«Prendila, prendila!»
Corsi il più veloce possibile per riuscire a prendere la palla prima che toccasse il suolo.
E beh, ci riuscii ma quest'ultima prese totalmente un'altra direzione andando così a finire sulla testa di qualcuno.
Mi misi le mani sul volto imbarazzata per ciò che avevo combinato e strillai un rapido "Mi dispiace!"Il ragazzo si voltò verso di me.
«Oh no, non preoccuparti.» disse in risposta con uno sguardo malizioso.
Era un viso che conoscevo fin troppo bene e rabbrividii al solo ricordo.Spalancai gli occhi risucchiando un respiro.
Non potevo assolutamente crederci, stavo per svenire da un momento all'altro.Cosa ci faceva qui?
Era lui, sì, lo riconoscevo.
Era lo stesso uomo tatuato e muscoloso che un paio di mesi fa mi aveva infilata nell'auto per volere di Leon dopo la fatidica scommessa.E adesso era qui.
Mi voltai quasi subito dalla parte opposta per evitare di guardarlo e di far ancora riemergere brutti ricordi.
****
Per tutto il tempo in cui ero stata sotto la doccia non avevo fatto altro che pensare a quei due occhi ghiaccio che mi fissavano impertinenti.
Stavo sistemando nel mio zainetto il resto dei vestiti sporchi e lo shampoo. La stanza e i corridoi erano deserti, non c'era anima viva appunto perché l'orario delle lezioni era oramai terminato ed erano tutti fuori dalla scuola.
Improvvisamente, una mano tappò la mia bocca con forza facendomi avanzare, a malavoglia, di alcuni passi finendo così con la faccia schiacciata contro uno dei tanti armadietti.«Ti ricordi di me vero, bambola?»
Oh mio Dio.
«Mmh.» mugolai percependo già gli occhi pizzicare.
«Diciamo che l'ultima volta che ci siamo visti non è stata una delle migliori. Non è così, dolcezza?»
Sentii le sue labbra tracciare avidamente il mio collo lasciando ogni tanto qualche morsetto qua e là.Poi la sua mano ricoperta di enormi anelli e tatuaggi s'intrufolò sotto la mia gonna a righe blu e bianche, tracciò ogni centimetro della mia pelle sotto i miei mugolii disperati, le lacrime presto iniziarono a solleticare le mie guance.
«Prima non sei stata molto gentile a lanciarmi la palla in testa.» scosse la testa in disapprovazione schioccando la lingua.
La sua mano libera finì sul mio interno coscia stringendolo con forza facendomi gemere con un tono di voce molto più alto.
«Ma che cazzo stai facendo!?»
Riconobbi immediatamente la voce di Tyler. Ringrazai ogni Santo esistente.
In un attimo quell'uomo mi fu tolto di dosso, sentii un profondo grugnito e a seguire un tonfo.«Brutto pezzo di merda!» mi girai verso i due che si stavano prendendo a pugni.
Mi presi la testa tra le mani piangendo.Che cosa diamine dovevo fare?
La prima cosa che mi passò per la mente feci anche se ero consapevole che prima o poi me ne sarei sicuramente pentita.
Tyler non sarebbe mai riuscito a battere quel ragazzo che rispetto a lui era molto più muscoloso e aveva decisamente più forza.Afferrai il cellulare dalla borsa sparpagliando per terra buona parte dei vestiti che avevo piegato in precedenza e composi rapidamente il numero con un groppo in gola impossibile da mandare giù.
Tutto dipendeva da me ora.Il telefono squillò per circa tre o quattro volte e temetti che fosse una chiamata a vuoto, ma quando finalmente rispose sembrava come se l'ossigeno fosse all'improvviso tornato ai miei polmoni.
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FanfictionCosa accadrebbe se una giovane ragazza proveniente da Manhattan dovesse trasferirsi a Londra, città nella quale dovrà vedersela con il suo più grande incubo dal quale non potrà fuggire? Riuscirà a sopportarlo nonostante la sua arroganza e prepotenza...