Capitolo 20

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PDV FRANK
L'agitazione scorreva nelle mie vene, ero più nervoso ed ansioso di sempre. La mia vita non ruotava solo attorno agli incontri clandestini ma anche attorno ad altro...Avevo sempre detto ad Elisabeth di far parte di un "giro" lei aveva sempre creduto che fossero solo gli incontri ma non era così...
Stavo caricando la mia pistola e le mani mi tremavano come se avessi paura solo a sfiorarla.
La mia prima pistola la utilizzai a 15 anni, per una rapina ma ebbi così tanta paura che mi cadde da mano, appena la puntai contro un commesso di una gioielleria.Ricordo ancora i suoi occhi che fissavano, spaventati, i miei  che fuoriuscivano da un passamontagna, ricordo le sue ultime parole,spezzate dalle lacrime: "vi prego,ho un figlio !" e poi partì il colpo.Non da me ma da Johnny e fu fatale per quell' uomo, si accasciò ed io restai inerme. Johnny urlava: "muoviti! Andiamo!! Corri! Corri!!!" la mia pistola cadde a terra ed io a stento respiravo.Riuscii a fuggire quando udii le sirene dei carabinieri e fu in quell'istante che le gambe mi si sbloccarono e raggiunsi Johnny in auto.
Ricordo tutto come se fosse ieri e credo che mai dimenticherò gli occhi di quell' uomo. Mi ha sempre sorpreso come Johnny ci sia riuscito,beh io no,io ho ancora tutta la scena che mi passa dinanzi agli occhi e credo sarà la mia maledizione eterna.
Misi la pistola dietro alla schiena,incastrata nei jeans,sospirai ed uscii di casa facendomi coraggio.
Oggi avrei dovuto fare la mia ennesima rapina ed ogni volta,era la stessa storia: ero agitato,nervoso ed avevo paura.Non di morire ma di vedere qualcuno morire.Non ho mai ucciso nessuno ma ho visto gente morire,davanti ai miei occhi,per mano di altri ed il solo pensiero che potesse accadere ancora, mi uccideva.
"Sei pronto? " chiese Johnny appena entrai in auto.
"Sì" risposi freddamente.
Partimmo e come sempre mi giuravo: " è l'ultima volta che lo fai" ma in cuor mio,non era mai l'ultima volta e lo sapevo ma a pensarlo,riuscivo a star bene,anche solo un nano secondo.
Elisabeth non sapeva nulla di questo,sapeva degli incontri e basta, non sapeva che spacciavo,che facevo rapine e che infliggevo vendette per conto dei miei "capi" a chi,secondo loro,le meritavano. I soldi c'erano,pure tanti ma mancava altro dentro me e ciò che mi mancava,me l'aveva dato lei.L'amavo con tutto me stesso e non potevo perderla ma ricordo bene cosa mi disse: "non dirmi più bugie" guardandomi con i suoi grandi occhi che ogni volta penetravano la mia anima.Ed invece,questa era l' ennesima bugia e saperlo mi spezzava il cuore,volevo dirle la verità ma non potevo,questi erano gli "affari" e già l'ultima volta pagò lei,rischiando la vita.Non potevo metterla in pericolo ancora,dovevo proteggerla,anche da me.Lei era tutto per me ed io dovevo farle da scudo,per la vita. Arrivammo,scendemmo dalla macchina, ci calammo i passamontagna ed entrammo nella banca nel centro della città.
"Mani in alto e dateci tutto" puntai la mia pistola contro tutti.

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