Una figura incappucciata si avvicinò ad Akbar che aspettava la squadra vicino al corpo, le rune di gendarmiere tatuate sul braccio e incise sul dischetto di bronzo che portava al collo, allontanarono però il curioso che l'occhieggiò col suo occhio azzurro, prima d'andarsene infastidito.
La squadra del maghimedico legale arrivò dopo parecchi minuti invece, il laboratorio non era vicino e la strada non era diretta.
L'obscuro si infilò dietro la coda degli apprendisti e li seguì a ritroso da dove erano venuti: la curiosità lo divorava.***
Il mago controllava i centri del potere dubbioso e scettico, "Chiusi, Akbar!", commentò riluttante.
"Non sono impazzito, ti dico che l'ho vista come esplodere, ma non è deflagrata, solo una bianca luce intorno al suo corpo e poi si è accasciata a terra."
"Strano e appariscente non credi?"
"Che vuoi dire?"
"Voglio dire che già di per sé un omicidio magico è stupido e per ovvie ragioni, una di queste è ovviamente la magia legale, ma uccidere qualcuno anche attirando l'attenzione di mezza Belaist ... e il movente dov'è?"
"Vuoi dire che mi sono sbagliato? O che sono impazzito?"
"No ragazzo, no, mi fido, la tua parola ha più valore di cinquecento sespoy per me... ma questo non significa che quel che hai visto sia quel che credi d'aver visto!"
"E che avrei visto allora?"
"Ancora non lo so, ma sicuramente dell'altro, lo sapremo quando l'avremo aperta..."
"Allora aprila!"
"Sicuro si possa? Poi non si torna indietro..."
"È una mezzosangue non vedi? ... non avrà nessuno!"
"Vuoi un consiglio Akbar? Un consiglio come tra padre e figlio?"
"No!"
"E io te lo do lo stesso. Non ti dirò di non indagare, farei la figura dello stupido ed entrambi sappiamo che non lo sono giusto?"
"Giusto!", sbuffò Akbar.
Ikarin lo ignorò e andò dritto al punto: "Ragazzo non ti fissare, o farai la fine dell'altra volta..."
"Ma avevo ragione l'altra volta!"
"Sì, ma a che prezzo l'hai dimostrato?!"
"Non ti riguarda Mastro Ikarin, ora aprila, in assenza di famiglia o d'un reggimento a cui far riferimento che possono interferire, sono io a dare l'autorizzazione."
"Come vuoi Akbar, io t'ho avvertito, la responsabilità è tua: non ha collari, non è una schiava e..."
"Procedi dannazione, questo è più importante!"
Ikarin lo guardò glaciale: voleva bene a quel gendarmiere fattosi da solo. 'Si autodistruggerà così... ma se qualcuno può risolvere questo puzzle è lui. Potrebbe avere ragione: potrebbe essere un assassino ad uccidere queste ragazze e se un mago sa evitare una analisi contraria va scoperto. Eppure sembrano coincidenze e morti senza senso!", Ikaryn indugiò ancora poi si decise.Il mago legale tirò fuori meticolosamente le lame dal cassetto, preparò gli occhi di salamandra e ramarro, strappò una striscia di pelle di rana dalla riserva, poi cominciò la complicata operazione d'autopsia magica interna; l'esterno era così veloce che si poteva fare semplicemente guardandolo ad occhio nudo, ma quella invece necessitava d'un mago esperto e di molti fili d'argento.
Ikarin scavò quattro piccoli alloggiamenti all'estremità d'ogni arto per gli occhi di salamandra, poi cavò gli occhi alla donna.
'Che scempio' pensò Akbar non staccava gli occhi dal macabro spettacolo.
Gli occhi verdi della mezzosangue finirono in un contenitore metallico e lì dove si trovarono prima vennero alloggiati invece gli occhi di ramarro; il terzo occhio di ramarro finì appena sopra l'ombelico, tra questo ed il segno del potere chiuso, o chakra come li chiamano gli stregoni.
Dentro ogni occhio fu infilato un filo d'argento che il mago fissò magicamente, e all'altra estremità del filo fissò, con lo stesso procedimento, un minuscolo quadratino di pelle di rospo, avvolto attentamente, tagliato dal rettangolo preso prima, infine tutti i fili finirono nella mano destra del mago.Ikarin amava chiacchierare mentre operava: lo concentrava, "Vedi Akbar, alcuni maghi possono pensare d'essere i signori assoluti della magia, soprattutto vicino al nodo che li riempie di forze, oltre alle loro, ma la verità è che quelli che capiscono veramente e intimamente la magia sono gli stregoni."
Gli occhi si mossero impercettibilmente tutti insieme ed il gendarmiere aspettava il resto della spiegazione, senza mai distogliere lo sguardo dal corpo.
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I MILLE SOGNI
FantasiTre sacerdotesse custodiscono il tempo e lo Osservano: vedono una sgangherata accozzaglia di mercenari e soldati che dovrebbe salvare il Presente. Ma non sono riuscite a capire se questi alla fine riusciranno ad incontrarsi e se la loro missione sar...