capitolo due

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La mattina seguente Louis si svegliò al suono della sveglia e la spense con un mugugno infastidito.
La sera prima aveva sfatto la valigia e preparato i quaderni per le lezioni del giorno dopo, riunendoli in una tracolla un po' consunta ma a cui era decisamente affezionato. Poi, senza nemmeno mangiare, era crollato sul letto e aveva dormito fino alla mattina subito dopo aver impostato la sveglia.
Si alzò di malavoglia e rifece il suo letto, trascinandosi da una parte all' altra della stanza come uno zombie. Prese la tracolla e se la mise in spalla, uscendo dalla sua stanza stropicciandosi gli occhi.
Lo ridesto' una risata di scherno. Davanti a lui se ne stava il suo coinquilino, appoggiato allo stipite della porta della sua stanza r lo scrutava palesemente divertito. Louis si chiese cosa diavolo avesse da ridere, salvo poi accorgersi che stava per uscire in pigiama. "Vai con la prima figura di merda del giorno." Pensò, facendo dietrofront e chiudendosi nuovamente in camera. Cercò qualcosa da mettere tra i vestiti trovati nell' armadio e alla fine optò per dei jeans scuri e un maglione pesante che gli stava parecchio grande ma che lui adorava. Infilò anche le scarpe, delle semplici All Star, e uscì nuovamente dalla stanza.
Il suo coinquilino era seduto al tavolo della cucina e, appena lo vide, lo squadro' con evidente scherno, scuotendo lievemente la testa. Louis lo guardò interrogativo.
-C'é qualche problema?-disse acido. Di mattina presto era intrattabile.
L'altri sembrò molto felice che glielo avesse chiesto.-Mi chiedevo a quale ritrovo di sfigati dovessi andare vestito così. Aspetta, non dirmelo...club di scacchi.-tirò a indovinare.
Louis lo squadro' a sua volta: jeans neri, anfibi, giacca di pelle e bandana scura, tutto palesemente di marca. "Perfetto" pensò "sono capitato con uno stronzo ben vestito."
-Fottiti.-borbotto' Louis, voltandogli le spalle e facendo per raggiungere la porta. Venne fermato da una mano sulla spalla e non poté fare a meno di notare quanto fosse grande rispetto alla sua.
-Come dici?-sussurro' minaccioso il proprietario della suddetta mano. Il suo tono non piacque per nulla a Louis, che si girò furente e lo fissò dal basso (gli seccava ammetterlo, ma l'altro era più alto di lui di almeno venticinque centimetri).
-Senti stronzo, non so che razza di problemi ti affliggono e non me ne fotte un cazzo se non ti va a genio la mia presenza qui, perché non ho intenzione di andarmene. Quindi piantala con questo atteggiamento da bulletto del cazzo.-lo aggredì.
-Wow, il gattino ha tirato fuori le unghie.-rise lui, colpendogli piano la fronte con una schicchera. Louis lo guardò stranito, portandosi istintivamente una mano alla fronte e mettendo il broncio.-Parli bene, ma non sai con chi hai a che fare. Farò in modo di farti sloggiare in un lampo, micino.-lo provocò. Louis per tutta risposta gli fece il dito medio e si sbatte' alle spalle la porta dell' appartamento, scendendo a balzelli nervosi i tre piani di scale e digrignando i denti a causa dell' atteggiamento del riccio. Si strofino' una mano sulla fronte, quasi a voler cancellare il tocco del suo irritante coinquilino.
Perso nei suoi pensieri, non si accorse del ragazzo davanti a lui e gli andò a sbattere contro, sbilanciandosi all' indietro. L'altro lo afferrò appena in tempo e lo rimise in piedi con una risata.-Tutto bene?-chiese con un buffo accento irlandese.
-Sì, scusa...tu stai bene?-
L'altro si fece un'altra breve risata e Louis dovette ammettere che quel modo di fare gli metteva allegria, anche se non capiva come l'altro potesse essere così attivo a quell' ora di mattina.
-Senza offesa, amico, ma non credo riusciresti a far male a qualcuno travolgendolo con quel corpicino esile.-disse. Louis si acciglio'.-Guarda che neanche tu sei mister muscolo.-gli fece notare, senza tuttavia essere irritato dalla sua affermazione, che era stata fatta con tono scherzoso e pacifico.
-Hai ragione, bello.-rise di nuovo l'irlandese.-Comunque io sono Niall, onorato di fare la tua conoscenza, nuovo arrivato.-si presentò. Louis sorrise e si presentò a sua volta.
-Louis Tomlinson, si nota tanto che sono appena arrivato?-gli chiese.
-Non é che si noti...ma qui conosco tutti, e tu sei decisamente una faccia nuova. Inoltre ci avevano avvertito che sarebbe arrivata la nuova vittima di Styles.-
-Styles?-chiese, interdetto.
-Il tuo coinquilino...sei nella 111 , giusto?-
Louis annuì.
-Vedi, Styles é un po' particolare. Non sopporta il dover condividere gli spazi con altri e ogni volta che suo padre gli manda un nuovo coinquilino quello se ne va dopo neanche una settimana.-
-Suo padre?-
-Sì, non lo sapevi? É il figlio del preside Styles.-
-Non ne sapevo niente.-borbotto' lui scrollando le spalle.-E neanche mi interessa, finché il mio rapporto con quell'idiota di suo figlio non influenza la mia carriera universitaria.-
Niall gli sorride, annuendo.-Su questo puoi stare tranquillo, non é proprio il tipo, si dice.-Allora, dipartimento?-chiede poi.
-Letteratura.-risponde fiero Louis. E sì, ha tutte le intenzioni di iscriversi al circolo degli scacchi.

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