capitolo otto

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Il giorno dopo Louis si presentò, dopo aver seguito le lezioni mattutine, sul posto di lavoro. Il padre di Liam lo accolse con un sorriso e lo affidò al figlio, che nei giorni successivi avrebbe fatto il turno con lui per aiutarlo.
-Allora, come vanno le lezioni?-
-Bene, mi piace moltissimo la facoltà che ho scelto.-sorrise entusiasta Louis.-Non ti ho mai visto a lezione però.-gli disse.
-Sono al secondo anno, quindi probabilmente avremo corsi diversi.-gli spiegò Liam. Louis arrossì leggermente per la gaffe appena fatta. "Complimenti, Tomlinson, complimenti."
-Mi hanno detto che condividi la stanza con Harry Styles...come ti trovi?-gli domandò titubante l'altro. Louis scrollò le spalle.-Vorrebbe che me ne andassi e ogni tanto si comporta da bambino dispettoso, ma per il resto non é così male. Posso sopportare.-rise. Liam rise con lui, poi lavorarono fino a sera e Liam si offrì di dargli un passaggio a casa e lui accettò volentieri.
-Se hai bisogno di aiuto con qualche corso non esitare a dirmelo.-gli disse Liam prima che scendesse. Louis gli sorrise e lo ringraziò, anche se sicuramente non ne avrebbe avuto bisogno, vista la sua media altissima. Salì le scale euforico per l'amicizia che si sarebbe potuta sviluppare con Liam, che sembrava capirlo molto bene. Era davvero la prima volta che provava ad essere amichevole con qualcuno. Al liceo e alle medie era il classico emarginato tormentato dai bulli e deriso da ragazzi e ragazze, che lo evitavano come la peste, ma adesso che era in un'università prestigiosa, circondato da persone che come lui amavano la letteratura, sentiva di potersi fare degli amici per la prima volta.

Arrivato davanti al suo appartamento provò ad infilare le chiavi nella toppa ma si rese conto che non entravano. Tentò più volte e poi capì cosa era successo. Harry. Aveva lasciato la sua chiave inserita dall' interno così che lui non potesse entrare.
-Harry!-gridò, battendo il pugno sulla porta. Da dentro sentì una risata e poi partì musica rock a tutto volume.
-Harry fammi entrare!!-continuò ad urlare Louis, battendo i piccoli pugni sulla porta per parecchio tempo.
-Che cazzo urli, frocio?-lo apostrofò un tizio enorme con la faccia costellata di piercing che era sopraggiunto in quel momento.
-Ti lamenti del fatto che io urli e non di questa musica a palla?-rispose Louis acido, guardandolo con astio.
-Non rivolgerti a me in quel modo, checca. Voi sfigati del dipartimento di letteratura dovreste starvene al vostro posto.-ringhiò quello, avvicinandosi a Louis e sovrastandolo di diversi centimetri. Lui non si fece intimorire e lo guardò con sfida. Era più che abituato ai bulli come lui e non aveva intenzione di farsi mettere i piedi in testa, anche a costo di prenderle di brutto.
-Voi asini senza cervello mi date sui nervi.-rincarò la dose Louis, incrociando le braccia al petto, un po' per non mostrarsi debole e un po' per proteggersi dal colpo che sicuramente sarebbe arrivato. E infatti arrivò. Una spinta che lo mandò a terra immediatamente. Poi un calcio nello stomaco. Due. Tre.
E la porta della sua camera si aprì.
-Che cazzo sta succedendo, Kevin?-chiese Harry, osservandolo con un cipiglio per nulla rassicurante. L'altro ragazzo congelò sul posto. -Questa checca non la finiva di urlare.-si difese quello. Un solo sguardo di Harry bastò per farlo sgattaiolare via con la coda tra le gambe.
-Ehi. Tutto ok?-chiese a Louis, che si teneva lo stomaco con una mano e tuttavia non aveva alcuna intenzione di mostrarsi sofferente.
-Sto bene. Me la potevo cavare.-sputò, abbassando lo sguardo. Harry fece un mezzo sorriso, accovacciandosi vicino a lui.-Certo, tigre, gliele stavi suonando.-
-Vaffanculo, é tutta colpa tua.-sbottò Louis, storcendo la bocca dal dolore.
-Sì, lo é. Forse dovresti chiedere il trasferimento.-propose con nonchalance, mentre lo aiutava a tirarsi su e lo trascinava dentro.
-Col cazzo.-rispose Louis. Harry scoppiò a ridere.
-Non sai difenderti per nulla. Sei proprio un disastro.-
-Lo so. Ma dato che sono abituato a prenderle sono abbastanza bravo nell' incassare.-sorrise Louis. Harry lo squadrò e scosse la testa.-Finiranno per rovinare quel tuo bel visetto. E poi non dovresti startene fermo mentre te le danno. Reagisci.-
-Vedi, Harry, tu sei bravo in queste cose...fare a botte, intimidire le persone...io so solo studiare, perché é quello che ho sempre fatto. Quando ho provato a reagire le ho solo prese di più. Ma se non mostri loro la tua paura, il dolore che ti fanno provare, allora vinci. Allora sei superiore.-
-No, non va bene. Che tu sia superiore a gente come Kevin non hai bisogno di dimostrarlo con questa stupida teoria. Lo sei e basta. É evidente. Non devi prenderle per questo.-
-Se anche volessi difendermi non avrei proprio il fisico adatto.-rise Louis, senza tuttavia un briciolo di divertimento.
-Benissimo, se é una questione di allenamento, lo farò io.-
-Come?-
-Ti insegnerò a difenderti.-

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