Corsi più veloce che potevo per raggiungere la palla che stava arrivando verso la mia parte di campo, cercando di colpirla per non farle toccare il suolo sabbioso su cui correvo.
Inutile dire che avevo il fiatone, Willie mi stava dando del filo da torcere; era sempre stato più bravo di me negli sport e d'altronde non avevo nulla da ribattere poiché lui frequentava vari corsi di calcio e pallavolo alla settimana.Colpii la palla facendola sfrecciare nuovamente nel campo avversario e tirai un sospiro seguito da un urlo di vittoria quando la palla, chissà perché, toccò il suolo e finalmente segnai il mio primo punto. Tanto che Effy e Freddie si misero a saltellare felici e a gridare qualcosa del tipo "Sei la migliore!", naturalmente sempre con ironia dal momento che facevo pietà.
Li guardai non riuscendo a trattenere una risata e Will senza perdere altro tempo venne verso di me alzando la rete che ci separava.
Mi prese alla sprovvista sollevandomi in aria per i fianchi.
«Ma che brava la mia principessa! Mi stai facendo proprio il culo.» disse ridendo poggiandomi di nuovo a terra. Ovviamente anche lui mi stava prendendo in giro, di punti ne aveva fatti sei ed io soltanto uno.
Misi il broncio facendo finta di essermi offesa e lui mi prese il viso tra le mani guardandomi come se fossi un cucciolo smarrito e pronunciò un “Ooh” intenerendosi e così mi strinse al suo petto nudo dandomi dei colpetti di conforto sulla schiena.«Ti prometto che farò finta di non riuscire a prendere la palla per farti fare un altro punto.» mi sussurrò all'orecchio come se mi stesse confidando un segreto.
Spalancai sorpresa la bocca spingendolo scherzosamente lontano da me e lui scoppiò in una risata divertita.
«Will!» esclamai incrociando le braccia al petto.
Ci raggiunsero in poco tempo Effy e Freddie che ancora si lanciavano delle occhiatine.«Okay okay, però adesso vorremmo vedere come si conclude la partita.» disse Fred alternando lo sguardo da me a mio fratello.
«Se fate tanto i saputelli, perché non giocate anche voi e ci fate vedere la vostra bravura.» mi misi una mano sul fianco facendo un sorrisetto sinistro fissando i miei due migliori amici che si lanciarono un'occhiata pensierosa, ma alla fine accettarono.
Così io capitai in coppia con Freddie e Willie con Effy.
Fortunatamente potevo contare su Freddie dal momento che lui aveva frequentato anche dei corsi di pallavolo, non avevo nulla da temere.Giocammo per più di mezz'ora e alla fine la squadra vincente fu la nostra, quindi io e il mio amico ci abbracciammo esultando mentre Willie e, soprattutto, Ef ci guardavano sconfitti; quest'ultima aveva un broncio talmente lungo che sembrava aver perso alle olimpiadi.
Un bussare imterminabile alla porta interruppe il meraviglioso sogno che stavo facendo e dico meraviglioso dato che quelli dove c'era Willie erano solamente incubi.
Era domenica inoltrata, avevo già pranzato e mi ero stesa sul letto per fare un pisolino che era durato parecchio visto che erano le 5:30 di pomeriggio.Mi strofinai la faccia cercando almeno di riprendermi un po' e scesi al piano di sotto camminando a mo' di zombie.
Mi sistemai, com'ero solita fare, i capelli, e dopodiché aprii la porta.Aggrottai le sopracciglia non capendo chi fosse stato, non c'era nessuno.
Qualche scherzo.
Alzai gli occhi al cielo annoiata dalla stupidità di certe persone e quando stavo per richiudere la porta qualcuno che non riuscii a vedere in faccia la colpì spalancandola del tutto e poi si fondò su di me spiaccicando il suo petto contro il mio viso ancora visibilmente assonnato.
Annaspai per la paura, ma il profumo che annusai mi fece capire che non dovevo avere nulla da temere.Stavo quasi per piangere dalla gioia.
«Freddie!» esclamai stringendo più che potevo la presa e quest'ultimo fece altrettanto baciando la mia fronte di tanto in tanto.
Mi staccai da lui squadrandolo in tutta la sua altezza.
«Vuoi un ritratto?» rise mettendosi in una posa buffa.
Scossi la testa ridendo, ancora letteralmente a bocca aperta per questa sorpresa.
«E Effy? Non è con te?» gli chiesi un po' stranita poiché consapevole che loro due erano sempre insieme, in un modo o nell'altro.
«Ehi tu. Credevi che non sarei venuta a romperti le scatole?»Qualcuno, o meglio Effy, spuntò da dietro la porta puntandomi l'indice accusatore addosso.
«Oh Dio!» corsi ad abbracciarla e sul suo volto spuntò un sorriso sincero.
«Mia cara e dolce Naomi, di me non ti libererai mai.»Passammo tutto il pomeriggio restante a raccontarci tutto ciò che non avevamo potuto dirci tramite telefono.
Mi aveva detto che quel famoso giorno in cui io stavo andando in piscina lei era in aeroporto a trascinarsi dietro le valigie pesantissime mettendole una fatica assurda.E sinceramente in quel momento mi sentii una stupida per aver creduto che lei e Freddie stavano facendo...insomma, avete capito.
Mi costrinsero a raccontare loro di Cameron e per tutto il tempo erano rimasti a bocca aperta pensando sicuramente di non avermi mai vista parlare in quel modo di una persona.Drizzai le orecchie a ogni cosa che mi raccontarono e per un instante mi sembrò di esser tornata ai vecchi tempi quando ancora abitavo a Manhattan e andava tutto per il verso giusto.
Quanto avrei dato per ritornare indietro.Poi ad un tratto il campanello interruppe le nostre risate e mi alzai di malavoglia dal divano per dirigermi verso la porta d'ingresso e l'aprii senza perdere tempo volendo ritornare subito dai miei amici per non sprecare tempo.
Cameron non mi diede nemmeno il tempo di fiatare che si fondò sulle mie labbra ficcando la lingua nella mia bocca, stringendo e accarezzando ogni parte del mio corpo.
«Aspetta..» lo interruppi facendo pressione con le mani sul suo petto per distanziarlo da me.Mi guardò con un'aria interrogativa aspettando una risposta.
La sua mascella si tese leggermente quando sentì la voce di Freddie.
«Chi cazzo è?» sputò facendo segno verso il salotto.
«Vieni con me.» mormorai stringendogli la mano, tirandolo con me per portarlo in salotto.Eravamo di fronte a un Freddie e una Effy sconvolti, guardai di sottecchi Cameron che aveva una smorfia in faccia non capendo sicuramente chi fossero.
«Freddie, Effy, lui è Cameron, il mio ragazzo.»
«Cameron, loro sono Effy e Freddie, i miei amici di Manhattan.» conclusi con un sorriso dopo averli presentati.
Cameron fece un mezzo sorriso salutandoli e stringendo loro le mani.Prevedevo una lunga giornata piena di sorprese.
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FanfictionCosa accadrebbe se una giovane ragazza proveniente da Manhattan dovesse trasferirsi a Londra, città nella quale dovrà vedersela con il suo più grande incubo dal quale non potrà fuggire? Riuscirà a sopportarlo nonostante la sua arroganza e prepotenza...