Louis trascino' la sua pesante valigia fino alla porta del dormitorio e poi si fermò con il fiatone davanti all' edificio. Aveva percorso, dalla segreteria, almeno due chilometri e ancora non si capacitava del fatto che il college potesse essere così grande. Sbuffo' e riprese a trascinare il suo bagaglio, aprendo il portone con una spallata e sbiancando di fronte alla scritta "guasto" appesa con lo scotch sull'ascensore. Decisamente, non era il suo giorno fortunato.
Si guardò intorno e scorse solo i lunghi corridoi che si aprivano ai suoi lati e che riportavano i numeri delle stanze dall'uno al cinquanta. Ricontrollo' il foglio che gli era stato dato e il numero sulla sua chiave e sì, dovette ammettere, la sua stanza era proprio la 111. Ciò significava solo una cosa : tre piani di scale con il suo enorme bagaglio.
"É il momento di dimostrare che esisti, Dio." Penso' Louis, ma, dopo aver atteso sul pianerottolo qualche segno divino per diversi minuti, si passo' la mano tra i capelli con disperazione e ricomincio' a trascinare la sua valigia su per le scale.Louis si passò una mano tra i capelli, lo faceva sempre quando era nervoso, e girò la chiave nella toppa. La porta si aprì con un cigolio sinistro e il ragazzo si guardò intorno. C'era un divano con la televisione e, subito dietro, la cucina, piccola ma funzionale. Ai lati del soggiorno di aprivano tre porte, di cui due erano le stanze da letto e una, presumibilmente, il bagno. Rimase un attimo impalato sulla porta, scrutando l'ambiente circostante, poi iniziò a trascinare la valigia verso il soggiorno.
Si bloccò quasi immediatamente alla vista di un ragazzo stravaccato sul divano, gli occhi chiusi contornati da lunghe ciglia nere e i ricci che gli ricadevano sul viso perfetto, incorniandolo. Aveva gambe chilometriche che sporgevano dal piccolo divano e, cosa su cui Louis si soffermo' più a lungo, era a petto nudo e i suoi addominali scolpiti gli facevano da una parte invidia, dall' altra sembravano suggerirgli di accarezzarli. "Ma cosa diavolo mi viene in mente!?" Si ritrovò a pensare, arrossendo lievemente.
-Cazzo hai da fissare?-ringhio' il ragazzo tirandosi su e fissandolo con astio. Quando incontrò gli smeraldi che aveva al posto degli occhi, Louis perse un battito e arrossi' anche di più. Rimase in silenzio lunghi attimi, cercando di formulare una risposta intelligente.
-Allora?- incalzo' il suo nuovo coinquilino. Lui si riscosse immediatamente. -Ecco...mi hanno assegnato questo appartamento per il resto dell' anno, piacere, mi chiamo Louis. Louis Tomlinson.-riuscì a dire, spostando il peso da un piede all' altro, imbarazzato. Non ci sapeva fare granché con le persone.
-Mi avevano avvertito.-sogghigno' l'altro.-Vedremo quanto ci metterai a scappare a gambe levate, coinquilino.-disse, lasciando Louis spiazzato.
-Come?-balbetto' , certo di aver capito male.
-Che ti sia chiaro questo, ragazzino. Odio condividere i miei spazi e tu non sei il benvenuto, quindi se fossi in te chiederei subito il trasferimento. Chissà, magari al dormitorio femminile hanno ancora spazio per te.-ghigno' , alzandosi e chiudendosi nella sua stanza.
Louis rimase impalato nel soggiorno, fissando la porta chiusa del suo nuovo coinquilino. Si prevedeva un anno davvero tremendo.
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Stanza 111
FanfictionLouis si é appena trasferito nel dormitorio del college e gli é stata assegnata la stanza 111 , occupata da Harry Styles, il ragazzo più stronzo del pianeta ma, Louis lo deve ammettere, anche il più bello. L'unico problema: Harry odia condividere i...