capitolo ventitré

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Harry avrebbe voluto continuare a baciare Louis per tutta la notte, ma il suo cellulare squillò proprio in quel momento, costringendolo a tirarlo fuori dalla tasca e a rispondere, seppur controvoglia.
-Sì?-disse, accostando il telefono all' orecchio, rivolgendo a Louis un breve sorriso che si spense appena sentì la voce dall'altra parte.
-Harry.-si limitò a dire, ma il suo nome bastò a fargli salire una rabbia cieca.
-Sto per attaccare. Cosa vuoi?-
-Dopodomani é il compleanno di mamma, sai quanto ci terrebbe alla tua presenza.-
-Non sparare stronzate, Gemma. Sai che non verrò.-
-Se solo volessi discutere di ciò che é successo io...-
-No. Ti saluto.-
Harry attaccò il telefono, sbuffando con rabbia e provando la tentazione di scaraventarlo giù dal tetto assieme al suo rancore.
-Va tutto bene?-la voce un po' incerta di Louis lo riportò alla realtà e gli fece quasi dimenticare la breve conversazione appena avuta.
-Sì.-rispose Harry, un po' bruscamente, pentendosi subito dopo del tono che aveva usato e che aveva fatto abbassare lo sguardo a Louis.
-Credo che dovremmo rientrare.-mormorò il più piccolo, fissando le scale di emergenza appena sotto di lui.
-Hai ragione.-rispose Harry, decisamente più calmo e con tutta l'intenzione di dimenticare del tutto la telefonata e dedicarsi esclusivamente al più piccolo. Al suo nano.
Si chinò per raggiungere la guancia ancora un po' arrossata di Louis e vi depositò un bacio, beandosi dello stupore e del rossore dell' altro, che aggrottò le sopracciglia.
Louis non riusciva a capire. Non capiva perché Harry lo avesse baciato, né se ciò significasse qualcosa. Non capiva del tutto i propri sentimenti e quindi non aveva idea di come districarsi tra quelli di Harry. L'unica cosa di cui era totalmente certo era che il più grande lo faceva sentire bene, che i suoi baci gli trasmettevano un calore mai provato e che sentiva continuamente il bisogno di stare vicino al coinquilino. Per lui, che non lo era mai stato, era ancora troppo presto per capire che si stava innamorando.

-Lou.-lo richiamò Harry, vedendolo perso tra i suoi pensieri.
-Sì?-
-Andiamo, ti aiuto a scendere.-
Louis si rese conto in quel momento che Harry era saltato sulle scale di emergenza con un agile salto e che ora gli tendeva le braccia aspettando che, di nuovo, si affidasse totalmente a lui.
Il più piccolo gli tese le mani e si sporse verso di lui quel tanto che bastava per essere afferrato dalle sue braccia forti e portato giù sano e salvo. Harry lo tenne stretto a sé ancora qualche attimo, poi baciò nuovamente la sua guancia e si staccò da lui.
-Le mie guance devono piacerti molto.-borbottò a disagio Louis. L'altro sorrise divertito.-Non sai quanto.-rispose, afferrando la mano del più piccolo e facendo così fare una capriola al suo cuore, che riprese a battere ad un ritmo sfrenato mentre Harry lo trascinava lungo le vie di Londra, fino a raggiungere la loro macchina.
-Fermiamoci al supermercato, oggi cucino io per entrambi.-sorrise Harry.-Del resto ti devo una cena.-disse.
-Giusto.-annuì Louis.-E fai in modo che sei meno tremenda dei pancake che hai tentato di propinarmi l'altro giorno.-
-Guarda che io sono un cuoco provetto!-rise Harry mentre entrava in macchina, seguito da Louis, che si accomodò sul sedile del passeggero con un sorriso sulle labbra ancora leggermente arrossate per il bacio.

In venti minuti furono al supermercato e, dopo aver comprato il necessario, tornarono a casa. Harry relegò il più piccolo fuori dalla cucina, lasciandolo sul divano a studiare come al solito e cucinando spaghetti al pesto e carne ai ferri con un contorno di pomodori freschi per cena.

-Wow! Sai, dopo quei pancake pensavo che come cuoco facessi pena, ma mi devo ricredere.-sorrise Louis mentre mangiava il primo. Harry sorrise spavaldo. -Ovvio. Io sono bravo in tutto ciò che faccio.-si vantó.
-Sbruffone.-si limitò a commentare Louis, però con un lieve sorriso ad increspargli le labbra.
-Perché mi hai baciato?-chiese ad un certo punto della cena Louis, quasi facendo strozzare Harry con un pomodoro. Neanche il più piccolo sapeva da dove fosse saltata fuori quella domanda, né si era reso conto di aver dato voce ai suoi pensieri in quel modo.
-Perché ne avevo voglia.-rispose dopo attimi di silenzio Harry.
Perché ne aveva voglia. Ripeté nella sua mente Louis. Ovvio, si ritrovò a pensare. Cosa doveva aspettarsi? Di piacere ad Harry Styles, che aveva mezzo campus ai suoi piedi?
Louis accennò un mezzo sorriso, cercando di non far trasparire la delusione.
-E così hai rubato anche il mio secondo bacio.-
-Tu non ti sei tirato indietro. Io ti avevo avvertito, no?-
-Giusto. Non ce l'ho con te infatti.-
-Bene.-disse Harry, muovendo a disagio la forchetta nel piatto.
-Bene.-rispose Louis, abbassando lo sguardo.
-Solo...l'hai fatto per gioco?-chiese con voce tremante il più piccolo.-Per prendermi in giro?-
Harry a quel punto si rese conto dell' errore che aveva commesso dando quella risposta. Era ovvio che Louis fosse insicuro: per lui era tutto nuovo ed era abituato ad essere preso in giro, come gli aveva rivelato lui stesso, parlandogli di come era stato tormentato al liceo dai bulli.
Harry avrebbe voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa che rassicurasse Louis, ma non sapeva assolutamente cosa dire. Doveva dirgli che gli piaceva? O che non era affatto un gioco? In quel momento si ricordò di ciò che aveva deciso con Zayn e sgranò gli occhi: come poteva dire a Louis che non lo stava prendendo in giro se era in realtà ciò che stava facendo? Perso tra questi pensieri, rimase in silenzio.
-Come immaginavo.-disse Louis con un mezzo sorriso, alzandosi da tavola e avviandosi a grandi passi verso la porta di camera sua, andando a chiudersi dentro. In realtà, mentre baciava Harry non aveva minimamente pensato ad una presa in giro, né il comportamento dell'altro gli aveva dato quell'impressione, ma la risposta del più grande alla sua domanda del perché del bacio gli aveva fatto sorgere dubbi e insicurezze. Tutto ciò che voleva erano delle conferme. E il silenzio di Harry era stato abbastanza eloquente.

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