Capitolo 40

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Lilian's POV
Bussai «Sì?» ed entrai «Perché bussi se la stanza è anche la tua?» chiese Isabelle mettendo le mani sui fianchi «Non si sa mai.» risposi, presi il libro che avevo posato sul comodino e mi stesi sul letto nella speranza di poterlo leggere, con tutto che sapevo che di concentrazione ce ne sarebbe stata poca e niente. Per fortuna se ne erano andati tutti, anche Dayven con mia grande fortuna «Lily..» Non riuscivo a vedere Isabelle a causa del libro che avevo in mano a farmi da paraocchi «Dimmi Iz..» la sentii sospirare «Credo che dovremmo parlare. Io non.. Non ce la faccio più, non mi va di continuare questa cosa dell'ignorarci a vicenda.» disse «Va bene, parla. Ti ascolto.» risposi, vedendo che non posavo il libro Isabelle me lo tolse dalle mani e si sedette sul suo letto accanto al mio, non mi restava che fare la stessa cosa «Cosa devi dirmi?» le chiesi «Io.. Non voglio che continuiamo ad ignorarci, per questa cosa.» rispose, mi sembrava nervosa «Sei quì per parlarne infatti se non erro.» dissi «Esatto.» si mosse sul letto «Sono rimasta abbastanza scossa quando Clariss mi ha rivelato quello che tu provi per me, ma questo già lo sai.» non parlavo, la guardavo solamente, poteva rispondersi da sola «Il fatto è che.. Io non voglio darti false speranze, ma la verità è che io adesso mi sento un po' confusa..» mi stava prendendo in giro? «Non capisco cosa intendi, né tanto meno cosa tu stia cercando di dirmi.» dissi «Non riesco a spiegarmi okay?!» sbottò, si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio, chiaro segno del suo nervosismo. È una cosa che ho imparato con gli anni «Quello che voglio dire, è che non mi sento né di darti un sì, né di darti un no! Perché devo schiarirmi le idee.» se la vista non mi ingannava, i suoi occhi erano lucidi «Il fatto è che non voglio che per questa cosa il nostro legame parabatai svanisca. Perché non ti voglio perdere.» adesso stava deliberatamente singhiozzando, si coprì la faccia con le mani. Contorsi la mascella "Bel casino." Pensai, non sapevo cosa fare, anche se mi struggeva vederla in quel modo.. Beh, allora tanto valeva andare a rigor di logica. Mi sedetti accanto a lei, non ci pensò due volte a sedersi sul mio ginocchio per abbracciarmi, un po' come fanno i bambini «Ti prego, non andartene mai.» disse trattenendo i singhiozzi, le carezzai la schiena «Non me ne vado.» mi trattenni, non mi andava di piangere anche io, sentii la sua presa rafforzarsi. La abbracciai, perché doveva fare così? Quando fu un po' più calma poggiò la sua fronte sulla mia, aveva il trucco sbavato ma era maledettamente bella lo stesso.

(#Wattys2016) She's my parabatai [In fase di correzione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora