Capitolo 16

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Corsi come una pazza.
Mi fermai davanti al molo.
Quel posto stranamente mi metteva tranquillità, e in quel momento ne avevo davvero bisogno.
Perché la mia vita faceva così schifo?
Era una domanda che spesso mi ponevo.
Come potevo tornare a casa?
Ero così arrabbiata.

Mio fratello ancora non ne sapeva nulla, dovevo dirgli che papà era tornato. Ma dubito che adesso, dopo come ci eravamo lasciati questa mattina, avrebbe avuto voglia di parlare con me.

Mi accesi la mia sigaretta.
Ero lì, sola, immersa nei miei pensieri, come sempre.

Quando da dietro mi sentii chiamare.

Mi voltai, era Nate.

Non lo vedevo da quella volta al bar con mio fratello.

Aveva in mano una busta piena di ciambelle.

Che ci faceva qui?

"Ehi ciao!" Disse avvicinandosi.

Gli feci un cenno con la testa.

"Ma è successo qualcosa?" Disse guardandomi.

Non gli risposi, di certo non volevo fargli pietà in quel momento.

"Stai piangendo?" Disse sedendosi per terra vicino a me.

"Non sto piangendo

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"Non sto piangendo."

Non piangevo mai io, era come se le lacrime in me non ci fossero mai state.

E da sempre era così.

Niente e nessuno mi poteva far piangere.

Nate mi guardò in un modo estremamente dolce, aveva uno sguardo così carino, pensai.

"Beh in ogni modo ti va una ciambella?" Disse spostando l'argomento su qualcosa di più allegro.

"Ciambella?" Lo guardai divertita, era così buffo.

"Si, sono andato a prenderne un paio, perché la mia ragazza mi aspetta, e lei ama le ciambelle!" Disse lui.

Quindi era fidanzato, pensai.

"Sei sempre così tu?" Dissi guardandolo.

"Così come?" Chiese lui.

"Disponibile e estremamente gentile con tutti?" -

"Beh non ci posso fare nulla, sono fatto così, soprattutto con le persone a cui voglio bene, do tutto me stesso!" Rispose con un grande sorriso.

Cavolo, eravamo proprio l'opposto noi due. C'era lui che non aveva paura a mostrare i propri sentimenti, non si nascondeva, e dava tutto se stesso, sempre. Mentre dall'altra parte c'ero io, incapace di affezionarmi a qualcuno, fredda come il ghiaccio, e con troppa paura di innamorarmi.

Presi la ciambella.

Era al cioccolato, e aveva un'aspetto così invitante.

"Dai spero che questa piccola cosa, ti faccia tornare il sorriso!" Disse alzandosi.

"Prima di andare ti volevo chiedere di tuo fratello? È da ieri che non lo vedo." Mi chiese lui.

"È andato a fare delle commissioni!"

Gli dissi una bugia.

"Ok allora quando poi lo rivedi digli che lo sto cercando.. Io vado, ciao Aura!"

Mi salutò con la mano e se ne andò.

Io rimasi lì con la ciambella in mano, e inaspettatamente mi scappò un sorriso.

Che strano, mi sentivo meglio rispetto a prima.

Stranamente non avevamo litigato questa volta, dai potevo dire che Nate mi stava quasi simpatico.

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 AURA | Kaya Scodelario Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora