speciale 5

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Harry caricò la valigia di Louis in macchina, osservando con un certo compiacimento il modo in cui il suo ragazzo si spostava da una parte e dall'altra, entusiasta di quella piccola vacanza che si erano concessi. Lui, da parte sua, era leggermente nervoso. Okay, forse "leggermente nervoso" era un eufemismo. In realtà quella della vacanza era un'idea che gli frullava in testa da un po', se non altro perchè riteneva ci fosse bisogno di un'atmosfera romantica per ciò che aveva intenzione di fare. Lui e Louis stavano insieme da parecchio ormai, e convivevano e lui era così felice da sentire il bisogno di legarsi a lui. Tipo, per sempre. Sì, in pratica voleva chiedergli di sposarlo. Per questo tempo prima lo aveva presentato ai suoi e sempre per quello aveva comprato una piccola fedina d'argento. Voleva chiedergli di diventare ufficialmente il suo fidanzato e, perchè no (okay, sì, altrimenti ne sarebbe morto), di sposarlo. Non doveva essere per forza nell'immediato, magari avrebbero aspettato che Louis compisse  venticinque anni e che trovasse un lavoro più remunerativo di quello che aveva in libreria, ma voleva sapere che sarebbe successo. Aveva la necessità quasi fisica di sapere che tra loro era destinata a durare ed era disposto ad aspettare tutto il tempo che al suo ragazzo sarebbe servito.
Lasciò guidare Louis, che aveva da poco preso la patente, e si limitò a dargli indicazioni nei momenti giusti e a stringere di tanto in tanto la sua mano appoggiata sul cambio, osservandolo mentre era concentrato sulla guida e trovandolo adorabile.
Arrivarono nel giro di un paio d'ore, quando ormai era buio. Erano dovuti partire nel pomeriggio perchè Louis aveva dovuto lavorare in libreria, prima che Liam arrivasse per chiuderla per un paio di giorni, in cui lui e suo padre sarebbero andati a trovare i nonni che abitavano fuori Londra. Si sarebbero portati dietro anche Zayn, che stava iperventilando da giorni quando il suo ragazzo non poteva vederlo, tanto era nervoso per quella novità, soprattutto dopo che aveva saputo che per Liam  erano stati come secondi genitori.

Louis osservò entusiasta il leggero strato di neve che ricopriva il tetto della baita e rabbrividì al vento freddo che gli sferzò le guance, seguendo il suo ragazzo dentro l'abitazione e beandosi subito del calore confortevole che c'era all'interno. Harry, quando Louis aveva accettato la sua proposta, aveva chiesto a Donna, la signora che veniva una volta a settimana a pulire la casa e a togliere la neve dalla strada di ingresso, di accendere il riscaldamento in vista del loro arrivo, così quando entrarono trovarono ad accoglierli un piacevole tepore.
Louis si guardò intorno con curiosità, ispezionando con lo sguardo l'ambiente rassicurante e familiare.
-Ho detto a Donna di fare la spesa.-lo avvertì Harry, scoccandogli un bacio.-Stasera cucino io.-
Louis annuì.-Va bene. Io vado a sistemare le valige.-disse, ricambiando il bacio del suo ragazzo ed esigendone uno più profondo.
-Sono contento di essere qui con te.-gli sussurrò sulle labbra.
-Lo sono anch'io.-rispose Harry, stringendogli un fianco e attirandolo di più contro di sè.-Ora però vai, prima che mandi a monte la cena e decida di battezzare il divano.-sorrise, dandogli una pacca sul culo. Louis rise, le guance un po' arrossate nonostante ormai fosse abituato alle affermazioni del suo ragazzo, e prese le valige, portandole su per le scale di legno. La camera aveva un letto enorme e un grande tappeto sul pavimento, al lato del letto era posto un piccolo comodino e dalla parte opposta si apriva una finestra enorme, che dava sul bosco che circondava la casa. Louis si sporse a osservare il paesaggio innevato e sorrise felice. Non pensava di poter desiderare di più dalla vita.

Harry girò il sugo che stava preparando, spostando nervosamente il peso da un piede all'altro. Avrebbe dovuto chiederglielo a cena? Dopo cena? Prima di cena? Si maledì per non averci pensato prima, sbuffando. Sperava solo di non combinare un disastro come al suo solito. In fondo era solo una fedina, giusto? Harry sospirò, perso nelle sue elocubrazioni, e sobbalzò quando due braccia si avvolsero attorno alla sua vita.
-Ti ho spaventato?-ridacchiò Louis, stringendosi a lui e cercando di sbirciare cosa stava cucinando.
-Niente da fare, non ti dirò cosa sto preparando.-rise Harry, girandosi nel mezzo abbraccio del suo ragazzo e tappandogli gli occhi con una mano e la bocca con un breve bacio, che nascose il piccolo broncio che Louis mise su.
-È quasi pronto comunque. Intanto vai a lavarti le mani.-lo spronò. Louis fece una smorfia seccata, perchè le mani avrebbe potuto benissimo lavarle in cucina, ma poi alzò le mani in segno di resa e si avviò verso il bagno, che aveva visto essere vicino alla camera da letto.
Harry, intanto, cercava in tutti i modi di guardagnare tempo e non mostrare quanto fosse in realtà nervoso, cosa che si rivelò pressochè impossibile quando il più piccolo tornò dal bagno e gli rivolse un sorrisone dei suoi, che lo fece letteralmente sciogliere. Pensò a quanto lo amasse e a quanto fosse fortunato ad averlo lì con sè, e decise che la cena poteva aspettare e che, anche se magari era un pugno in un occhi al romanticismo inginocchiarsi davanti al tavolo della cucina sotto lo sguardo perplesso del suo ragazzo, non poteva più aspettare.
-Hai perso qualcosa?-chiese Louis, seduto al tavolo, sporgendosi per dare un'occhiata sotto di esso, senza capire cosa il suo ragazzo stesse facendo lì inginocchiato. Decisamente un pugno in un occhio al romanticismo. Niall sarebbe morto dalle risate.
-Lou.-esordì Harry, un po' incerto.
-Sì?-
-Ti amo.-gli disse, perchè era l'unica cosa che in quel momento trovava davvero giusta. Louis sorrise.-Anche io, Harry.-rispose.
-E so che i primi tempi sono stato uno stronzo e ti ho fatto soffrire un sacco e forse è troppo presto e sto davvero correndo troppo ma...voglio stare con te. Voglio la certezza che dureremo per sempre, che questo non è solo uno stupido momento effimero di una vita di cui tu occupi solo una piccola parte. E forse avremo dei problemi, litigheremo, cambieremo, ci comporteremo da stronzi e ci scuseremo milioni di volte, ma so che ti amo e che sono pronto ad affrontare ogni problema, ogni litigio, ogni cambiamento...-
Harry puntò lo sguardo dritto negli occhi di Louis, che lo fissava con le lacrime agli occhi e un sorriso enorme, anche se un po' confuso.-Quindi, Lou, mi vuoi sposare?-la sua voce fu ferma quando lo disse e la sua mano tremò giusto un po' quando estrasse la fedina, e Louis, dopo un attimo di silenzio che ad Harry sembrò infinito, scoppiò a piangere e si gettò tra le braccia del suo ragazzo, ripetendo una serie di sì che fecero sorridere l'altro. Lo strinse forte tra le sue braccia, lasciandogli baci tra i capelli e sentendo di essere a sua volta sul punto di versare qualche lacrima. Sorrise come mai prima di allora quando infilò la fedina d'argento al dito del suo ragazzo, asciugandogli gli occhi con le mani che tremavano appena e accolse il suo bacio un po' irruento con altrettanta passione. E per la prima volta nella sua vita si concesse di pensare che magari il "per sempre" non esisteva solo nelle favole.

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