Capitolo 43

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Isabelle's POV
Non ricordo nemmeno come trovai il terrazzo della residenza Trueblood, ma fu un bene, restai lì a guardare il paesaggio. Non eravamo a New York, un po' più in la, quindi niente palazzi o macchine ma solo verde ed era piacevole. Mi aiutò a rilassarmi, ero seduta ad un tavolino a sentire il vento accarezzarmi la pelle «Signorina Penhallow..» disse una voce accanto a me, all'entrata, mi voltai «Non siete andato con gli altri?» chiesi, Dayven sorrise «Avevo delle cose da sistemare quì.» sospirai «Beh, chiedo scusa se sono andata nel terrazzo senza permesso. Tolgo il disturbo.» dissi alzandomi di fretta «No, aspettate!» Dayven mise una mano avanti con fare ammonitore «Potete restare. Volete che vi porti qualcosa?» chiese «Sembrate.. Nervosa e.. Triste, avete pianto, lo vedo.» disse «Siete perspicace, ma non ha importanza. Grazie lo stesso.» dissi cercando di liquidarlo in tutti i modi possibili «Vi prego, sfogatevi. Vi ascolterò, qualunque cosa essa sia.» disse «Sentite..» - «Diamoci del tu.» disse sorridendo maliziosamente «Non ho voglia di avere questo grado di confidenza con voi. È da un anno che sopporto le vostre avances e, davvero, credevo di avervi detto di essermi stancata. Quindi, gentilmente, mi piacerebbe che voi non mi parlaste più.» mi guardava, non diceva nulla, ma le labbra restavano incurvate in quel ghigno insopportabile. "A mali estremi, estremi rimedi." Pensai. Rientrai dentro lasciandolo lì.

Non so con quale coraggio tornai in camera nostra,
ma Lilian non c'era.
Provai a chiamarla svariate volte preoccupata, chiusi anche la porta a chiave, non si poteva mai sapere che Mr. Sonofigoedonnaiolo venisse in mente la buona idea di disturbarmi in un momento in cui i miei nervi erano tesi a fior di pelle, avrei decisamente rischiato di prenderlo a pugni in faccia.
Il mio telefono segnava 80 chiamate in tutto a stacchi di 5/10 minuti, non credevo proprio che potesse essere andata in qualche angolo dell'abitazione se la conoscevo bene, era troppo pigra per esplorare e si starebbe decisamente scocciata, l'alternativa era solo che fosse uscita. Quando Robert e gli altri tornarono ancora non avevo sue notizie, fui costretta a prendere quest'ultimo da parte e portarlo in stanza in modo tale che potessimo avere un po' di privacy
«Che succede Isabelle?» dal tono di voce si capiva che aveva intuito che qualcosa era successo, chiusi nuovamente la porta a chiave «Lilian è scomparsa.» dissi, la sua faccia si trasformò in una maschera di sbigottimento mista a terrore «Che vuoi dire?» chiese «Intendo dire che.. Mi sono allontanata un attimo e quando sono tornata in camera lei non c'era più.» risposi cercando di non scoppiare a piangere «Questo quando è successo?» aggrottò la fronte «Poco più di.. Due ore fa..» - «E non hai pensato di chiamarmi prima?!» quando alzava la voce mi metteva quasi paura «Continuavo a chiamarla.. Volevo tenere il telefono libero..» dissi arretrando, si passò una mano tra i capelli visibilmente preoccupato, quella stessa mano si spostò sulla faccia a coprire la bocca, fissò il vuoto per qualche secondo pensieroso «Cambiati. Torniamo fuori e sta volta vieni anche tu.» disse uscendo dalla stanza sbattendo la porta facendomi così sobbalzare. Era visibilmente nervoso, non so se lo ero più io o lui, ma la cosa in quel momento era irrilevante.

(#Wattys2016) She's my parabatai [In fase di correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora