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Consiglio l'ascolto di questa canzone per la prima parte del capitolo:
- Le Onde di Ludovico Einaudi

Lo vedo seduto sul mio letto con la testa abbassata.
Cosa ci fa qui? E come ha fatto ad entrare?
Si accorge che sono nella stanza e i suoi occhi celesti si accorgono dei miei.
< Che cosa fai? > chiedo fissandolo non capendo.
< Devo parlarti > sospira Dylan.
< Come hai fatto ad entrare in casa? >
Mi guarda sorpreso e poi infila una mano in tasca, tira fuori una chiave d'argento e me la mostra, è la chiave della porta sul retro.
< Me l'hai data quando stavamo insieme> mi dice sospirando.
Tralascio questo dettaglio e inizio un nuovo discorso.
< Beh... Di cosa volevi parlare? > chiedo impaziente di finire questa conversazione.
< Ecco... Volevo salutarti > mi dice.
Non capisco, se ne va?
< Te ne vai?! > domando incredula.
< Pyper mi ha chiesto di andare con lei in Belgio, per un anno, non voleva andare da sola visto che Layton non va con lei ma rimane qua, quindi ha chiesto a me e io ho accettato. > annuncia nervoso passandosi la mano nei capelli scuri.
< Non puoi andartene Dylan > non so perché ma sento che le lacrime crescono e stanno per straboccare.
< Devo. Non posso... Non posso stare qua e vederti, devo dimenticarti. Voglio andare avanti e farlo con Pyper, ma non posso... Tu mi piaci ancora e credo che questo non cambierà a distanza di tempo, perché tu sei tu, sei stata il mio primo amore, la mia migliore amica, sei stata la mia forza e su questo non potrò mai passare sopra e nessun altra potrà mai superare. Ma voglio andare avanti... E credimi se ti dico che questa è la decisione più difficile che abbia mai preso, perché anche adesso che lo sto dicendo vorrei prendermi a pugni, non è quello che voglio ma è quello che è più gusto fare.
Resterai sempre colei che mi ha fatto accettare la morte di mio fratello, colei con cui ho passato l'anno migliore della mia vita. Non ti porto rancore se hai scelto Layton a me, ma sappi che io scelgo e sceglierò sempre te anche a distanza di tempo > mi guarda impassibile e una sola piccola lacrima riga il suo viso.
Mi fanno male gli occhi per tutte le lacrime che ho versato e sto versando.
< Ho bisogno di te, sei il mio migliore amico, non te ne puoi andare adesso > la vista mi si appanna e d'un tratto mi sento abbracciare.
Il suo abbraccio è caldo e rassicurante, è un abbraccio sicuro dove io ormai ci ho fatto casa, dopo tutti questi anni passati con lui.
< So cosa è successo a tuo padre, vorrei esserci, ma come ho già detto non posso, Layton saprà rassicurarti molto meglio di come potrei fare io. È quello giusto Asam ma io sono troppo orgoglioso per ammetterlo una volta per tutte a me stesso. > mi sussurra a l'orecchio e mi bagna con una sua lacrima la guancia.
< No no no, dimmi che non è vero, tu non te ne stai andando e mio padre non è in ospedale > farfuglio presa dal panico.
< Mi dispiace tanto tesoro, adesso devo andare. Tu sei forte, più di quanto credi, hai fatto mettere la testa a posto ad uno come me, ma adesso non puoi aiutarmi > si scosta dalle mie braccia e va verso la porta di camera mia.
Lo guardo e non posso fare a meno di pensare che non lo vedrò più, cazzo non vedrò più il mio migliore amico, ho passato l'infanzia con lui. Non posso fare a meno di pensare che sono io la causa per cui se ne sta andando.
Mi metto le mani in faccia e lo vedo tornare indietro verso di me, mi sposta le mani, ci guardiamo nei nostri occhi rossi e lucidi dalle lacrime, mi scosta una cioccia di capelli ramati dietro l'orecchio e mi accarezza il viso.
< Quando parti? > chiedo.
< Domani dopo scuola > mi risponde percorrendo il tratto da me alla porta.
Apre la porta, mi guarda.
< Non è la fine > annuncia e chiude la porta.
Non è la fine, non è la fine, ripeto nella mia mente.
Infilo nel letto, questa giornata era iniziata bene ed è finita nel peggior modo possibile.
Credo che non riuscirò a dormire, le lacrime tracciano ancora il mio viso e credo che non smetteranno per un po'.
...
Mi alzo dal letto assonnata, triste e con la voglia di vivere pari a zero.
Mi guardo allo specchio e la ragazza che ci vedo ha il viso stanco e marcato da da due occhiaie, mi servirà un bel po' di fondotinta.
Mamma è rimasta in ospedale sta notte, mi ha mandato un messaggio rassicurante e mi ha annunciato che l'operazione è stata difficile ma è andata bene ed adesso papà è ricoverato e sta dormendo tranquillo al sicuro nel letto dell'ospedale, ciò è un enorme sollievo e toglie un masso dallo stomaco rendendomi più leggera e meno stanca di come ero.
Fatta la colazione e pronta per uscire chiamo Christian per andare a scuola.
Oggi lo devo accompagnare io visto che mamma non c'è, ma tanto per arrivare alla scuola elementare devo percorrere la stessa strada per arrivare alla mia.
< Asam ho saputo, come stai? > chiede Hirys quando arrivo a scuola.
< Mio padre sta bene per fortuna e se sta bene lui, anche io sto bene. > rispondo con poco entusiasmo.
< Roccia, vieni qui > mi chiama Derek e mi abbraccia forte.
< Dylan se ne va Derek, papà è all'ospedale > rischio di scoppiare di nuovo in un pianto.
< Lo so, lo so, ma devi stare tranquilla > mi sorride lui scostandosi dal mio abbraccio.
I due fidanzati si allontanano per andare in classe, io invece vado verso il mio armadietto per prendere un libro.
Sento un ticchettio di tacchi che camminano veloci e che si fermano proprio alle mie spalle.
Mi giro dubbiosa e mi trovo una faccia troppo familiare per i miei gusti.
I suoi capelli platino risplendono e le sue labbra sottili, a differenza di suo fratello, e colorate dal rossetto nascondono un ghigno che non mi piace per nulla.
< Cosa vuoi Klein? > dico sospirando.
< Oh, nulla, volevo solo salutarti e ringraziarti > annuncia sorridendo.
Sono confusa.
< Ringraziarmi? > domando.
< Si, è dalle medie che vado dietro a Dylan e tu eri sempre nel mezzo, ho cercato di farti capire di lasciarlo stare, ma tu sei una testarda vero?! Ad ogni modo, adesso è mio e ho ottenuto ciò che volevo. > sghignazza.
Ma cosa sta dicendo? È per questo che mi ha fatto tutte quelle cose? Perché voleva stare con Dylan? Stiamo scherzando?!
< Mi fa piacere, adesso puoi lasciarmi stare o vuoi che rovini quel tuo bel nasino?! > le dico spazientita.
Mi guarda soddisfatta ignorando la mia minaccia, gira i tacchi e se ne va.
Non sapevo che altro risponderle, sono stanca e non ho voglia proprio di stare a discutere con una persona del genere, tantomeno parlare con qualcuno oggi, voglio stare soltanto chiusa nel mio mondo e farmi gli affari miei.
...
La giornata scolastica è finita per fortuna, non ce la facevo più.
Layton non c'era oggi, è andato ad accompagnare insieme a Daisy Sasha all'aeroporto, la sua permanenza qui è finita e io non so se esserne felice, ad ogni modo, non so quando la rivedrò.
Prendo l'autobus che mi porta all'ospedale dove è ricoverato mio padre.
Mi fermo al bar dove ordino un caffè, poi salgo verso il secondo piano.
Mentre percorro il corridoio chiedo a dei medici dov'è la stanza di mio padre e loro me la indicano, cammino verso di essa.
La porta della camera di mio padre si apre di colpo quando io sono ancora a dei metri di distanza.
Esce un ragazzo che io riconosco subito. Ci mancava solo il mistero di Hyram a rovinarmi la giornata.
Ancora non ho capito perché stava parlando con mia madre e adesso con mio padre.
Si gira e fa incrociare i suoi occhi ramificati con i miei normali, senza un minimo di particolarità.
Ci stiamo guardando, nel suo sguardo percepisco un filo di paura nel vedermi e ciò mi fa strano, Hyram per quanto io lo conosca poco, è sempre stato molto sicuro di se.
Se ne va senza rivolgermi la parola.
Decido di entrare nella stanza di mio padre con cautela e lo vedo disteso con una gamba ingessata e sollevata, anche il braccio a sua volta uguale alla gamba e il busto fasciato, per quanto riguarda il viso non ha nulla, solo dei graffietti e porta al collo il collare per stare il più fermo possibile.
I suoi occhi sono chiusi e decido di fare piano e di sedermi.
< Asam > sento chiamarmi.
Mi alzo di scatto in piedi e vedo che mio padre è sveglio e cerca di sorridere.
Gli do un bacio sulla fronte e mi scendo una piccola lacrima di sollievo nel vederlo ancora vivo.
< Non piangere piccola, sto bene > mi dice.
< Sono stata così in pensiero > rispondo, lui mi guarda e mi sorride ancora.
Cominciamo a chiacchierare e mi racconta di come ha perso il controllo della macchina, mi rassicura molto sentire la sua voce e vedere che nonostante io sia stata così lenta a chiamare l'emergenza lui è ancora qua che racconta cosa è successo.

WEE RAGAZZII, questo capitolo è finito, che ve ne pare?!!
Devo dire che mi sono un po' commossa nella scena iniziale, sarà stato l'effetto della musica ahahaha
Ditemi cosa ne pensate nei commenti!

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