Capitolo 37

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Finalmente arrivammo. 

Il viaggio durò,più o meno,un'ora. Non avvertivo più sensibilità alle gambe ed al sedere. 

''Cazzo,che male!'' mi lamentai appena scesi dall'auto.

''Potevano metterlo in un carcere più vicino!'' disse Jay con la sua solita vena ironica e riuscì a strapparmi un sorriso.

L'edificio era immenso,un colore anonimo ossia il bianco ed ovviamente sorvegliato da molte guardie carcerarie. 

Entrammo e l'interno,probabilmente,era più brutto dell'esterno. Non c'erano molte persone ma notai molte famiglie ed anche molti bambini.

''Io ti aspetto qui'' disse Jay dirigendosi fuori.

 Mi avvicinai ad uno sportello ed al suo interno notai che vi era un tizio,credo fosse una specie di ''segretario alla reception''con la differenza che qui eravamo in un carcere.

Subito rilasciai il mio nome al tizio che si affrettò a cercarlo nella lista delle persone che potevano fargli visita e c'era. 

''Ora il  mio collega dovrà perquisirla prima di lasciarla entrare. La borsa può deporla in uno di quegli armadietti,questa è la chiave''.

''Grazie...'' presi la chiave e lessi ''2B''. Cercai l'armadietto 2B e misi dentro la borsa,lo chiusi e diedi la chiave,di nuovo,al tizio. 

Mi diressi verso l'entrata della sala colloqui ed una delle guardie mi perquisì. Mi frugò nelle tasche e mi toccò a colpetti ovunque,la cosa non mi faceva piacere ma era la prassi. 

''Signorina,può sedersi a quel tavolo'' disse gentilmente,indicandomi il tavolo dove avrei incontrato Frank.

''Grazie...''bofonchiai.

Mi sedetti ed aspettai. 

Dopo qualche minuto sentii una sottospecie di suono di apertura di porte metalliche ed uscirono i detenuti.

Erano tutti vestiti con una tuta arancione. C'erano facce belle,facce tatuate,facce tristi,facce arrabbiate e facce felici. Erano giovani,anziani,uomini di mezza età insomma c'erano varie generazioni. Alti,bassi,magri,corpulenti,muscolosi,mori,biondi,bianchi,neri,grigi...

Alcuni abbracciavano le proprie mogli,fidanzate,sorelle,mamme o semplicemente amiche altri si limitavano a sedersi e tirare un sospiro scocciato.

Alzai lo sguardo per vedere se Frank ci fosse ma non c'era ancora traccia di lui. 

Iniziai a sentire l'agitazione scorrermi nelle vene e lo stomaco iniziò ad essere invaso dai crampi.

Ognuno di loro entrava dopo che una guardia l'aveva perquisito,quindi 5 minuti a testa passavano. 

Tamburellai con le dita sul tavolo,presa dall'ansia ed iniziai a pensare che forse Frank non aveva accettato la visita.

Ad un tratto,alzai nuovamente lo sguardo e vidi Frank. 

Era sempre uguale,milioni di tatuaggi,fisico più pompato (forse per trascorrere le giornate passava il tempo ad allenarsi in cella) l'unica differenza erano i capelli,glieli avevano rasati. Ma stava comunque bene,con quella tuta,i tatuaggi ed il capo rasato pensai che l'aria da galeotto,la possedeva completamente.

Non si accorse di me,dato che fissava la guardia che lo perquisiva,finché  quest'ultimo gli disse il numero del tavolo. Cercò il tavolo e mi vide. 

Credo che per un istante mi si fermò il battito cardiaco. Mi intimoriva il suo sguardo,tant'è che abbassai il mio ma sentivo che il suo era ancora su di me. 

Si sedette,senza nemmeno salutarmi ed avvertii la sua presenza ''pesante''.

Alzai lo sguardo ed incrociai i suoi occhi color carbone.

Restammo in silenzio,né io né lui avevamo il coraggio di parlarci. 

Finché dalla mia bocca fuoriuscì un flebile ''Ciao''.

''Ciao'' rispose freddo.

''Come stai?'' continuai mentre i suoi occhi non lasciavano nemmeno un secondo i miei.

''Non mi lamento,tu?'' disse incrociando le braccia.

Una volta a scuola mi dissero che nel ''linguaggio del corpo'' quando una persona incrocia le braccia mentre parla con un'altra significa che non ha voglia di interloquire con quest'ultima. Il pensiero di ciò,ovviamente non mi era d'aiuto.

''Bene...'' risposi.

''Perché sei venuta qui?'' domandò nervoso. Capii che era nervoso dal momento in cui iniziò a muovere la gamba senza fermarsi.

''Volevo vedere come stavi'' riposi.

''Beh,l'hai visto. Puoi anche andartene''.

La sua risposta mi spiazzò,non capivo perché ce l'avesse con me e non mi importava. Il mio interesse c'era stato e come sempre lui non aveva saputo apprezzarlo.

''Bene. Allora ti saluto'' risposi alzandomi. Non si aspettò questa risposta e questa reazione da me,tant'è che mi guardò stranito credeva che facessi la ''pazza'' invece fu zittito dalla mia indifferenza.

''Elisabeth,siediti.Aspetta'' disse prendendomi per il polso.

''Non toccarla'' disse ammonendolo una delle guardie.

''Scusa...Sono nervoso,non è facile qui. '' disse tenendomi una mano. 

Il suo calore,quelle mani,mi riportarono indietro nel tempo a tutti i nostri contatti...

''Capisco'' risposi fredda.

''Mi manchi,ti penso ogni giorno. Tra 6 mesi uscirò'' aggiunse.

''Sono contenta per te'' risposi nuovamente fredda.

''Non sei felice?'' domandò stranito dalle mie risposte.

''Per te sì'' 

''Se esco,voglio ricominciare con te. Sei la cosa più importante della mia vita'' disse mentre mi guardava negli occhi.

Era sincero,i suoi occhi parlavano per lui. Ma io non ero più pronta per stare con lui.

''Elisabeth...Guardami...''

Alzai lo sguardo e non riuscii nemmeno a dire una parola.

''Non mi ami più'' disse Frank.

''Frank,non posso più amarti.Mi sono fatta troppo male con te'' risposi guardandolo negli occhi.

Capii che ero sincera e mi lasciò le mani.

''Elisabeth,io ti amo. E ti amo ancora,voglio te'' aggiunse.

''Sono felice che tu stia bene,che a breve uscirai e soprattutto che ti rifarai una vita...'' 

''La mia vita sei tu'' disse interrompendomi.

''....Sono venuta qui per vedere come stessi ma sarà l'ultima volta. ''

''Elisabeth...Amore'' mormorò con gli occhi lucidi.

Mi si spezzava il cuore vederlo così ma dovevo essere sincera.

''Ma non posso più amarti,mi dispiace'' dissi decisa.

Frank si asciugò con una mano gli occhi e voltò il viso di lato per non farsi vedere. 

''E' finita?'' domandò.

''Sì,Frank'' risposi.

''Mi dispiace ma non posso più'' mi allungai sporgendomi verso di lui e gli lasciai un lieve bacio sulle labbra mentre la guardia mi urlava,in lontananza,di star seduta.

Ricambiò il bacio e le sue labbra erano sempre morbide,come una volta.

Gli lasciai una carezza sul viso e lui chiuse gli occhi,era bellissimo come sempre.

''Ti amo'' sussurrò con la voce spezzata.

''Ciao Frank'' sussurrai,andandomene via.

Tu Mi Appartieni 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora