarsene al posto, sotto lo sguardo furente di Lucrezia,che era stata zittita per l'ennesima volta.

-Come mai sei entrata in classe in ritardo?-Chiese Eleonora, una volta che la professoressa fu uscita dalla classe.

-Ero a ripassare storia in giardino ed è tornato a rompere quel Saul, ha blaterato che mi avrebbe conquistata e cose del genere.-Disse Beatrice mentre osservava distrattamente le scritte incise sul banco fatte da lei e Eleonora l'anno prima.

-COSA?!-Urlò Eleonora, beccandosi un sacco di occhiatacce dai compagni mezzi addormentati.-Scusatemi.-Ridacchiò in imbarazzo.

-Hai capito bene. E abbassa la voce o anche i muri sapranno della mia vita privata.-

-La consideri vita privata quella con Saul?-Commentò maliziosa Eleonora.-Secondo me tutte queste attenzioni ti stanno piacendo sotto sotto, e speri che Saul e Federico continuino a provarci con te.-Commentò Eleonora maliziosa.

-Non la considero vita privata.-Commentò stizzita Bea, nonostante si fosse appena contraddetta.-Comunque c'è sotto qualcosa, magari hanno scommesso...Se no mica mi avrebbero notata.-

-Beh, all'inizio mi sembrava un po' strana la faccenda. Ma tu sei veramente bella, magari ti hanno semplicemente notata entrambi. Non essere pessimista.-

-Mah, sarà...-

-Ora devi spiegarmi tutto nei minimi particolari.-Disse eccitata Eleonora, come sempre curiosa.

-Emh...Ora no. Devo andare in bagno.-E Bea scappò dalla classe, aveva il mal di testa solo a pensare a quante domande gli avrebbe fatto Eleonora appena tornata in classe.

-Non mi scapperai Bea!-Urlò Ele dalla classe, beccandosi altre occhiatacce.

Bea ridacchiò e poi si rifugiò in bagno con il cellulare, dove avrebbe avuto qualche attimo di tranquillità.

Notò due messaggi da numeri sconosciuti.

Il primo diceva: "Ciao Bea, sono Fede!"

Sorrise e gli rispose: "Ehi fede! Come hai fatto ad avere il mio numero?"

L'altro messaggio diceva:

"Biondina, indovina chi sono?"

"L'unico idiota che mi chiama "biondina" quando sa benissimo il mio nome. Come hai fatto ad avere il mio numero Nanni?"

Saul gli rispose subito.

"Sei molto bella in questo momento sai?" Aveva evitato la domanda. Ma...In quel momento? La stava guardando! Si guardò intorno e vide Saul fuori dalla porta del bagno delle ragazze che le sorrideva malizioso.

-Non puoi stare nel bagno delle ragazze.-Disse lei guardandolo storto.

-Tecnicamente non ci sono dentro.-Sorrise angelico il ragazzo. Era vero. Era vicino alla porta ma non era dentro.

Bea ringhiò, Saul diceva a lei, ma anche lui aveva sempre la risposta pronta! Detestava non avere l'ultima parola, e in genere lei ce l'aveva sempre.

-Vado in classe.-Disse altezzosa, per poi alzarsi dal pavimento dov'era seduta con il cellulare tra le mani  e sorpassandolo con una spallata.

Saul sorrise una volta che se ne fu andata.

L'ultima ora passò in fretta e Eleonora e Bea si salutarono, dato che Ele andava come al solito a casa con Leo sulla sua bellissima moto fiammante.

Bea prese le cuffie e si stava per incamminare quando...

-Bisogno di un passaggio?-Chiese Federico sorridendo e togliendole una cuffia dall'orecchio.

-Cosa?-Chiese lei sorridendo.

-Ho detto, bisogno di un passaggio?-Disse, indicando con il mento la sua splendida e gigantesca moto parcheggiata lì vicino.

-Oh...Non lo so...-Commentò in imbarazzo Bea, guardando quel bestione di aggeggio.

-Hai paura? Guarda che vado piano, promesso!-Disse il ragazzo ridendo facendo il segno della croce sul cuore.

-Tu non credi in Dio, vero?-Chiese sorridendo la ragazza.

-Vero.-Ammise il ragazzo.-Pero' non corro lo stesso. Poi casa tua è abbastanza lontana da qui.-

-Non saprei..-Commentò indecisa Beatrice.-Va bene dai.-Disse poi.

Federico raggiunse la sua moto e salì, per poi guardare Bea.-Beh, non sali?-

-Oh..Sisi arrivo.-Disse lei  leggermente intimorita, per poi salire sulla moto e aggrapparsi alle manopole.

-Guarda che se ti attacchi lì cadi, tieniti a me.-

Bea non rispose e si aggrappò ai fianchi del moro, nascondendo la faccia sulla sua spalla e stringendolo forte.

Federico sorrise e poi partì, mandando una occhiata di trionfo senza che Bea se ne accorgesse al migliore amico, che li guardava furente da lontano.

Continua...

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