Capitolo 5

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La sveglia suonò. La odio.
Sbuffai e mi stiracchiai stile gatto prima di alzarmi e correre in bagno dopo aver visto l'orario. 7:55. Avevo solo un quarto d'ora per prepararmi, molto, perciò mi diedi da fare finendo anche cinque minuti in anticipo. Scesi in cucina e dopo aver mangiato chiamai mia madre al cellulare che però non si degnava a rispondere.

Okay.

Okay!

Ma si dai fingi anche di stare bene e di non avere pensieri per la testa...tipo Cameron.

Purtroppo questa volta non potevo non dare ascolto alla mia coscienza. Era tutto veritiero, avevo pensato Cameron tutta la notte perciò non avevo dormito. Mi aveva lasciata senza parole quello che aveva fatto. Cosa voleva dire con "Ora sei mia"?
Era fidanzato..perché fare una cosa del genere? O magari l'aveva fatto solo per ridicolizzarmi e io mi stavo facendo paranoie inutili ma non credo fosse così deficiente da scherzare su queste cose.

Spero.

****

«Michelle senti non possiamo...che ne so, stare fuori? Non ho molta fame e non mi semto bene. Magari puoi mangiare, poi mi raggiungi dopo».
Già, stavo tentando di convincere Michelle a non farmi entrare in mensa a mangiare perché c'era Cameron. Ma ovviamente questo particolare finale non glielo avevo riferito e per nulla al mondo lo farei.

«Tu adesso non fai storie e vieni con me! È dal giorno della festa che sei strana. Sei andata in bagno e appena tornata sembrava avessi visto un cazzo in eiaculazione!» ridacchiò allo stesso tempo preoccupata.
Tesoro ci sei andata vicina.

«Ma..non..»

Mi trascino letteralmente via dal cortile portandomi in mensa a fare la fila.
«Non ho fame» sviai in tutti modi.
«Bene, alloravai a sederti al tavolo con gli altri. Io arrivo subito! Dammi il tempo di ordinare».
"Maledetta", avrei voluto dirle, ma lo tenni per me. Mi avviai verso il tavolo dove stavano i ragazzi vidi Cameron è il mio cuore perse un battito. Stavo per girare i tacchi e andarmene quando...hey! Io sono Naomi Campblell e Naomi non si lascia intimidire da nessuno.
Più o meno.
Ovviamente il mio subconscio del cazzo doveva intervenire nei momenti meno opportuni.
Stavolta ti darò la dimostrazione che ti sbagli, mi riferii al mio subconscio. Vedremo.

Camminai a passo deciso verso il tavolo e poi mi sedetti accanto Cook. «Questo si che è un bel buongiorno. Cosa ti porta a sederti accanto a me? Non che mi dispiaccia, amore, non fraintendermi» solito sorrisetto malizioso.
«Ma non scassarle le palle! Saranno anche fatti suoi, no?» intervenne Tony.
Dategli una medaglia. Adesso.

«Uh uh agitato il giovincello» protestò.
Mentre i due continuavano a scambiarsi insulti poco amichevoli il mio pensiero e il mio sguardo si concentrò su Cameron che mi fissava, mentre la sua ragazza lo accarezzava in maniera seducente sulla spalla.
Tossii ma lui non tolse gli occhi dai miei, o meglio, dalla scollatura della mia maglietta.
Quando scoprii involontariamente il succhiotto doloroso e violaceo il suo viso si dipinse in un sorriso sinistro soddisfatto.
Ma quanti problemi hai, caro mio?

Le sue parole mi tornarono in mente tormentandomi l'anima "Ora sei mia."
Cosa avevo fatto di male?
Mi ero trasferita da poco e gi avevo i primi problemi con un ragazzo maleducato, maniaco e pazzo.

****
«Sei un deficiente, fattelo dire!» urlò Michelle a Cook che per sbaglio ne aveva versato addosso un bicchiere pieno di Coca Cola.
Li osservai ridacchiando fin quando la vibrazione del mio telefono mi interruppe: un sms da un numero sconosciuto.

X: Al posto di ridere vai in bagno. Quello delle ragazze.
Capii subito che fosse Cameron quando vidi il suo sguardo posizionarsi su di me, teneva in mano il suo cellulare.
Chi gli aveva dato il mio numero?
N: Chi ti ha dato il mio numero? Fai anche lì stalker adesso?

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