«Dammi il tuo telefono!»
Ero in mensa con la meravigliosa compagnia di Cook, Tony e Michelle.
Quest'ultima mi stava assalendo poiché voleva il mio cellulare dato che riteneva che questa mattina fossi più felice del solito e che secondo lei ci fosse qualcosa sotto; in pratica credeva che mi frequentassi con qualche ragazzo.
Mi aveva persino fatto cadere la porzione delle patatine che stavo tranquillamente mangiando.
Stronza.
«Ti dico che non c'è niente!»
«E allora dammelo.» mi sfidò con uno sguardo malizioso.
In effetti non potevo darglielo, se lo avessi fatto avrebbe letto tutte le conversazioni tra me e Cameron in quest'ultima settimana. Eravamo più sereni e stavamo cercando di andare d'accordo, pur sempre con qualche piccolo litigio.
Lui era più carino e disponibile con me e io stavo cercando di ficcargli in quella testa il fatto che non fossi la sua schiava sessuale, naturalmente però ero sempre in allerta.La mia amica aveva notato che oggi ero più sorridente e felice degli altri giorni, e come non esserlo. Chi è la ragazza che va così d'accordo con un ragazzo come Cameron?
«Hey, voi due, smettetela.» ci disse Cook infastidito, oggi era piuttosto serio rispetto al suo solito.
Fulminai Michelle che sbuffò e si arrese sedendosi composta sulla sedia con le braccia conserte come una bambina che non ha ricevuto la sua dose giornaliera di caramelle e stavolta rivolse tutta la sua attenzione a Tony, che era accanto a lei. Mi aveva detto che erano usciti insieme un paio di volte e si erano scambiati qualche bacio.
Ero davvero felice per lei e speravo che in qualche modo andasse avanti il loro rapporto.
Quante cose mi ero persa.
Tornai a mangiare il mio panino in santa pace fin quando vidi un essere molto alto con un ciuffo spuntare da dietro la porta d'ingresso alla mensa.
Indovinate chi era? Cameron.
Ovviamente, come non capirlo.
Non appena entrò mi andò un pezzo di panino di traverso e Cook dovette porgermi dell'acqua e farmela bere per evitare che morissi soffocata.
Causa? Sempre lui.
«Grazie.» tossicchiai riprendendo ossigeno.
Accanto a sé vidi invece spuntate Tyler che, quando incrociò i suoi occhi ai miei, sorrise spontaneamente, cosicché Cam lo guardasse male.
Entrarono entrambi in mensa e si diressero a grandi falcate verso il nostro tavolo.
Ero sicura che mi stessero scendendo delle goccioline di sudore giù dalla fronte.
Arrivarono esattamente davanti me e poi Cameron si sedette nel posto accanto a Cook fissandomi per poi sfoggiare uno dei suoi sorrisi.
«Tyler, siediti pure.» dissi a Tyler che era ancora in piedi dietro Cameron.
«Grazie.» sorrise prendendo una sedia da un tavolo a caso, si sedette vicino a me poggiando i gomiti sul tavolo.
«Voi non...ehm..mangiate?» chiesi con un sorriso falso.«Certo, stavo per andare. Cam, tu vuoi qualcosa?» gli domandò alzandosi dalla sedia e sistemandosi i capelli.
Cameron fece cenno di no col capo così Tyler sparì lasciandoci momentaneamente soli.
Perché questo cretino di fronte a me non aveva spiccicato parola per tutto il tempo?
«Allora, vedo che vi siete riappacificati.» borbottai, mi aveva detto che in quest'ultimo periodi lui e Tyler avevano avuto dei problemi.
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FanfictionCosa accadrebbe se una giovane ragazza proveniente da Manhattan dovesse trasferirsi a Londra, città nella quale dovrà vedersela con il suo più grande incubo dal quale non potrà fuggire? Riuscirà a sopportarlo nonostante la sua arroganza e prepotenza...