Capitolo 35

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UNA SETTIMANA DOPO:

Dopo non aver chiuso occhio tutta la notte, stamattina a scuola sarei sembrata uno zombie.

Non ero riuscita a dormire.

Era una settimana che cercavo di evitare Nate a casa, e quindi rientravo sempre tardi e uscivo sempre presto.

In questi giorni non feci che pensare a James e Nate. Prima uno che mi dice che è innamorato di me, poi l'altro che lascia la fidanzata perché gli piaccio io.

Quei due si erano messi d'accordo per farmi impazzire secondo me.

E ci erano riusciti.

Volevo evitarli a tutti i costi.

Non potevo guardare in faccia né uno né l'altro.

Mi ero prefissata questo obiettivo, e l'avrei mantenuto.

Oggi ero ritornata a scuola, dopo la sospensione di una settimana.

Qui per fortuna non c'era Nate.

Ma dovevo stare attenta a James.

Suonò la campanella, e corsi subito in classe.

Avevo letteratura alla prima ora.

-

Finite le prime lezioni, era l'ora della ricreazione.

Cavolo, di solito scendevo nel cortile a fumare, ma guardai fuori dalla finestra e vidi che c'era James giù insieme a delle persone che fumavano. Tra l'altro si era proprio messo nella mia "postazione fumo", l'aveva fatto sicuramente apposta.

Cazzo avevo bisogno di fumare.

Come potevo fare ora?

Non volevo scendere.

L'unica cosa che mi rilassava però era la mia sigaretta.

Iniziai a mangiarmi le unghie dal nervoso.

Non mi accorsi che dietro di me c'era la secchiona della classe che mi guardava alquanto stranita.

"Che cazzo vuoi?" Gli dissi.

La ragazza rimise il volto sul suo libro di testo, e non mi prestò più attenzione.

Mancavano solo 5 minuti alla fine della ricreazione, e non potevo stare per il resto delle lezioni senza aver fumato nemmeno una sigaretta.

Era inaccettabile questa cosa.

Su avanti, dovevo pensare a un piano.

Dovevo far spostare James da un'altra parte, si ma come?

Mi sporsi nuovamente dalla finestra.

Era ancora lì, proprio sotto di me.

Su avanti pensa...

Ehi forse ci sono!

Gli lancio qualcosa dalla finestra, così poi si fa male, e dopo deve per forza andare in infermeria.

Si però se gli lancio qualcosa da questa altezza gli spacco il cranio e poi magari c'è il rischio che possa morire.

Devo trovare idee più realistiche, perché di certo non volevo la morte di James sulla mia coscienza.

"Perché non scendi e basta.." Sentii improvvisamente una voce.

Era la secchiona di prima.

Ma questa che voleva adesso, pensai.

"Ti stai facendo tanti problemi per nulla.."

La feci continuare.

"Fidati, ignorare una persona non ti porta da nessuna parte!"

Wow, anche se mi dava fastidio, aveva ragione alla fine.

Perché dovevo ridurmi così?

"In effetti... Hai ragione sai!" Dissi sforzandomi di sorridere alla ragazza.

"Scommetto che non sai nemmeno il mio nome.." Disse poi lei.

Ehm, aveva ragione anche stavolta, era nella mia classe, ma non avevo la più pallida idea di come si chiamasse.

Rimasi per un po' a pensarci.

"Lascia stare, sono Claire comunque!" Disse ridendo.

"Giusto Claire, lo sapevo!" Dissi cercando di far finta di saperlo.

Mancava sempre di meno al suono della campanella.

"Forza vai a fumare!" Disse la ragazza.

La guardai nuovamente e stavolta gli feci un gran sorriso, e se non ricordo male la ringraziai anche.

Mi catapultai di sotto.

Scesi le scale come una pazza.

Mentre scendevo dalle scale incrociai il preside che stava salendo, in mano aveva una pila di libri, lo presi in pieno e gli feci cadere tutto a terra.

Oh merda.

Il preside cadde.

"AURA PRESCOTT!"

Urlò.

Scappai via senza fermarmi, ci mancava solo che mi sospendesse di nuovo. Non ci tenevo.

Finalmente arrivai nel cortile.

Tirai fuori il mio pacchetto di sigarette e l'accendino.

James non c'era più, l'avevo mancato per poco.

Mi guardavo sempre attorno.

Ero in costante ansia.

Avevo solo 2 minuti prima che suonasse.

Finalmente potevo fumare.

All'improvviso però mi sentii in testa cadere qualcosa, era una penna.

Perché una penna era caduta dal cielo?

Alzai lo sguardo e vidi Claire.

"POTEVI LANCIARLI UNA PENNA, NON L'AVRESTI UCCISO!" Disse urlandomi dalla finestra.

La guardai e scoppiai a ridere.

Perché non ci avevo pensato prima? Questa sì che era un'idea geniale, pensai ironicamente.

 AURA | Kaya Scodelario Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora