Capitolo 11

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Buona lettura❤😊

Eravamo già arrivati da dieci minuti buoni nella casa dove si teneva la festa e stavamo cercando - io, Tony e Michelle - gli altri che erano sicuramente da qualche parte a fare chissà cosa.

Sicuramente bere. Dubitavate?

«Oh, ehi aspettate!» cercai di richiamare i due che camminavano alla ricerca dei nostri amici e non mi avevano neanche sentita chiamarli. Stavamo camminando praticamente in mezzo alla mischia di persone sudate che ballavano come delle salsicce senza scrupoli - al solito.

Non si sentiva nulla in effetti, non potevo biasimarli; la musica era a palla.
Quindi non volendo stare tra la folla, uscii il più velocemente possibile da lì.
Arrivai al bancone degli alcolici e chiesi al barista una vodka alla pesca: l'adoravo, infatti ogni volta che mi trovavo in qualche festa - se bevevo - ordinavo sempre la vodka alla pesca.
Ne bevvi circa due bicchieri e poi chiesi ancora una bottiglia di birra. Tanto gli altri mi avrebbero trovata. Tutti bevevano quindi sarebbero venuti qua per prendere alcolici e mi avrebbero vista. Non avevo voglia di ritornare lì in mezzo.
Bevvi altre due birre. Mi venne una crisi. Volevo divertirmi, okay? Di solito non bevevo mai ma perché non farlo adesso? Ero sempre attenta a tutto e tutti. Per una volta volevo svagarmi e non fare pensieri del tipo: "Oh mio Dio! Se mi ubriaco non ci sto più con la testa!"
Volevo lasciarmi andare.
Ero sempre Una perfettina del cazzo e una volta ogni tanto potevo trasgredire alle regole; basta non esagerare però.

Ma io avevo esagerato e anche tanto. Di fatti la testa me la sentivo più leggera e avevo la sensazione che ogni cosa sarebbe andata per il meglio...con Cameron, tutto.
Ero diventata positiva, una persona decisamente positiva in quel momento.
Mi alzai dallo sgabello e corsi tra la folla camminando a zig zag piantando gomitate a volontà allo stomaco delle persone, tutto per riuscire a passare.
E di occhiatacce che quest'ultime mi lanciavano? Impressionante.
Da sobria non lo avrei mai fatto.

Cominciai a muovermi; il bacino e le mani a ritmo di musica. Il mio corpo ondeggiava scatenato tra le persone.
D'un tratto qualcosa o meglio qualcuno mi fece inciampare. Era Cameron che mi aveva trascinata con forza al suo petto.
Risi davanti la sua faccia visibilmente incazzata.

La volete la seconda regola?

Naomi regge ben poco l'alcool.
Eh già.
Quando feci questa mia stupida mossa mi strattonò da un polso. Probabilmente anche se gli avessi sputato in faccia non mi avrebbe detto o fatto nulla perché sapeva che ero ubriaca e non ero in me. Insomma, se il mio corpo non avesse ingerito nessun tipo di alcool non lo avrei neanche fatto, forse.

Però...perché non provare!? Infondo la cosa mi divertiva.
Non chiedetemi il perché.
Gli sputai in faccia, esattamente sullo zigomo sinistro e lui strizzò gli occhi.
«No Naomi. Questo non dovevi decisamente farlo.» mi trascinò dietro di lui e io cercai di piantare i miei piedi per terra in modo che non mi avrebbe più potuta tirare a suo piacere.
La sua forza, sfortunatamente, era il triplo della mia. Passavamo tra le persone e io gridavo; loro non dicevano nulla, forse abituati a queste scene e a questa violenza. Forse.

«Las-sciamiii!» mi disperai, in realtà anche un pò divertita dalla situazione. Ma da ridere c'era ben poco.
E poi, come non detto: gli avevo sputato ma non era stato con le mani in tasca, anzi.
In men che non si dica ci ritrovammo in una piccola stanza abbastana grande, però, per contenere un letto, un armadio e un comodino.
Mi spinse sul letto e io ci caddi su come una melenzana.
Mi guardò con gli occhi infuocati.
Stavolta parlavo sul serio. Era come se i suoi occhi contenessero l'inferno, come se lo tenessero stretto in un pugno.
Okay, ora sono nei guai. Pensai.

Venne verso di me con passo lento e si fermò a un centimetro dal far toccare la sua gamba con il mio piede sopra il letto. «Io non so che cazzo ti prende! Non è passata neanche un'ora da quando sei qui dentro e ti trovo a ballare come una puttana!» urlò in preda all'ira. Non era in sè. Avrebbe potuto fare la qualunque cosa, io ero ubriaca e lui invece era furioso.

Ero davvero nella merda.
«Questo non posso accettarlo. Sai che chiunque avrebbe potuto portarti con sé? Baciarti e...e Dio sa cosa! Solo io posso toccarti o vederti ballare in quel modo. Nessuno deve sfiorarti, lo capisci?» rimasi sorpresa perfino, nonostante le mie condizioni, nonostante le sue mani, sulle mie spalle fragili, che mi scuotevano. Si preoccupava per me o era tutta possessione? Cioè, da quello che mi aveva fatto intuire nessuno doveva toccarmi o sfiorarmi, solo lui poteva. Il segno che mi aveva precedentemente lasciato sul collo dopotutto testimoniava tutto ciò, tutta la sua gelosia.

Era una cosa folle. Una persona non può appartenere ad un'altra. Cioè, se sei innamorata di essa è normale essere gelosi, ma io non amavo affatto Cameron, anzi. L'odio che nutrivo per lui aveva una percentuale inaspettatamente elevata.
Mi stava quasi privando anche della mia libertà, non potevo fare nessuna mossa sbagliata; dovevo filare dritta o me l'avrebbe fatta pagare. Però, dov'era scritto questo? Non ero sua né di nessun'altro

Sarei stata io a fargliela pagare non appena sarei ritornata in condizioni decenti e non con la testa a penzoloni.

«Ma chi ti credi di essere?! Sei una testa di cazzo. Questo sei! Non puoi comandarmi. Mi hai rovinato la vita, questo non ti sazia? Non devi avvicinarti a me, non più. Maniaco. Sei un mostro e ti odio più della mia fottuta vita.» nonostante le mie condizioni riuscii a dirgli quello che mi passava per la testa, mi bloccava il respiro questo groppo che avevo in gola; erano tutte le cose che avrei voluto dirgli da tanto ma non ne avevo mai avuto il coraggio perché avevo paura, però l'alcol mi aveva dato una spinta, mi aveva spronata.

Ma chi era lui? Il mio principe azzurro?

Non disse nulla. Semplicemente si limitò ad afferrarmi la nuca e baciarmi con foga. Non opposi resistenza. Lasciai la sua lingua entrare nella mia bocca a danzare con la mia.
Era tutto così confuso.
Litigavamo e ci baciavamo, litigavamo e ci baciavamo; una routine.

Questa cosa non poteva continuare per molto. Lo odiavo e non avrebbe dovuto farmi nulla di tutto questo.

Poi d'un tratto un colpo. Una voce. Uno sguardo.

😏😏

E adesso? Opsss!

Di nuovo a scuola😭😭

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