Capitolo 4

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Erano passati vari giorni dal mio ultimo incontro con Cameron. Non lo avevo più visto. Cioè, era praticamente assente tutti i giorni.
Finalmente sabato sera! Michelle mi aveva invitata ad una mega festa organizzata da Mini, fidanzata di Cameron, e, non avendo che fare avevo accettato.
Se questa festa si teneva a casa di Mini allora doveva esserci anche Cameron.

«Eh no! Adesso ti metti qualcosa di decente e non i pigiamoni che usa mia nonna.» mi riprese Michelle, ostinata nel farmi indossare un vestito blu elettrico con tanto di scarpe con il tacco. Sbuffai e mi arresi. Non mi aiutò però con il trucco dato che io potevi farle da insegnante.
Mi ha appassionato da sempre truccare, eh si.

****

Circa mezz'ora dopo ero pronta così andammo a casa di Mini con il motorino di Michelle. Ammetto che era un pò comico andare in giro in motorino vestita elegante.

«Ma che cazzo...ci pisciano qui dentro?!» esclamai per la puzza quando entrai all'interno della casa, ma che dico, magnifica villa gigantesca con tanto di piscina idromassaggio.
«Ma quale pisciare...qui ci fanno qualcosa più sporco» divenni pallida alla sua affermazione con una punta di ironia.
Andammo subito al bancone dei drink, ma poi Michelle dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia andò a cercare "gli altri", lasciandomi così sola ad aspettare che il barista mi portasse una vodka alla pesca. Non amavo bere ma ero consapevole che non mi facessero neanche poi così tanto schifo gli alcolici.
Il ragazzo biondo mi portò il drink e mi fece l'occhiolino.
Bevvi un sorso della vodka e per miracolo non la gettati a terra quando udii la sua voce.

«Non dovresti bere» mi voltai e vidi Cameron con una bottiglia di birra in mano. Senti da quale pulpito.
«Non dovrei ma lo faccio» continuai a bere. Con lui era meglio fare l'acida o non duravi più di un'ora.
«Dolce e acido, mh, bella combinazione»
Ma che intende?

«Cosa scusa?» domandai mentre mi guardavo attorno e vedevo solo gente che ballava, parlava, rideva e vomitava. Neanche io sapevo cosa volevo sperare di vedere. Ottimo.
«Una bevanda troppo dolce per un'acida come te. Poi sei così piccola che non si penserebbe che sei così acidella» continuò con un ghigno dipinto sul volto. Un ghigno che tra poco sarebbe stato sostituito dal mio pugno.
«Sorprendente, no?» lo presi in giro indicandomi. «E comunque per la cronaca anche se sono piccola non vuol dire che io sia una suora che sottostà a tutto ciò che gli altri dicono».
«Più che sorprendente direi..» si fermò di colpo squadrandomi.
«Cosa?» lo incitai a terminare la frase.
Così magari, sai se vuoi, ti arriva un altro pugno e stavolta magari nelle palle.
Deglutì e scosse la testa come a voler cancellare qualcosa dalla sua mente.
«Lascia perdere» concluse freddo andandosene poi via. Ci ripensò e tornò indietro sempre con la sua camminatura in grado di mettere chiunque in suggestione. Non me.
«Non ti dice nulla tua madre vedendoti vestita così? Mh?»
Andò via. E davvero stavolta.

I punti sono due caro mio, o sei da ricovero urgente o la birra tu ha dato alla testa.
«Naoomiii» vidi Michelle in lontananza che mi faceva cenno con una mano scuotendola come se fosse ad una fiera a vendere pesce e se fossi stata un'altra persona l'avrei di sicuro presa per una psicopatica.
Quella mano gli si staccherà prima o poi, pensai.
Mi feci spazio tra i corpi sudaticci delle varie persone e la raggiunsi vedendo che stava con Mini, Cameron, Cook, Franky, Tony, Sid, Emily e Katy. Mi sentivo ancora un pò a disagio con loro.
Non è che ci avessi parlato tanto.
Quando i miei occhi si posarono su Cameron che si sbaciucchiava con Mini mi venne il voltastomaco e dovetti continuare a bere la mia vodka per distrarmi e mandare giù qualcosa che non fosse il vomito, che mi stava quasi salendo su per la gola.
Ci sedemmo su dei divanetti di pelle rossi attorno ad un tavolino di vetro.
«Giochiamo ad obbligo e verità?!» propose Katy con troppo entusiasmo.
«Che cazzo, no» si rifiutò Franky che dopo vari pregamenti da parte di Katy si convinse.
«Quindi chi gioca?» chiese Cook.
«Io, Tony, Emily, Franky, tu e Sid» rispose Michelle battendo le mandi tra di loro con fare maligno rivolgendomi un sorriso che mi fece ridere. Ma la mia risata fu ben presto rimpiazzata dal commento di Cook.
«Spero di scoparmi qualche figa stasera».
Guarda mi fai vomitare più tu che Cameron e Mini messi insieme, avrei voluto dirgli ma mantenni a freno la mia lingua.
Non volli giocare perché mi annoiava e comunque tutta questa gran quantità di vodka mi stava mandando in pappa il cervello.
Se ve lo state chiedendo, no, non reggevo bene l'alcol.

«Sei disgustoso!» lo riprese Emily che portò una ciocca dei capelli rossi sulla spalla destra con fare da vip. Ridacchiai.
Il gioco inizio e dopo un pò ne ebbi abbastanza di vedere queste scemenze: Cook era stato obbligato a baciare Emily, cosa che aveva fatto con piacere, Tony era stato obbligato ad alzare il vestito della prima ubriaca a caso che passasse accanto a lui e ricevette uno schiaffo dalla "vittima", c'era chi aveva dovuto bere più di due bottiglie di birra.
Insomma erano tutti ubriachi uno più dell'altro; compresa Mini. Invece di Cameron non c'era più traccia. Era andato via a inizio gioco e non era più tornato.
«Vado un attimo in bagno, okay?» dissi a Michelle che era ubriaca marcia come gli altri.
Annuì e mi avviai a passi svelti verso i bagni femminili. Mi guardai lo specchio e poi bevvi un pò d'acqua dal rubinetto.
«Fa male.» sobbalzai all'udire una voce roca: Cameron.
«Oh Dio, ma sempre tra i piedi sei» sbuffai frustrata.
Sentii dei passi pesanti dietro di me, che intanto continuavo a bere con nonchalance.
«Sai Naomi, di te non sopporto niente» mi afferrò il braccio con una presa salda e quasi dolorosa.
«Credi di potermi trattare a tuo piacimento, quando vuoi.» sussurrò queste parole al mio orecchio.
Brividi.
«E a me non piace affatto quando qualcuno, soprattutto persone come te, devono darmi ordini.» minacciò sfiorando il mio collo con le sue morbide e piene labbra.
Fa che passi qualcuno.
«Oh invece dovremmo stare ai tuoi ordini?» ghignai prendendolo letteralmente in giro. Si infuriò.
«Da oggi, tu, sì.» affermò con tono freddo e duro e per poco non scoppiai a ridere.
Cameron mi afferrò i capelli e poi assestò un colpo al dietro delle mie ginocchia facendomi automaticamente piegare e inginocchiare a terra.
Caro mio, di che problemi soffri? Gli avrei detto volentieri, ma adesso no, ero un pò spaventata per la situazione in cui mi trovavo. Poi presi coraggio e feci per alzarmi ma lui aumentò la presa sui miei capelli facendomi male e scosse la testa teatralmente. «No no, piccola Naomi. Non puoi scappare. E se provi a farlo giuro che ti frusto qui, in questo bagno, fino a farti urlare» minacciò tendendo la mascella.

Deglutii e gemetti.
Non avevo la più pallida idea se ciò che stava accadendo era reale o meno.
Ero terrorizzata.
I suoi occhi mi scrutavano così a fondo quasi risucchiandomi l'anima.
Con poche semplici parole mi aveva messa a tacere.
Inaspettatamente si abbassò e lasciò la presa dai miei capelli avvicinandosi alla mia guancia per poi scendere cautamente al collo mentre le sue labbra quasi di seta mi sfioravano lasciandomi brividi che partivano dal basso ventre e si irradiavano in ogni parte del mio corpo.
Sospirai e scrollai di poco le spalle.
«Sta ferma» ordinò con fermezza premendo le labbra sul mio collo. Lo morse, leccò e succhiò.
Cominciò a farmi male quella zona su cui si era soffermato e gemetti. Si staccò dal mio collo cn uno schiocco di labbra. «Ora sei mia».
Mi guardai il collo allo specchio e vidi una chiazza violaceo regnarvi su. La coprii istintivamente.
Mi lasciò lì sottomessa, segnata e confusa.

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