Capitolo 26

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''Okay,siamo arrivati.Io ti aspetto giù,qualsiasi cosa urla che salgo e lo sventro'' disse Jay col suo sorrisetto nervoso.

''Stai tranquillo,aspettami qui e grazie,davvero'' risposi uscendo dall'auto. Entrai nel palazzo senza neppure bussare al citofono,dato che il cancello era aperto,sospirai e salii le scale.

Ero di fronte alla porta del suo appartamento,dentro di me avrei voluto scappare ma dovevo affrontare la realtà e dovevo affrontare Frank,per mio figlio. Mi armai di coraggio e bussai.

Mi aprii subito,indossava dei pantaloni neri ed una felpa grigia e nera sopra ed il solito snapback con la visiera girata all'indietro,la solita sigaretta tra le le labbra ed il solito sguardo cupo.Era sempre bellissimo.

''So già cosa vuoi dirmi ed accetterò qualsiasi insulto o cosa cazzo sia'' disse accendendosi la sigaretta appoggiandosi al tavolo della cucina mentre io mi sedetti sul divano,la casa era piccola,quindi non eravamo tanto distanti.

''Quindi,prego'' disse col suo solito menefreghismo e la sua solita arroganza,già mi aveva spazientita ma pazientai e cercai di ripetermi nella testa :''Non mandarlo a fare in culo''.

''Non me ne fotte un cazzo della tua rapina''risposi seriamente e notai che la mia reazione lo sorprese ed il mio tono serio ancor di più.

''Oh...Allora?'' chiese aspirando la sigaretta.

''Frank,sono stata all'ospedale...'' 

''Stai bene???'' domandò preoccupato sedendosi di fianco a me.

''Sì...'' farfugliai.

''Cazzo,Elisabeth! Parla!!'' urlò.

''Sono incinta'' dissi di getto.

Finalmente l'avevo detto,non ce la facevo più,mi sentivo più leggera ormai era fatta.

Frank non rispose,si limitò a tenersi il capo tra le mani quasi fosse disperato e la sua reazione mi irrigidì.

''Non dici niente?'' domandai.

''Cazzo...'' farfugliò.

''Dovevo aspettarmela una reazione di questo tipo da te anzi ti dirò di più ne ero consapevole e preparata'' dissi alzandomi e dirigendomi verso la porta. Lui guardò ogni mio movimento ed era alquanto impaurito,lo si leggeva in faccia.

''...E sai cosa? Non ti chiedo nemmeno di fare il padre e nemmeno di starmi vicino.Non sei obbligato a far nulla e non hai alcuna responsabilità,te l'assicuro.L'avresti se fossi meno bambino di ciò che vuoi far trasparire ma io ti conosco e so che da te non potrei aspettarmi mai nulla di simile. Non ti chiedo nulla,la tua reazione,i tuoi occhi,il tuo viso,parlano per te. E mi basta,so cosa significa vivere senza di te e mio figlio lo imparerà presto,ti saluto e ti lascio alla tua vita.Io ho un figlio da crescere'' dissi uscendo e sbattendo la porta di casa sua. 

Ero fiera di me,delle mie parole e di ciò che avevo fatto. Strinsi le mani sulla pancia e sussurrai a mio figlio,mentre scendevo le scale:''Ce la faremo,te lo giuro''.

Uscii dal palazzo ed entrai in auto.

''Allora?'' domandò curioso Jay.

''Allora niente,dovevo aspettarmelo.Torniamo a casa'' risposi sorridendo.

''Non sei triste?'' domandò Jay sorpreso dal non vedermi piangere disperata per Frank.

''No,ho lui'' risposi accarezzandomi la pancia,Jay mi sorrise e posò una mano delicatamente sulla mia pancia e poi partimmo.

Non piansi perché non era momento di piangere,ero felice.Sì,ero felice per la donna che ero e per la madre forte che sarei stata per mio figlio.

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