Impasse
Capitolo 14
-Vado a cercarlo.-Disse Eleonora, guardando sospettosa Federico e Saul, per poi andarsene.
-Cosa stai nascondendo?-Chiese Beatrice a Saul, quando Eleonora se ne fu andata.
-Chi? Io? Niente.-Sorrise Saul.-Allora dopo scuola ti fermi a mangiare da me e poi andiamo a prendere le vernici, va bene?-Disse, buttando la cicca della sigaretta per terra e schiacciandola con il piede.
-Va bene.-Arrossì Beatrice.
-Cosa dovete fare voi due? Posso venire anche io?-Chiese Federico, guardando male Saul.
-Non sei stato invitato Fede.-Ghignò Saul, per poi mettere una mano attorno alla spalla di Beatrice che avvampò ancora di più irrigidendosi.-Ora se non ti dispiace, accompagno Bea in classe.-Lo disfesciò, dirigendosi verso l'uscio della scuola.
Lucrezia guardò da lontano la scena, furente.
-Ci vediamo all'uscita, piccola.-Sorrise Saul, accarezzando la guancia di Bea per poi andarsene.
Beatrice si ritrovò a sospirare come una ragazzina innamorata, prima di entrare in classe e subirsi la lezione di fisica.
Nonostante le lezioni sembravano durare un'eternità, la fine delle lezioni arrivò. Eleonora corse nella classe di Leonardo,mentre Beatrice prese in mano il casco e la sua borsa contenente i libri e uscì dalla classe con calma. Non vide Saul in giro quindi decise di aspettarlo in cortile. Appena fuori dall'atrio però, trovò una brutta sorpresa ad aspettarla.
Nell'atrio c'era parecchia gente quel giorno, tra cui Lucrezia e le sue due amiche che la seguivano ovunque.
Beatrice decise che quel giorno non aveva voglia di rovinarsi la giornata quindi decise di evitarle, per non litigare, ma Lucrezia non sembrava della stessa idea.
Si avvicinò alla bionda, con una lattina di aranciata in mano ghignando pericolosamente.
Beatrice fermò la sua camminata squadrandola interrogativa e disprezzante.
-Che ti serva da lezione, stai alla larga dal mio ragazzo.-Disse semplicemente Lucrezia, per poi rovesciarle in testa tutta l'aranciata. Il tutto avvenne in una frazione di secondo. Beatrice si rese conto di essere completamente fradicia solo dopo qualche secondo, quando con la bocca spalancata si ritrovò a prendere in mano una ciocca di capelli e a tremare dal freddo. Essere bagnati come un pulcino in pieno inverno non è proprio il massimo.
Posò rigida la borsa e il casco a terra, con una calma innaturale. Intanto la folla si era accalcata intorno a loro, urlando frasi come "Rissa! Rissa!"
-Io ti ammazzo.-Ringhiò Beatrice, correndo verso Lucrezia che perse il suo ghigno vittorioso. Non pensava che la silenziosa e poco socievole Beatrice potesse dare il via ad una rissa.
In quel momento Saul riuscì a immischiarsi nella cerchia, dato che era da un po' che cercava di vedere cosa stesse succedendo senza risultato, per colpa delle persone in cerchio che urlavano.
Quando vide Beatrice bagnata come un pulcino posare a terra la borsa con uno sguardo nero, sbiancò. Prima che potesse atterrare Lucrezia la prese per i fianchi sollevandola leggermente da terra e tirandola indietro.
-Ma cosa sta succedendo qui!? Non c'è più niente da vedere! Sgomberate!-Urlò, facendo disperdere la calca di persone che però continuavano a guardare la scena da lontano.
-Amore, menomale che sei arrivato. Questa pazza mi stava per mettere le mani addosso.-Pigolò Lucrezia falsamente, realmente spaventata però dalla furia della bassa e gracile Bea.
-Ma smettila.-Borbottò seccato Saul.-Credi che non ti conosca? Mi hai stufato con questo atteggiamento. Tra noi è finita.-
La bocca di Lucrezia andò a formare una perfetta O tonda.
-COSA?! Saul! Ma cosa stai dicendo!? Noi due siamo perfetti insieme! Non puoi lasciarmi per quella sciacquetta asociale!-Urlò isterica.
-E perchè? Lei è più bella di te, e non va a darla in giro a tutti.-Ghignò Saul, per poi prendere per mano Beatrice che non aveva spiccicato parola da quando era arrivato Saul.
Appena si allontanarono dal cortile e andarono nel parcheggio Saul si girò a guardarla, Beatrice stava tremando.
Si tolse il suo amato giubbotto della napapijri e glie lo mise addosso. Le stava enorme e lei mormorò un flebile "grazie". Solo in quel momento si accorse che non aveva ancora alzato la testa da quando se n'erano andati.
Le prese il mento con le dita e le fece alzare il viso, guardando gli occhi lucidi di lei.
Uno sguardo consapevole comparì sul volto di Saul. Nonostante Beatrice avesse fatto una bellissima figura in cortile, dimostrando di saper tenere testa alla reginetta della scuola, era comunque crollata. La vergogna che aveva provato quando tutti l'avevano vista bagnata come un pulcino di aranciata era stata tanta. Era stata umiliata di fronte a tutta la scuola. E si sapeva, Beatrice non amava troppo essere notata.
-Non piangere. Hai saputo tenere testa benissimo a Lucrezia, non è da tutti.-Le sorrise, sistemandole dietro l'orecchio una ciocca di capelli bagnati e appiccicosi.
-Non sto piangendo.-Rispose lei, orgogliosa come sempre.-...Grazie comunque di avermi difesa. La tua relazione con Lucrezia però è rovinata...-
-Di Lucrezia non mi è mai importato troppo.-Rispose semplicemente Saul, sorridendo lievemente arrossendo.-Ora andiamo a casa mia, hai bisogno di una doccia o ti prenderai la polmonite.-
-Si.-Avvampò Beatrice. Avrebbe fatto la doccia a casa di Saul.
Saul sorrise notando l'impacciatezza della sua biondina preferita e gli mise il casco, allacciandoglielo come suo solito, nonostante lei avesse imparato da un pezzo.
Era diventata una loro abitudine. E a Saul la parola "Loro" suonava fin troppo bene.
Nonostante fosse rimasto con la felpa e con il gelo di quella stagione stesse letteralmente congelando nel tragitto fino a casa, non gli importò. Vedere dallo specchietto Beatrice stretta a lui e con il volto appoggiato sulla sua schiena gli riscaldò il cuore.
Accellerò e arrivarono ben presto davanti a casa di Saul.
Saul parcheggiò la moto in garage e poi prese le chiavi di casa, aprendo il portone d'ingresso e facendo entrare Bea.
-Hai una bella casa.-Sorrise Bea, stringendosi le braccia e tremando.
-Grazie, ma lasciamo i convenevoli a dopo. Ti do qualcosa di mio e ti fai una doccia veloce. Okay?-Chiese Saul, salendo le scale per arrivare davanti alla sua camera ed entrare.
Prese una sua felpa e un paio pantaloni della tuta, i più piccoli che aveva, e li porse a Beatrice che rossa li prese in mano ed entrò nel bagno della camera di Saul, chiudendo la porta a chiave.
Saul si sdraiò sul suo letto, guardando il soffitto e sentendo lo scrosciare dell'acqua nella stanza accanto. Si stava quasi per addormentare, quando la vibrazione del suo cellulare lo svegliò.
Un nuovo messaggio.
Continua....
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Impasse #wattys2016
RomanceOggi lo guardavo mentre parlava. Sa sempre usare le parole giuste, coinciso e diretto. Starei ore intere ad ascoltarlo, anche senza dire niente, e lo sai, per me sarebbe un'eccezione. Mi capita spesso di guardarlo, mi fisso sempre sulla porzione di...