Mi svegliai che erano le quattro del pomeriggio, avevo detto che era un riposino ma forse ero più stanca del solito e avevo dormito tutte queste ore.
Mi alzai stirandomi come un gatto e sbadigliai. Ero felice, finalmente avrei potuto fare quello che volevo senza nessuno che mi stesse alle calcagna. Il mio umore cambiò però, quando mi ricordai che dovevo ancora sistemare le valigie. Se avessi cominciato a farmi problemi del genere anche sul sistemare dei vestiti non sarei durata due giorni. Presi un valigia e salii faticosamente le scale poggiandola esattamente al di sopra dell'ultimo scalino. Poi scesi e presi l'altra salendo di nuovo.
Solo adesso notai che c'erano vari quadri attaccati alle pareti.
Il primo illustrava uno sfondo azzurro con degli angeli che volano mentre tenevano una campana tra le mani. Il secondo, alla destra della porta del bagno non so esattamente cosa ritraeva perché aveva degli schizzi di qua e di là di vari colori e sembrava quasi che il pittore avesse ballato la macarena con il colori sul quadro creando questa sorta di non so che.Entrai nella mia nuova camera e poggiai la valigia rossa, quella più grande, sul letto aprendola.
Cominciai ad uscire i vari vestiti: magliette, felpe, pantaloni, cappelli, sciarpe, vestitini. Aprii l'altra cerniera da dove estrassi tutte le scarpe. Mi sorpresi io stessa di quante cose ci entravano, eppure non ricordavo di avercene messe così tante di cose.****
«Questo qui e...questo li metto...mh...là» riflessi sistemando gli ultimi bagnoschiuma nel mobiletto del bagno. Era davvero niente male: la doccia era di fronte alla porta dell'entrata, il mobiletto era nella parete accanto alla porta, lo specchio invece era alla sinistra della porta.
Avevo già deciso che la camera con il letto matrimoniale non l'avrei mai usata. Infondo non mi serviva; avevo già la mia stanza con un letto comodissimo.
Guardai l'orologio ed erano le nove di sera.
Aprii il frigorifero dove avevo sistemato degli snack e presi un pacco di oreo. Dovevo ancora fare la spesa, ma non potevo di certo andarci a quest'orario.
Mi sarei accontentata. Magari domani avrei chiesto a qualche vicina di casa se sapeva dirmi dove si trovasse un supermercato.****
Mi sdraiai sul letto mettendomi le cuffie. Avevo cinque messaggi da parte dei miei migliori amici e sorrisi istintivamente appena lessi quelli di Effy.
Ef: ehi tutto bene?
Ef:stronzetta com'è la casa? Hai già conosciuto qualcuno/a?
Ef: se si, sappi che voglio conoscerlo/a anch'io. P.s. manchi!!
Io: Ehi, si tutto okay, la casa è bellissima anche fin troppo grande solo per me, non ho conosciuto nessuno, se conoscerò qualche personcina carina ti farò sapere e sì, anche tu manchi tesoro
Ef: secondo me tra qualche tempo la tua casa sarà della grandezza perfetta...magari conoscerai qualche figo con tanto di muscoli e pettorali e vivrà con te :')
Io: non ricominciare, non conoscerò nessuno. Notte!
Lessi gli altri messaggi che erano da parte di Freddie che non era proprio recente.
Fred: Hey baby!
Fred: chiamami quando puoi
Appena lessi l'ultimo sms sclerai quasi componendo il suo numero. Dopo una serie di squilli rispose.
«Amore mio!» c'era un sottofondo strano, musica direi.
«Ehi ma dove diavolo sei? Mi sto rompendo i timpani.» ed era tutto veritiero. I miei poveri timpani stavano esplodendo a causa del rumore assordante che proveniva dal cellulare infatti misi il vivavoce.
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FanfictionCosa accadrebbe se una giovane ragazza proveniente da Manhattan dovesse trasferirsi a Londra, città nella quale dovrà vedersela con il suo più grande incubo dal quale non potrà fuggire? Riuscirà a sopportarlo nonostante la sua arroganza e prepotenza...