capitolo quarantasei

5.4K 329 17
                                    

-Zayn.-disse a mò di saluto Liam senza nemmeno voltarsi, fingendo di essere molto impegnato a scrutare ogni prodotto sullo scaffale.
-È incredibile come le coincidenze...-fece per dire Zayn, subito interrotto da Liam, che si voltò di scatto per affrontarlo, le parole di Harry che ancora gli bruciavano in mente.
-Voglio che tu mi lasci in pace.-sibilò. Zayn lo guardò confuso.-Se è per quello che ho detto l'altra volta...-iniziò, palesemente divertito.
-È per quello che hai detto due anni fa.-rispose tagliente Liam.
-Non capisco.-
-Ho parlato con Harry. Diciamo che era a conoscenza di una versione ben diversa di ciò che è accaduto due anni fa. E sei stato tu a dirgli quella marea di cazzate sul mio conto, nonostante sapessi che tenevo a lui e che non volevo perderlo.-rispose. Due anni prima avrebbe pianto, adesso lo fissava senza versare una lacrima, lo sguardo ferito ma duro.
Zayn alle sue parole sussultò, poi fu scosso da un lieve tremito e, in meno di un attimo, Liam si ritrovò sbattuto contro lo scaffale, mentre il più grande lo teneva premuto con forza dopo avergli artigliato la camicia.
-Che cazzo fai?!-sbottò Liam, mettendo le mani sopra quelle di Zayn e provando a fargliele staccare, dato che iniziava a sentirsi mancare l'aria.
-Che hai detto ad Harry?-quasi urlò Zayn.
-Cosa?-soffiò Liam, confuso.
-Lo sa? Sa che gli ho mentito?-ringhiò Zayn.
Liam sentì la rabbia ribollirgli sotto pelle dopo quelle parole. Era solo di questo che si preoccupava? Non gli doveva nemmeno una spiegazione?
Spinse via il più grande con un calcio nello stomaco piuttosto potente, che lo fece cadere a terra, preso di sopresa.
Liam si chinò su di lui e lo afferrò per il bavero della giacca di pelle, assestandogli un pugno in pieno viso, che probabilmente gli avrebbe lasciato un occhio nero.
-Non glielo ho detto, stronzo. Gli ho detto che non sapevi la verità. Perchè a differenza di te, mi faccio degli scrupoli a farti soffrire.-sputò, lasciando andare la sua giacca e allontanandosi. Le mandorle erano l'ultimo dei suoi pensieri in quel momento. E pace se Niall si sarebbe disperato.
-Sei ancora innamorato di me?-sentì dire da Zayn mentre usciva dal reparto e poi dal negozio, che per fortuna era quasi vuoto.
Non rispose, perchè non voleva dargli la soddisfazione di vederlo debole ancora una volta.

Louis trascorse il pranzo della vigilia con Harry, facendogli visitare il centro di Doncaster e rallegrandosi di non aver incontrato nessuno dei suoi compagni del liceo. Tornarono a casa per la cena, che passarono con le mani intrecciate sotto la tavola, seguendo distrattamente le conversazioni ed estraniandosi quasi del tutto da quell'ambiente che, almeno in teoria, avrebbe dovuto rappresentare il prototipo della famiglia felice, cosa a cui nessuno di loro era abituato.
-Allora, Harry, ti è piaciuta Doncaster?-domandò affabilmente Jay, riscuotendolo dai suoi pensieri, che erano per lo più concentrati sulla mano di Lou nella sua.
-Sì, è parecchio diversa da Londra, ma ha il suo fascino, direi.-iniziò a dire Harry, quasi subito interrotto dalla voce del patrigno di Louis, che si rivolse al figliastro con tono sconcertato.-Che diavolo è quello?-chiese, indicando un punto sul collo di Louis. Lui, instintivamente, si andò a toccare il collo, guardando confuso l'uomo, che lo scrutava.
-È un succhiotto.-decretò infine il patrigno, neutro. A quel punto Louis avvampò terribilmente e si coprì nel punto in cui Harry gli aveva marchiato la pelle appena prima di partire. Strinse più forte la mano del suo ragazzo e lo sentì irrigidirsi lievemente.
-Rick.-ridacchiò Lottie, tentando di smorzare la tensione.
Jay si sporse verso il figlio e sorrise.-Allora, Lou, hai qualcosa da dirci?-rise, buttandola sullo scherzo. Louis scosse lievemente la testa, deglutendo e abbassando il capo.
-Qualche bella ragazza?-lo stuzzicò sua madre, con un sorrisetto complice, che allentò la tensione e sembrò riportare l'atmosfera a un livello vivibile. O almeno, così sarebbe stato se Rick non avesse borbottato, abbastanza forte perchè tutti lo sentissero e guardando Louis con sguardo tagliente.-Come se questo frocetto avesse una ragazza.-
-Rick.-lo ammonì Jay, aggrottando la fronte.
-Non prendiamoci per il culo, tesoro. Sappiamo entrambi che è uno sporco frocio. Quel succhiotto deve averglielo fatto il cazzone da cui si fa scopare.-ringhiò, ormai alterato. Louis si irrigidì e, prima che Harry potesse intervenire, si alzò in piedi di scatto.
-Sì, stronzo, sono frocio. E sì, questo succhiotto me lo ha fatto il mio ragazzo, che non è solo uno da cui mi faccio scopare, ma la persona che amo. E sono stanco di te e delle tue cazzate bigotte, del tuo odio ingiustificato nei miei confronti e delle battutine. Sono stanco di te e basta, vecchio figlio di puttana!-sbottò, tremando da capo a piedi ma, per una volta, non di paura ma di rabbia. Rick rimase a bocca aperta, incapace di articolare una sillaba.
-Andiamo via, Harry, per favore.-disse a quel punto Louis. Harry si alzò e gli afferrò la mano, posandovi sopra un baco delicato, facendo sgranare ancora di più gli occhi a tutti quelli che erano a tavola, eccetto Lottie, che sembrava perfettamente preparata ad uno sviluppo del genere e che si alzò per baciare a sua volta il fratello. Harry trascinò Louis su per le scale e scese in fretta portando le valige di entrambi. Salutò con un bacio sulla guancia la sorella di Louis, che gli sussurrò un -Trattamelo bene- e poi accennò un saluto in direzione di Jay, ancora seduta a tavola, scioccata sia dal marito che dal figlio.-Grazie della cena.-borbottò, poi, rivolto a Rick, aggiunse.-E, perchè lei lo sappia, se si azzarderà un'altra volta a ferirlo non esiterò a fargliela pagare.-disse, la voce così inespressiva da risultare terribilmente inquietante.
Trascinò Louis in giardino e poi in macchina, dove lo fece sedere e gli asciugò le guance, da cui le lacrime avevano iniziato a scendere copiose.
-Va tutto bene, micino. Sei stato grande, va tutto bene.-continuava a ripetergli come una litania, baciandogli le guance di tanto in tanto.
-Cerchiamo di arrivare a casa in tempo per Natale, mh?-sorrise, baciandolo sulle labbra con delicatezza, quasi potesse rompersi.-Perchè non c'è niente che desideri di più che trascorrere il Natale con te.-sussurrò sulle sue labbra, sentendo finalmente che il bacio veniva ricambiato.
-Anche io, Harry, anche io.-mormorò Lou, affodando la testa nell'incavo del suo collo e respirando il suo odore. Quella era la sua casa.

Stanza 111Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora