ImpasseCapitolo 15
I due uomini che accompagnavano Joy misero dello scotch sulla bocca di Beatrice, zittendo le sue disperate richieste di aiuto.
-D'ora in poi faremo così. Mentre lavorano le teniamo con noi, così vediamo se hanno ancora voglia di rintracciare la polizia.-Spiegò Joy ad uno dei suoi tirapiedi.-Comunque non mi dispiace passare un po' di tempo insieme a questi due fiorellini.-Ghignò, prendendo il mento di Bea e alzandole il viso violentemente, facendo incontrare i loro occhi ancora una volta.
Beatrice aveva le guance rigate da lacrime di paura.
Joy prese a passare le mani intorno ai capelli sciolti di Beatrice, con uno sguardo languido e perverso.
Beatrice cercò in tutti i modi di tirare indietro la testa, per mettere quanta più distanza possibile con quell'uomo, che puzzava di alcool da fare schifo.
-Ti tiri indietro, eh cagna?-La prese in giro Joy, tirandole uno schiaffo in pieno volto, lasciandole l'impronta della mano.
Intanto i due uomini di Joy giravano pericolosamente intorno ad Eleonora, che guardava la scena pregando mentalmente in tutte le lingue che conosceva.
-Abbiamo un'intera mezz'ora da passare insieme. Non sei felice?-Domandò Joy, a Betrice che non rispose, troppo spaventata.
-RISPONDIMI TROIA.-Urlò completamente ubriaco Joy.
Lo sguardo di Beatrice si rabbuiò. Non amava le persone urlare, e il motivo principale era perchè il suo vero padre urlava sempre, prima di andarsene di casa. La sua famiglia non gli andava bene, e se ne era creato un'altra.
Non si era mai preoccupato di Beatrice, della sua prima figlia. L'aveva rimpiazzata con altri due stupidi mocciosi nati da una donna tutta finzione e make-up.
Un giorno semplicemente se ne era andato di casa, con la promessa che il loro rapporto non sarebbe mutato. Ma incominciò a non chiamarla più. Si scordò di farle gli auguri al compleanno, si scordò di mandarle il regalo a Natale, si scordò di passare del tempo con lei il fine settimana. Semplicemente non sentiva suo padre da due anni.
E nonostante non volesse dimostrarlo, ci stava male. Perchè lei, a suo padre, ci teneva. Anche troppo.
Beatrice sembrò ritornare alla realtà solo quando un'ennesimo schiaffo le arrivò sul viso, arrossandole ancora di più la guancia.
-Dio se sei stupida...-Borbottò l'uomo.
A quel punto Beatrice non ci vide più. Si dimenò talmente tanto che le corde scivolarono. SI strappò lo scoth dalla bocca e tirò una ginocchiata nello stomaco dell'uomo, correndo verso Eleonora che sembrava pietrificata da ciò che Beatrice aveva fatto.
-P-prendete quella mocciosa...-Rantolò Joy, tenendosi lo stomaco con le mani.
Beatrice incominciò a snodare le corde che legavano Eleonora, ma il tempo era troppo poco e i nodi troppo stretti.
I due uomini, che avevano l'aspetto di due scimmioni, la raggiunsero in qualche frazione di secondo e la buttarono violentemente a terra, facendola mugolare di dolore per la botta.
Il primo uomo, quello con i capelli rasati e il piercing al sopracciglio le tirò un calcio sulla pancia, facendola rannicchiare sul pavimento, senza però emettere un suono. Era troppo orgogliosa per dargliela vinta.
Il secondo uomo, tirò il secondo calcio, sulla schiena. Questa volta abbastanza forte da farle emettere un grido.
-Basta, deve rimanere viva.-Li rimproverò Joy, riprendendosi dalla ginocchiata di Beatrice. Si avvicinò al corpo di Beatrice steso a terra in posizione fetale e la tirò su, tirandola per il colletto della felpa che indossava, quella di Saul. La portò all'altezza del suo viso, quindi facendole mancare il pavimento di dieci centimetri buoni.
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Impasse #wattys2016
RomanceOggi lo guardavo mentre parlava. Sa sempre usare le parole giuste, coinciso e diretto. Starei ore intere ad ascoltarlo, anche senza dire niente, e lo sai, per me sarebbe un'eccezione. Mi capita spesso di guardarlo, mi fisso sempre sulla porzione di...