Impasse
Capitolo 29
La mamma di Beatrice uscì dall'ascensore e corse verso di loro bianca in volto.
-Ragazzi, c-che è successo a Bea?-Chiese con la voce tremula stringendo convulsamente tra le mani la borsa.
-Fede l'ha trovata stesa a terra, l'hanno picchiata.-Parlò Saul, cercando di essere il più delicato possibile. Un'infermiera gli si avvicinò e gli porse una pastiglia con un bicchiere d'acqua e lui le prese in mano.-Grazie.-Mormorò.
La donna, bionda come la figlia, sospirò passandosi una mano sugli occhi come a voler scacciare le lacrime. Barcollò leggermente e Fede, che era in piedi accanto a lei, la sostenne.
-Si sieda, è molto turbata.-Cercò di sorridere incoraggiante, facendola sedere.-Ho parlato con Bea prima, starà bene.-
-Era sveglia?-Chiese la donna con una luce di speranza negli occhi.
-Si...Poi è svenuta. Ma si rimetterà.-Rispose Federico.
Passarono due ore. Due ore in cui Federico continuava a camminare avanti e indietro, la mamma di Beatrice tentava inutilmente di rintracciare Noah che però aveva il telefono spento perchè al lavoro, mentre Saul non faceva niente. Aveva lo sguardo vitreo dalla preoccupazione e sembrava essere in uno stato di trans.
Un medico finalmente uscì dalla stanza dove avevano rinchiuso Beatrice con la cartella clinica in mano.
Tutti si alzarono in piedi di scatto, attendendo notizie.
-Potete entrare a vederla.-Disse con voce annoiata il medico.-Dorme ancora, credo si sveglierà tra meno di un'ora.-
La mamma di Bea sospirò di sollievo ed entrò, seguita da Saul e Federico, nella stanza d'ospedale.
Quando la videro sbiancarono.
Indossava una veste da ospedale ed era coperta fino alla vita da un lenzuolo bianco candido. La sua pelle bianca cadaverica era piena di tagli, lividi, ematomi. Il braccio era completamente rotto e la testa era fasciata, aveva dei punti sulla nuca. aveva un occhio nero e gonfio e un brutto livido sullo zigomo sinistro. Il labbro era spaccato e aveva segni di succhiotti marchiati sul collo.
Dormiva a pancia in su, la testa poggiata sul doppio cuscino in modo da farle alzare leggermente la schiena e le labbra erano leggermente dischiuse. La sua figura era completamente immobile se non per il leggero alzarsi del petto quando respirava.
-Amore mio...-Mormorò la madre, avvicinandosi al letto e prendendo la mano di Bea tra le sue. Era ghiacciata. Un paio di lacrime agli occhi.-Perchè non mi hai detto niente? Avrei potuto aiutarti.-Disse con la voce rotta dai singhiozzi.
Federico e Saul rimasero in dispare a guardare la scena, in fondo, in quel quadretto familiare erano di troppo.
In quel momento entrò Noah affannato per la corsa.-Amore!-Esclamò guardando Beatrice spaventanto.-La donna affondò tra le braccia del suo futuro marito.-Federico l'ha portata qui.-Sorrise tra le lacrime.-E' stato molto coraggioso. E-E Saul, è venuto di corsa quando ha saputo di Beatrice nonostante abbia 39 di febbre.-
Noah si girò verso i due ragazzi e sorrise riconoscente.-Grazie ragazzi.-Disse.
Saul e Fede sorrisero e uscirono dalla stanza per lasciare un po' di privicy alla famiglia.
-Giuro che non arrivano a dopo domani quei tre.-Disse furente Saul, una volta solo con Fede nel corridoio.
-Prima fatti passare la febbre magari, non riesci a reggerti neanche in piedi.-Rispose Federico.
Saul sospirò pesantemente.-Hai ragione...Ma non possono passarla liscia. Lei si fidava delle persone, era così ingenua...Anche troppo.-Sorrise lui con gli occhi lucidi sedendosi a terra contro il muro. Fede lo imitò incitandolo a continuare.
-Prima di tutto questo lei non si rendeva conto delle occhiate che gli lanciavano i ragazzi al suo passaggio, nonostante indossi sempre felpe di tre taglie in più perchè si vergogna del suo corpo; non si rendeva conto dei pregiudizi su noi due insieme che sussurrava la gente, non si rendeva conto di tante cose. Ma allo stesso tempo era così dannatamente intelligente e saccente. Quando sbagliavo il congiuntivo me lo faceva sempre notare.-Saul fece una risatina e anche Fede lo imitò.
-Perchè parli al passato? Lei non è morta.-Gli fece notare Federico.
-Perchè dopo tutto questo, pensi davvero che tutto rimarrà uguale? La timidezza nel rapportarsi con un ragazzo si tramuterà in paura. Forse...Non vorrà più stare con me. L'ho sempre e solo messa nei guai, prima con Joy, poi con quella litigata con Cameron che se me la risparmiavo magari non l'avrebbe presa così sul personale di portarsela a letto...-
Federico sospirò.-Saul...Per quanto mi faccia male ammetterlo...Lei ti ama. E se non ti ha lasciato prima, quando ha scoperto che eri in brutti giri, non lo farà nemmeno ora.-
Passò una mezz'ora e la famiglia di Beatrice uscì dalla stanza, la madre di Bea era più calma, Noah aveva un effetto rassicurante su di lei.
-Ragazzi, facciamo un salto a casa a prendere un po' di cose per la notte, potreste rimanere qui con lei? Il tempo di lavarci velocemente e prendere i vestiti nostri e di Bea.-Disse Noah, tenendo per mano la futura moglie.
-Certo signore, non deve neanche chiedercelo.-Sorrise lievemente Saul.
-Sei un bravo ragazzo.-Sorrise la madre di Bea abbracciandolo e facendolo arrossire.
"No, non lo sono."Pensò Saul.
Saul entrò nella stanza da solo, Federico aveva deciso di lasciarli un po' da soli ed era andato a prendere da mangiare per loro e la famiglia di Beatrice al ristorante giapponese lì vicino.
Entrò in silenzio e guardò la figura di Beatrice, nella stessa identica posizione di prima. Si sedette nella sedia posta accanto al letto perchè se fosse stato ancora in piedi le sue gambe avrebbero ceduto.
Saul non era il tipo che parlava troppo, non era nemmeno il tipo che si metteva a fare discorsi ad una persona che non poteva sentirlo, anche perchè lo trovava imbarazzante. Le prese la mano e la carezzò, con un leggero movimento del pollice.
Posò le labbra su quelle fredde e screpolate della sua ragazza, lasciandovi un piccolo bacio a stampo.
"Ti amo."
Continua...
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Impasse #wattys2016
RomanceOggi lo guardavo mentre parlava. Sa sempre usare le parole giuste, coinciso e diretto. Starei ore intere ad ascoltarlo, anche senza dire niente, e lo sai, per me sarebbe un'eccezione. Mi capita spesso di guardarlo, mi fisso sempre sulla porzione di...