capitolo sei

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Quella notte Louis indossò i tappi per le orecchie e, se anche Harry mise la musica, lui non se ne accorse affatto. La mattina uscì dalla stanza sereno e senza alcun accenno delle occhiaie che gli cerchiavano gli occhi color del mare il giorno prima.
Il pomeriggio prima aveva fatto spesa e si era ricavato un posto nel frigo, relegando la roba di Harry, che in verità era per la maggior parte cibo spazzatura, da una parte. Si era appropriato anche di uno scaffale e vi aveva sistemato i suoi cereali preferiti e la sua scorta di thè, senza il quale non riusciva a studiare. Quella mattina, con ritrovata calma e gesti studiati, mise a bollire l'acqua per il thè e si sedette comodamente al tavolo a ripassare gli argomenti del giorno prima.
-Ehi nano.-borbottò Harry, entrando nella stanza con i pantaloni del pigiamo e a torso nudo. "Non guardarlo, Louis. Non. Guardarlo. Assolutamente." Scandì il ragazzo nella sua testa, arrossendo fino alla punta dei capelli. Eppure lui non era gay. O meglio, non sapeva cosa pensare. In realtà non aveva mai avuto esperienze né con ragazzi né con ragazze perché era sempre stato troppo impegnato a studiare perché sapeva bene che lo studio, verso cui inoltre era incredibilmente portato, era il suo biglietto di uscita dal buco di paese in cui era cresciuto e dalla situazione opprimente che si era venuta a creare a casa sua da quando suo padre se ne era andato ed era subentrato il suo patrigno, a cui lui non piaceva per nulla. Sin dalle medie non vedeva l'ora di fuggire via, di mettere chilometri e chilometri tra sé e i bulli a scuola, il patrigno a casa e l'ambiente soffocante del suo paese. Studiare sodo era l'unico modo per andarsene senza doversi affidare al suo patrigno, dato che sua madre era disoccupata e non poteva supportarlo dal punto di vista economico, e nonostante ciò facesse di tutto per supportarlo almeno sul piano morale.
E così, con l'impegno costante e il dono naturale dell' intelligenza che aveva fin da bambino, si era diplomato a soli diciassette anni, con ben due anni di anticipo, con il massimo dei voti, e aveva ottenuto una borsa di studio per frequentare il college a Londra, come aveva sempre desiderato fare. Adesso avrebbe dovuto trovare un lavoretto per pagarsi la roba da mangiare e, ogni tanto, i libri che desiderava e tutto sarebbe stato perfetto.
-Buongiorno.-rispose Louis, vedendo che Harry lo fissava insistentemente. Il suo irritante coinquilino, per tutta risposta, gli sottrasse il libro su cui stava ripassando con uno sguardo schifato.-Che diavolo é 'sta merda?-chiese con una smorfia, leggendo il titolo del paragrafo.
-Ridammelo, idiota senza cervello.-sbuffò Louis, alzandosi e tentando di raggiungere il libro, che Harry teneva sollevato sopra il capo.
-Sei troppo nano, non ci arrivi.-lo derise, seppur sorridendo. Louis si arrese e mise il broncio.-Quel libro mi serve, rendimelo.-borbottò, gonfiando le guance come un bambino. Harry, quasi senza accorgersene, si ritrovò a tirargliele con due dita e a stupirsi della loro morbidezza del fatto che fossero lisce e delicate. Louis avvampò e gli scaccio' la mano con un gesto stizzito, prima di scagliarsi contro di lui nel tentativo di riprendersi il suo libro, che l'altro teneva ancora sollevato.
Caddero entrambi sul pavimento e i loro volti, come nel più tipico cliché, si trovarono a poca distanza l'uno dall' altro, tanto che Louis poteva sentire il respiro di Harry sulle sue labbra. Immediatamente arrossì e si tirò su, spostandosi e tornando alla sua postazione, appollaiato sul tavolo con il thè, ormai freddato, davanti. Harry ghignò come al solito, poi guardò l'ora e, con la scusa che stava facendo tardi, gli lanciò il libro e andò in camera a cambiarsi. Al sicuro nella sua stanza, dovette fare i conti con il fatto che, mentre erano così vicini l'uno all' altro, il suo cervello riuscisse a pensare soltanto a come sarebbe stato baciare le labbra sottili di Louis. Era ufficiale : stava impazzendo. Aveva bisogno che il suo nuovo coinquilino se ne andasse in fretta, prima di iniziare a pensare a lui come ad una persona piacevole da avere intorno.

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