Capitolo 3

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~Impasse~

capitolo 3

-Grazie per il passaggio, Federico.-Ringraziò Beatrice, una volta scesa dalla moto.

-E di che! Abito qui vicino, sai? Comunque non sono così terribile a guidare.-Rise Federico.

-No, sei stato abbastanza bravo, tranne per quando accelleravi apposta per farmi spaventare.-

-E direi che ci sono riuscito, hai lanciato un urlo che mi ha spaccato un timpano.-Scherzò.

Beatrice arrossì.

-Ora devo andare, ci vediamo a scuola!-La salutò Federico per poi andarsene.

Arrivò ben presto la giornata successiva, Beatrice era di cattivo umore perchè quella mattina le aspettavano due ore con la prof di fisica. Era sicura sarebbe successo qualcosa; succedeva sempre qualcosa quando c'era di mezzo quella vecchia scorbutica.

Andò a scuola con Eleonora, che come al solito sorrideva. Eleonora andava benissimo in fisica, ma nonostante le avesse fatto milioni di ripetizioni non capiva nulla.

Le ultime due ore, la prof di fisica decise che era arrivato il momento di interrogare a sorpresa, indovinate chi chiamò? Chi se non l'alunna che detestava di più? Beatrice.

-Vendramin alla lavagna, muoviti.-Disse la prof, ghignando vedendo l'espressione spaventata di Bea.

Eleonora le accarezzò il braccio come conforto prima che Bea con le gambe che tremavano si alzò e andò alla lavagna.

All'inizio andò anche bene, infatti le fece due domande che Bea riuscì a rispondere senza troppe difficoltà, poi quando vide che Bea aveva avuto un grosso miglioramento, incominciò a sfogliare il libro di teoria, andando in pagine programmate per l'anno successivo.

-Svolgimi questo problema.-

-M-ma prof questi sono argomenti previsti per l'anno prossimo..-Provò a ribattere Beatrice.

-E quindi? Io posso chiederti anche programmi di quinta se solo volessi, devi essere sempre preparata in tutto quello che ti chiedo. Io non ho specificato cosa studiare la scorsa settimana.-Sibilò velenosa.

Beatrice si zittì e guardò la lavagna con su il problema, non sapeva nemmeno da dove cominciare. Non sapeva le regole. Non sapeva nemmeno il significato di una parola presente nel problema.

-..non...-Non finì la frase, troppo in soggezione dallo sguardo della prof.

-Cosa Vendramin, parla.-

-Non lo so fare.-

-Bene, vai al posto. 2. E sono già stata troppo buona.-

A Beatrice vennero gli occhi lucidi e uscì di scatto dalla classe, per non dare soddisfazione a quell'arpia di vederla piangere.

-Ma vaffanculo.-Sussurrò tra sè e sè asciugandosi le guance con la manica della felpa.

-Biondina perchè piangi?-Chiese una voce dietro di lei. Non ci fu bisogno nemmeno di girarsi per riconoscere quella voce. Saul.

-Non sto piangendo.-Mormorò non girandosi, era troppo orgogliosa per mostrarsi mentre piangeva.

-Si e io sono brutto.-Rise il ragazzo.-Dai su ti prometto che non ti prendo in giro. Cosa è successo?-

-Da quando ti importa?-

-Da quando ti voglio conquistare.-Sorrise sghembo il ragazzo.

Beatrice si girò ricambiando il sorriso con le guance ancora umide dalle lacrime.

Impasse #wattys2016Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora