Capitolo 38

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Una volta all'ospedale aspettai il mio turno.

Era ormai tardi.

Thomas non sapeva nulla di quello che era successo.

Non volevo farlo preoccupare, quindi decisi che gli avrei detto una delle mie solite cazzate.

Ci mancava solo lui in questa situazione, se sapeva che quello scarto umano mi aveva picchiato, come minimo l'andava ad uccidere, e anche se la cosa non sarebbe stata male come idea, in questo momento era meglio lasciar perdere tutto.

Mi tenevo la fronte con la mano.

Dio ma quanto era forte quella stronza, pensai.

Mi aveva preso alla sprovvista, perché se no avrei avuto la meglio io.

La prossima volta che la rivedrò, gli avrei dato una bella lezione.

Se c'era una cosa che era meglio evitare, era avermi come nemica.

Potevo diventare un'incubo vivente.

E di sicuro gliela avrei fatta pagare.

A lei e anche a Nate.

Si meritavano quei due. Erano perfetti per stare insieme.

Odiavo le persone senza personalità, e per me Nate era uno zerbino.

Meglio non pensarci più, anche perché mi stava salendo il vomito.

"Signorina Prescott?"

Toccava a me.

Entrai e dentro c'era il dottore che mi aspettava.

"Buonasera.." Dissi con tono molto basso.

Il dottore si girò.

Cavolo, era davvero giovane. Pensai.

Era alto, spalle larghe, moro, occhi verdi scuro e dannatamente bello.

Sicuri che era un dottore? Perché a me sembrava più un modello.

"Buonasera!" Disse poi il dottore.

Mi doveva visitare lui?

Che imbarazzo.

L'infermiera uscii, e io restai sola con lui.

"Allora qui dobbiamo mettere dei punti.." Disse avvicinandosi.

Mi venne sempre più vicino.

Con la mano mi spostò i capelli dalla fronte.

"Ah qui c'è ne vanno un po', hai preso una bella botta!" -

"Ahia!" Esclamai.

"Scusa, non volevo spingere troppo forte.." Disse lui facendomi un sorriso.

C'era davvero caldo in quella stanza, iniziai a sudare.

Chissà come si chiamava, ero curiosa.

Il dottore prese i punti e l'ago.

E ritornò da me.

Appena vidi l'ago mi alzai dal lettino e feci un passo indietro.

"No aspetta, ma hai intenzione di mettermi l'ago in fronte, non mi devi fare l'anestesia o cose del genere?!" Dissi nervosamente.

"Non ti preoccupare, non serve l'anestesia, ci vorranno pochi punti e giuro che non sentirai nulla, solo un pizzicotto, te lo prometto!" Disse sorridendomi nuovamente.

Oddio.

Ero agitatissima.

Presi coraggio e mi rimisi sul lettino.

"Allora vediamo un po'.."

La sua faccia si avvicinò alla mia.

C'è l'avevo proprio davanti a me.

Così vicino da poter sentire pure il suo profumo, che tra l'altro era davvero buono.

"Come è successo? Se posso saperlo?" Mi chiese il dottore mentre mi metteva i punti.

"Sono caduta.." Dissi inventando tutto sul momento.

"Devi stare più attenta!" Disse ridendo.

Lo guardavo attentamente.

Era davvero concentrato.

Mi incantai a fissarlo, così tanto, da dimenticare completamente l'esistenza dell'ago.

Il dolore era come svanito.

E stranamente mi sentivo meglio rispetto a prima.

Era incredibile, come una persona che non conoscevi con un sorriso o una parola, riusciva a migliorarti la giornata.

"Finito, hai visto che sono stato veloce!" -

"Grazie.." Dissi quasi timidamente.

Oddio ma cosa mi stava succedendo? Non ero così di solito.
Dovevo riprendermi.

"Mirracomando non toccare assolutamente i punti, e se ci sono problemi torna pure da me!" Disse.

"Va bene.." Dissi tenendo lo sguardo basso.

Che strano effetto che mi faceva questa persona.

All'improvviso la porta si spalancò.

"AURA COSA CAZZO È SUCCESSO?!"

Oh no, era mio fratello.

In modalità psyco killer.

Nate gli avrà raccontato tutto.

Perfetto.

In quel momento volevo sotterrarmi sotto terra dalla vergogna.

Una famiglia normale no eh?

 AURA | Kaya Scodelario Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora