LARLA - parte 1

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Ciclo 420 - Quarta inondazione del Tetri



Combattere nel sottosuolo era un'arte pericolosa. Non è da tutti avanzare compatti, a piedi o in sella fino al primo antro abbastanza grande da ospitare la formazione di difesa. Quasi nessuno riusciva a sopportare lo stress di quel tipo di combattimento e in battaglia chi non mantiene i nervi saldi muore! I Sowarn facevano eccezione e per un buon motivo: i Sowarn non indietreggiavano, mai! Qualunque fosse la situazione loro avanzavano e vincevano, non c'erano altre possibilità, un obscuro che non obbediva agli ordini veniva ucciso sul posto, dal suo ufficiale: non esisteva corte marziale. Belaist la città-fortezza non si poteva permettere tentennamenti dai suoi soldati e così ogni ufficiale uccideva i suoi sottoposti se questi si rifiutavano di combattere. I Sowarn erano una élite!

La falange* bargagnana tentò l'aggiramento dello schieramento sparso dei sowarn entrati nell'antro, tentando così la chiusura a blocco, le prime lance nemiche perforarono le armature e i sowarn subirono l'impatto dei mostri dalla pelle bluastra: gli ufficiali obscuri erano senza parole, i bargagnani non combattevano in quel modo! Quella tattica non si era mai vista... chiusura a blocco: i Sowarn non si addestravano per contrastare una simile eventualità da decine e decine di cicli, nessuno aveva mai utilizzato tattiche del genere per aggredirli!

Le facce bluastre digrignavano le zanne ricurve e incitavano i sowarn a farsi sotto, a farsi uccidere dalle loro lance. Li guardavano famelici e vogliosi di sangue, di morte e di carneficina, li guardavano come si guarda un dolce pronto per essere mangiato: la loro parte orchesca dava il meglio di sé quando i bargagnani erano in guerra. Quello era un popolo fiero, libero, non si assoggettava a nessuno: quando Belaist aveva tentato di includerli nella sua fascia cuscinetto sotterranea tutte le nazioni bargagnane, tutte le tribù dalle caverne nere fino agli antri alti, erano entrati in guerra e quella guerra non era ancora finita! Era dal decimo ciclo della quarta inondazione che combattevano: erano passati quattrocento cicli e la loro sete di vendetta per l'orgoglio insultato e per la libertà minacciata non si era ancora placato. Non per le sconfitte, non per le carneficine, non per i massacri subiti: Mai. Avevano giurato di combattere e morire fino a distruggere la minaccia o di perire nel provarci. Mai nessun signore della guerra di Bargagn poté vantarsi d'aver impensierito gli obscuri, ma quello era un giorno diverso però: per la prima volta i sowarn erano in difficoltà... e questo non era mai successo.

Nel sottosuolo una battaglia è un qualcosa di diverso dalle scaramucce che fanno quelli di sopra.
Nel sottosuolo si muore per davvero dicono i bargagnani, "Noi siamo i già sepolti" recita il loro motto, il credo con cui vive la loro razza.
La loro pelle è blu perché hanno una dieta ricca di minerali di rame e povera della carne che bramano: nel sottosuolo la carne scarseggia, la carne è ricchezza, la carne è sopravvivenza.
La carne è un bene prezioso da conquistarsi.
La carne è ogni altro essere che striscia, e corre e si arrampica in una galleria.
La carne è la vita e un bargagnano lo sa.
Le battaglie sono carne: ma raramente riuscivano ad assaggiare quella degli obscuri e sempre ad un caro prezzo, la Morte!
Quel giorno la pregustavano già tra i denti, ad ogni colpo ad ogni affondo, ad ogni urlo di guerra ad ogni rauca grida di dolore del nemico, ad ogni clangore del metallo contro il metallo, al rumore del sangue che sprizza, al suono delle ossa che si spezzano.
Sangue volava da ogni parte.
Il sangue imbrattava le pareti, inondava il terreno roccioso, il sangue era ovunque.
Il sangue era un odore eccitante che aumentava la frenesia e il piacere della battaglia dei barbari Bargagn.
I sowarn avevano sempre sfruttato quella debolezza nei loro rivali plurisecolari: li conoscevano bene.
Per quanto ben  organizzata alla fine una falange bargagnana si rompeva sempre: la frenesia alimentare ha pur le sue regole dopotutto e i sowarn colpivano infallibilmente in quel momento.
La falange tentennava e loro portavano la morte, da sopra i loro destrieri (i dagrobas), o a piedi, o appesi alle volte delle caverne, non importava, loro erano implacabili: avanzavano e uccidevano e uccidevano.

I MILLE SOGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora