capitolo trentaquattro

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L'incontro di Harry sarebbe stato la settimana dopo e Louis aveva iniziato a fare mentalmente il conto alla rovescia, sentendo la propria ansia aumentare esponenzialmente. Da una parte aveva paura di fare l'amore con Harry, dall' altra non faceva che chiedersi come sarebbe stato e ne era entusiasta. In quei giorni Harry era stato dolce e attento e gli aveva chiesto più volte se fosse sicuro della sua scelta, ripetendogli che poteva tirarsi indietro quando voleva, ma Louis lo aveva sempre rassicurato, dicendogli che voleva farlo.
Intanto aveva continuato ad andare a lavoro, ma lui e Liam si parlavano a stento e di questo soffriva, ma non aveva intenzione di ascoltare ancora le raccomandazioni dell' amico, né intendeva allontanarsi da Harry. Gli sembrava di vivere in una bolla di felicità e quei giorni gli sembrarono perfetti, nonostante le occhiate preoccupate che gli lanciava Liam e i consigli terrificanti che Niall gli aveva dato sul sesso. Seriamente, doveva ricordarsi di non chiedere mai più un consiglio a Niall. Su niente. Mai. A pensarci ancora gli venivano i brividi.
Arrivò in fretta il giorno dell' incontro, che si sarebbe tenuto nel pomeriggio e sarebbe stato composto da due incontri di quindici minuti ciascuno, con una pausa di cinque minuti tra uno e l'altro. Harry e gli altri della sua palestra erano tra gli ultimi, quindi sarebbero rimasti dalle cinque del pomeriggio fino alle otto di sera.
-Ti senti pronto?-gli chiese ansioso Louis, mentre Harry preparava il borsone. L'altro ghignò e ammiccò nella sua direzione.-Ovvio. Sembri più in ansia tu di me, moccioso.-disse, facendo sorridere Louis.
-Un po' lo sono. Comunque, se vinci ti offro una cena in un posto a tua scelta.-propose.
-Ci sto. Sappi che non hai speranza che io perda.-rise l'altro.
-Questo lo vedremo.-disse Louis con una scrollata di spalle, ma sorridendo sotto i baffi.
-Mi aspetto di vederti sugli spalti, piccolo.-
-Ci sarò, lo sai. Alle cinque in punto sarò lì.-
-Va bene, a dopo.-sorrise Harry, chinandosi a baciarlo e coinvolgendolo in un bacio mozzafiato, che fece ansimare Louis quando si separarono.
-Sei bellissimo, Lou.-soffiò sulle sue labbra Harry. L'altro arrossì, distogliendo lo sguardo.-Come no. Ora vai, se non vuoi che Mark venga a trascinarti via.-
-Già, ci tiene un sacco ai suoi discorsi di incoraggiamento pre-gara.-sghignazzò Harry.-A dopo.-disse ancora, uscendo in fretta di casa per dirigersi alla palestra. L'incontro si svolgeva vicino alla palestra dove Harry era solito allenarsi, in una struttura apposita di proprietà del comune, e vi si sarebbero riuniti lottatori di ben cinque palestre di arti marziali di Londra. Louis ci sarebbe andato a piedi un'ora dopo, appena l'ingresso fosse stato aperto agli spettatori, e, in ansia, cominciò a girovagare per casa cercando di calmarsi. Lo sguardo gli cadde sul tavolo della cucina, su cui vibrava un cellulare. Quello di Harry.

Harry arrivò alla palestra con il sorriso che gli era rimasto appiccicato alle labbra dall'ultima conversazione con Louis. Quel moccioso gli era entrato sotto pelle, lo stava cambiando, facendo uscire un lato di lui che pochi avevano l'onore di conoscere. Con Louis non aveva bisogno della maschera di cazzone insensibile e sarcastico, gli bastava uno sguardo di quegli occhioni blu per scioglierlo. Era ufficiale: era innamorato di Louis. Quando lo aveva visto la prima volta non avrebbe mai potuto immaginare una cosa simile e se gli avessero detto "ehi, amico, sai che quello é il ragazzo di cui ti innamorerai?" probabilmente prima avrebbe riso a crepapelle, poi avrebbe picchiato il genio che aveva avuto quella trovata. Ora, beh ora non poteva fare a meno di pensare a Louis e al momento in cui avrebbero fatto l'amore. Dio, lui che diceva "fare l'amore" e non "scopare"! Era davvero partito per la tangente...
-Harry, giù dalle nuvole, per favore. Ti voglio carico! Dobbiamo fare il culo a cinque palestre, cazzo!-sbraitava intanto Mark, distribuendo vigorose pacche sulle spalle e consigli ad ognuno dei suoi allievi.
Harry in quel momento fu folgorato da un pensiero: voleva dedicare a Louis la sua vittoria. Era una cosa che non aveva mai fatto con nessuno e non gli era mai venuto in mente, nonostante molti suoi amici spesso dicessero, dopo aver vinto, "questa é per mio figlio/ moglie/quelchediavolovuoi" .
Sì, decise: avrebbe combattuto per Lou.
Cercò nel borsone il cellulare per comunicare questa sua decisione a Louis e si accigliò non trovandolo al solito posto, nella tasca esterna, ma non ebbe tempo di pensarci perché Mark lo richiamò, imponendogli di andare a scaldarsi.

Louis osservò stupito il cellulare di Harry vibrare leggermente sul tavolo, segno che gli era arrivato un messaggio. Decise che glielo avrebbe riportato alla fine dell' incontro e quando lo prese in mano gli cadde l'occhio sulla schermata home, dove si illuminava la scritta "nuovo messaggio: Zayn il coglione strafatto" e le prime righe del messaggio.
Allora amico, come va con il verginello? sta abboccando? Non vedo l'ora di...
Louis rilesse quelle poche righe centinai di volte, cercando di trovarvi un senso che la sua mente fosse disposta ad accettare. Va tutto bene, Louis, si disse, respirando a fondo. Deve essere uno sbaglio, pensò, aprendo il messaggio dopo aver cliccato sulla schermata luminosa.
Allora amico, come va con il verginello? Sta abboccando? Non vedo l'ora di sapere se si é lasciato scopare da te o no ahahah...
Louis deglutì a vuoto più volte, sentendo il terreno mancargli sotto i piedi e l'aria venire improvvisamente risucchiata via dai suoi polmoni. Scorse freneticamente i messaggi precedenti e li lesse, sentendo la testa girare sempre più forte e la nausea salirgli. Harry lo aveva preso in giro. Per tutto quel tempo non aveva mirato ad altro se non a far sì che se ne andasse. Ovvio, come poteva averlo dimenticato? Harry glielo aveva detto dall' inizio: avrebbe fatto di tutto per cacciarlo via di lì. Inoltre, come scoprì dai messaggi, Liam aveva avuto ragione: Harry lo avrebbe ferito per colpire l'amico, per una sorta di insensata vendetta. Non era vero nulla, tutto ciò che Harry gli aveva detto in quelle settimane era falso, era solo un cumulo di bugie: non era vero che gli piaceva, non era vero che lo trovava bello, non era vero che ci teneva a lui. Non voleva fare l'amore: voleva portarselo a letto e cacciarlo l'attimo dopo, come faceva con tutte le ragazze che frequentava. Come si sarebbe fatto con una puttana.
A quel pensiero, Louis ebbe un tremito e corse in bagno a vomitare tutto ciò che aveva mangiato. Mentre rimetteva anche l'anima e piangeva calde lacrime di delusione, si rese conto di star soffrendo così tanto perché era innamorato. Nonostante avesse passato con lui solo poche settimane, si era fottutamente innamorato di quello stronzo del suo coinquilino.

Quando Harry tornò a casa quella sera, confuso e preoccupato perché Louis non era stato lì ad assistere al suo incontro e non lo aveva trovato nemmeno fuori dalla palestra, trovò ad attenderlo un appartamento insolitamente silenzioso e un biglietto sul tavolo.

Ci sei riuscito, alla fine, Harry. Come avevi detto tu all' inizio, i tuoi coinquilini non durano a lungo.

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