Fuggire, incinta, a dorso di dragobas, stanca, spossata, senza energie, con la magia concentrata a tener viva la creatura nel suo grembo. Larla si accasciò sulla sella per la terza volta, gli occhi vacui, senza forza, quasi allo stremo pronti alla resa.
I denti stretti, rabbiosi, arrabbiati di chi non si arrende, di chi non vuole arrendersi mai.
Le mani si chiudevano e si stringevano convulse e poi molli sulle redini.
L'obscura tirò su la testa di scatto, senza preavviso, come una molla mossa di sola forza di volontà.
Il bambino scalciò imbronciato: ancora non era nato e la maga già lo amava; stava tentando tutto per la sua vita, stava rinunciando anche alla vendetta, aveva perso l'amore, la famiglia, la posizione sociale, il proprio nome, aveva perso il rispetto dei suoi simili, fuggendo ammetteva d'essere colpevole; non c'era altra soluzione.
L'incappucciato la guardò preoccupato, 'Se continua così non ce la farà, è al limite, è troppo forte, la sta uccidendo... e non posso curarla: dobbiamo arrivare alla caverna.'
L'obscuro le si rivolse deferente, "Mia signora, ancora poco e ci siamo, non si arrenda!"
Larla riaprì gli occhi maledetti, recalcitranti, che cercavano di addormentarla e darle riposo e senza una parola gettò uno sguardo gelido sul suo compagno di viaggio: uno sguardo che diceva che lui era solo un pazzo a pensare che lei si sarebbe arresa per dolore e spossatezza; Mai!, prima c'era il bimbo, e poi una guerra da scatenare contro chiunque avesse distrutto così la sua vita, che fosse Boreltìs, un pazzo omicida, il Tempio o chiunque altro. Sul suo volto si lessero due parole in rapida successione: Vita e Morte!
L'incappucciato trasalì, travolto da quella forza silenziosa, non rispose a quel muto e feroce rimprovero e senza proferire verbo prese la cavezza del dagrobas e lo trascinò lungo il cunicolo, lui con la sua cavalcatura facevano, invece, da apri pista contro i pericoli.***
Lo sfregiato guardò la sua azzardata accozzaglia di mercenari e prezzolati bastardi.
Quattro assassini giacevano a terra, carbonizzati e a pezzi.
Uno dei suoi uomini fissava i corpi affascinato dal macabro spettacolo, e dalla incongruenza della cosa: avevano cercato gli assassini di Scarlis per aiutarli ad uccidere la traditrice, chi aveva visto i 'segni', e li aveva riconosciuti, aveva passato parola e il loro significato...
Una smorfia divertita si stampò su quella bocca brutta e storta, sottile come un stiletto rotto, "Non so se ridere o piangere, chi sarà stato capo? Saranno davvero loro?"
Lo sfregiato gli rispose distratto, quasi infastidito, "Siamo arrivati tardi, la Traditrice deve avere qualche amico inaspettato..."
"Per fare fuori degli assassini di Scarlis, è più di un amico: è un arcimago!"
"Fandonie, presi alla sprovvista, costretti a difendersi non sono così letali: sembra opera di qualche sigillo!"
Molte facce lo scrutarono incredule, spaurite, infastidite, non si era mai sentito di assassini che venivano dalla Città Nera uccisi così.
"Sarà ma non mi piace!", affermò una voce stentata nel gruppo.
Lo sfregiato la riconobbe e la sua espressione si fece insofferente, 'Maledetti codardi, il lavoro è così semplice, ma forse è meglio così!'
"Smettetela di frignare mammolette... abbiamo un compito: la feccia va distrutta!", 'Tutta...' aggiunse mentalmente guardandoli.
I suoi uomini non esultarono, né si mossero, non era un bravo oratore dopotutto.***
Larla svenne sulle stuoie distese nel fondo dell'antro in cui si sarebbero nascosti.
L'incappucciato impotente si avvicinò per soccorrerla, senza speranza: o ci riusciva da sola, o ormai non sarebbe stato di molto aiuto.
Gli occhi dell'obscura si aprirono molto lentamente, la maga strinse le labbra senza emettere un rumore, anche quello le costava una certa fatica. Il bambino si agitava come non aveva fatto fino a quel momento.
Larla però era ancora lucida e la sua mente cercava di non tradirla.
L'obscuro si allontanò per rendere sicuro il loro nascondiglio.
La maga continuò il ragionamento che l'aveva tormentata fino a quel momento: 'Chi diamine ha ucciso Agurbi? Perché non c'era dubbio che quello a cui aveva assistito era una costrizione magica, fatta da qualcuno con il potere a qualcuno che non lo aveva.
E poi la seconda domanda: Perché?'
Una fitta la sorprese nel mezzo del ragionamento e la costrinse a girare su di un fianco, tremando, la mole della pancia la infastidì.
Cercò di non perdere il filo delle parole e delle idee, 'Già perché? Agurbi era il ritratto della servizievolità, anzi ultimamente lo era anche di più, quindi a che scopo? Potrebbe essere un complice o l'assassino chi ha stregato Agurbi? Forse il Tempio...
Diamine i conti non tornano: non torna niente.'
Il fiato si fece corto e affannato, ci mise alcuni secondi a resistere alla forza dello spasmo.
Continuò imperterrita le sue elecubrazioni, 'Mia sorella muore, non si sa come.
Akbar dice che è sembrato un attacco magico autoinflitto, ma maledizione, nessun mago si può suicidare con la magia in quel modo, non puoi decidere di arrostirti dentro una colonna di luce, non funziona così!
E poi perché Kabary'n si sarebbe suicidata, perché?
Non aveva senso, e nemmeno quella stupida mezzosangue ha spazio in questo quadro: perché suicidarsi, stava per avere tutto quel che un figlio bastardo può desiderare.
Sulle altre non so, ma queste informazioni non tornano, tranne che sono tutte in "dolce" attesa, diamine è l'unica cosa in comune.
Quindi Boreltìs odiava le donne incinte: era incinta Kabary'n quando hanno smesso di frequentarsi?
Potrebbe essere, non abbiamo parlato più da allora...'
Il bimbo scalciò nervoso, e Larla si accarezzò il ventre come per calmarlo.
'Mi sfugge il movente, ma anche il metodo, ed è frustrante, non ho indizi, non ho motivazioni, solo un nome Boreltìs, e il Tempio che mi vuole morta...
Potrei cominciare a fare una supposizione assurda, il mago era innocente, è stato incastrato e le sacerdotesse sono dietro a tutto!
Ma perché dovrebbero volere me fuorigioco?
Potrebbe essere una congiura mista con i maschilisti, che non vogliono le donne in un altro punto di potere come i Sowarn, ma che ci guadagna il Tempio che è ginocratico? Forse è una manovra evasiva per contenere il potere del governo oligarca?
Non sono così influenti i maschilisti però e il Tempio non è così pazzo da esporsi con loro credo!
Qualcun altro potrebbe essere in combutta con qualcuno di questi.
Non torna, non torna! Come diamine hanno ucciso le altre, e perché?, e perché ora ci sono io nel mirino?
Addirittura Assassini da Scarlis, chi ha tutti quei soldi e quella influenza?
Solo il Tempio, la Biblioteca, il governo della città, qualcheduno della corte interna della Regina. Ma che c'entro io con loro? Escludendo il governo e la Regina, ma con loro non ho mai avuto problemi, anzi è stata l'oligarchia governativa ad affidarmi i sowarn; che sia una congiura lunga e macchinosa per screditare loro tramite me? E come si infila tutto questo nel quadro generale di tutte quelle morti, erano previste o erano un problema collaterale, o cosa?
Non ci arrivo ancora, c'è qualcosa che mi sfugge.
Avrà avuto ragione Akbar, che questa è una congiura dei piani alti, ma ora come chiederglielo?'
Lacrime fredde colarono lungo le guance.
'Probabilmente chi ha ucciso Agurbi ha ucciso le donne, ma se poteva uccidere Agurbi, in quel modo poi, perché non andare direttamente da me, se poteva arrivare così vicino? Quindi chi vuole morta me non voleva le donne morte, o viceversa?'
L'incappucciato le si sedette accanto, "Ora nessuno può entrare o rintracciarci, ho chiuso l'altro adattando le pietre all'apertura, ma l'aria entra...", le sue parole rilassate nascondevano la forza magica di cui era capace, rimodellare la terra ai propri voleri non era una cosa semplice, non far scoprire ad altri maghi che lo si era fatto ancor di più! Larla venne presa da una voglia assurda di parlare, di distrarsi dal dolore che la attanagliava sempre più forte, e iniziò a confrontarsi con lui, "Chi è stato ad uccidere Agurbi?"
"Mi spiace.
Quella purtroppo è colpa mia, gli avevo dato l'Ordine di non farle bere altro che acqua mia signora.
La sua distrazione, i sensi di colpa e il mio ordine, tutti insieme lo hanno portato alla morte..."
"Maledizione...", 'Lo dovrei toglierei dagli indiziati?E dovrei togliere Agurbi come indizio?', una idea le balenò nella testa, 'Quanto è potente? Mi posso fidare?'
L'incappucciato sembrò come leggerle nella mente, "Sì mia signora, vi potete fidare, se vi avessi voluta morta, ora lo sareste."
"Potresti volere altro da me, di cui sono all'oscuro!"
L'incappuciato la guardò serio, "L'unica cosa che voglio è la sopravvivenza del bambino, e la sua Capitano!"
"Non sono più Capitano!
Non sono più belaistiana!
Mi rimane solo il mio bambino e la fiducia che devo riporre in voi: uno sconosciuto in fin dei conti!"
Ed era vero, senza l'incappuccaito sarebbe morta, il suo sostegno per cavalcare le fu d'estremo aiuto. Fu lui a nascondere con la magia le orme che i dagrobas lasciavano sulla terra battuta o sulla roccia morbida del terreno: l'obscura, così vicina a partorire non poteva viaggiare lungo le pareti e la sua magia serviva al figlio...
Larla si abbandonò lunga distesa per riposarsi; quel nascondiglio lo avevano raggiunto in cinque giorni di fuoco, due per arrivare ai confini e tre per uscire dalla zona franca. Cinque giorni che non voleva mai più ricordare, ormai era fuori Belaist, ormai era una traditrice, ormai era una fuggiasca e suo figlio con lei!
Non sapevano se erano seguiti dai soldati di Belaist, o dagli assassini o da entrambi; ma il tempo di Larla ormai volgeva al termine, era agli sgoccioli, avrebbe partorito a giorni o forse a ore: quella caverna sarebbe stato il luogo di nascita del suo bambino!, "Ma manca più di un mese! Come è possibile?" si lamentò l'obscura con l'incappucciato,
"O ho sbagliato i calcoli prima, e non credo, o vostro figlio nascerà prematuro! Non possiamo farci niente ormai. O forse... avete bevuto la redinia no?"
"Sì, ma poca, non gli dovrebbe far male."
"Forse. Ma potrebbe aver accorciato i tempi.
E poi il Minareto ha i suoi metodi per mandare avanti il suo assurdo piano e questo è il più antico e sicuro..."
"Non capisco, che c'entra il Minareto con il mio bambino?"
"Ora ti spiegherò tutto dall'inizio Capitano e ti racconterò uno dei segreti più vecchi e ben custoditi di Belaist!"
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I MILLE SOGNI
FantasyTre sacerdotesse custodiscono il tempo e lo Osservano: vedono una sgangherata accozzaglia di mercenari e soldati che dovrebbe salvare il Presente. Ma non sono riuscite a capire se questi alla fine riusciranno ad incontrarsi e se la loro missione sar...