AKBAR - parte 5

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L'obscura aspettava al buio nella camera spoglia e trasandata il cui unico mobilio era un letto, una scrivania ed una sedia.
Non accese alcuna candela o surrogato magico, vedeva benissimo al buio, altrimenti non sarebbe mai potuta divenire un sowarn.
L'obscuro che aspettava finalmente entrò in casa ed accese le candele, lui invece non amava molto l'oscurità.
Entrò nella sua camera da letto tranquillo ed ignaro: una sgradita sorpresa lo investì di lato e gli fu subito addosso, tempestandolo di calci e pugni, lama alla mano per ferire, tagliare, sfregiare; l'obscuro si liberò a fatica, ma l'attacco ricominciò subito, l'obscura era formidabile nel corpo a corpo.
Lividi e tagli ricoprirono il corpo dell'obscuro, ma infine il pugnale volò via dalle mani della sua avversaria: un punto a suo favore.
Il suo avversario sconosciuto non poteva usare la magia se avesse voluto farla franca, sempre che poi non avesse fatto scomparire il suo corpo pensò cupo l'obscuro.
Un fioco rivolo di luce colpì il volto dell'assalitore rivelando l'identità della obscura.
L'informazione non gli fu d'aiuto!
L'attacco ricominciò subito, di nuovo a mani nude , i pugni erano magli, i calci mazze che gli fiaccavano la resistenza: non pensava che una femmina potesse essere così forte, si preoccupò.

Alla fine la vittima dell'assalto si ritrovò sottomesso, alla mercé della sua nemica inchiodato al pavimento mentre lei lo tartassava di colpi senza sosta. Poi i calci divennero carezze, i pugni baci e senza nemmeno capirlo Larla e Akbar giacevano ormai a terra uno avvinghiato all'altra, entrambi dimentichi di tutto.
Il dolore della perdita per una, la paura e lo stress per l'indagine per l'altro avevano fatto l'impossibile.

Dal pavimento passarono al letto, erano già nudi senza accorgersene.

Si amarono così, con passione e foga, nemici prima e amanti l'istante dopo.
Non fu sesso, e forse non fu nemmeno amore, ma Larla l'amò quel giorno come mai l'era capitato da tempo, o forse mai prima: fu qualcosa che entrambi non si aspettavano, né Larla che era andata lì per prendersi la sua rivincita su quel non-mago borioso, arrogante e troppo sicuro di sé, e né Akbar che era tornato a casa per prendere la balestra-multipla e alcuni sigilli, le sue armi di scorta nei casi d'emergenza.
 Boreltìs era fuggito e lui lo voleva rincorrere, ma ormai non contava più, niente aveva più importanza in quel momento; l'obscura era piombata come un fulmine ed un uragano in casa sua stravolgendo le sue decisioni e le sue azioni, scombussolandole, rivoltandole e rimodellandole.
In quegli attimi niente contò più del fatto di stare insieme.

"Perché?", chiese il gendarmiere esausto.
"Non lo so, l'ammetto. Ma sei strano.
Sei diverso e.
..", Larla lo guardò con fare misterioso.
"E ora?"
"Ora? Ora nemici come prima!"
"Alleati!"
"Perché?"
"Se non fossi venuta tu qui", Akbar indicò loro e il letto imbarazzato, "sarei venuto io da te.
Boreltìs è fuggito!
Non è casa, vuoto il suo nascondiglio da poco rintracciato, è fuori.
So che controllavate i confini cittadini, ma sono sicuro che li ha passati.
Non è più in Città.
Ero venuto a prendere alcune cose che mi potevano servire e poi sarei venuto a chiedere l'aiuto dei sowarn: il tuo aiuto!
"
"Quel fottuto figlio d'una cagna è riuscito a fuggire?
Come? L'avevo cercato, ma non l'avevo trovato, pensavo si nascondesse in superficie!
Non importa.
Ashston è qui sopra, ci porterà lui...
", Akbar l'interuppe, mentre Larla già immaginava i mille modi in cui avrebbe torturato quel bastardo che aveva ucciso sua sorella e suo nipote.
"E i sowarn?"
"Non c'è il tempo per organizzare un'intera compagnia: ci vuole troppo e quel mezzorco figlio d'una scrofa potrebbe decidere di lasciare i confini. Sottosuolo o superficie?"
"Sottosuolo. Le vie sulla superficie erano troppo ben presidiate."
"Allora basterò io, un'intera compagnia ci farebbe scoprire subito se si nasconde vicino.
Se è lontano non ci arriveremmo comunque reggimento intero o meno.
In due è sicuramente meglio, passeremo dalla Torre e prenderemo un dagrobas per te dalle scuderie, così andremo più veloci. Non si fidano subito quelle bestiacce riottose e forse proverà a morderti o disarcionarti all'inizio, ma se ne hai già portato uno alla fine t'ascolterà, t'aiuterò io.
"
"Va bene. Faremo così, allora..."
"Sai già dove andare?"
"Ho le mie fonti, so molto... circa. Tieni", e Akbar le lanciò il vocatore, "chiama il tuo servitore e fa sellare il pipistrello-ragno per me, e fai mettere nelle bisacce un po' di viveri e della redinia da bere, quella è meglio dell'acqua quando si viaggia, con quella non ci si stanca! Non so quanto dovremo girare prima di trovarlo, le informazioni non erano precisissime, e la zona non è vicina, io intanto prendo i sigilli, i pugnali, la spada corta era con i pantaloni", arrossì l'obscuro, " e poi qualche fuoco alchemico e la balestra-multipla..."
"Balestra cosa?"
"Lascia stare te lo spiego dopo, Chiama!"
"Va bene."
"Ora lasciami prendere le armi, nascondo sempre tutto e non mi ricordo mai dove!"
Larla lo guardò sconcertata, mentre componeva le rune girando le rondelle per chiamare Agurbi, 'Possibile che sono finita a letto con un tipo così assurdo?', pensava.

I MILLE SOGNIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora