Cameron's POV
Fu lui a riportarla a casa e il pensiero di Naomi con un altro ragazzo che non fossi io mi faceva ribollire il sangue nelle vene, perché solo ed esclusivamente io potevo toccarla o guardarla in un modo che fosse fuori dal normale.
E sapevo che Tyler lo faceva tutt'altro che fuori dal normale dal momento che sapevo che le piaceva, e non poco.Ma come ribadito, se l'avesse mai toccata si sarebbe ritrovato con la faccia spaccata.
Non sarei mai riuscito a sopportare di sentirla gemere un nome che non fosse il mio o che qualcuno palpasse le sue curve come facevo spesso e volentieri io.No, cazzo.
Sapevo di essere insaziabile di lei e in tutta onestà non poteva fregarmene di meno.
Comunque sia Tyler la consolò per tutto il tempo sotto il mio sguardo infastidito.
Anche se l'avevo salvata non potevo di certo aspettarmi che lei mi perdonasse, almeno non così facilmente.Oppure prendere in considerazione e accettare che Tyler era migliore di me per lei?
La cosa sicura era che un ragazzo come Tyler non l'avrebbe mai sfiorata neppure con un dito.
E io come avevo precedentemente dimostrato ne ero capace.****
Naomi's POV
Le notti seguenti a quello spiacevole inconveniente non furono delle migliori; avevo tanta difficoltà a prender sonno e non potevano mancare gli incubi legati a quell'esperienza.
Intanto quel ragazzo tatuato fu arrestato per molestia contro una minorenne e per coinvolgimento ad una rissa, nonostante questo ritrovarono nella sua auto una quantità inimmaginabile di cocaina e altra droga varia, come se poi fosse la cosa più naturale di questo mondo viaggiare con chissà quanta droga a bordo senza paura che ti fermi la polizia.
«Naomi!» una voce squillante si fece largo spazio nel vasto corridoio della scuola rompendomi quasi i timpani.
Indovinate?
No, non è Cameron!
Michelle.
«Cavolo Michelle, se non ti toglierai il vizio di urlare in questo modo qualche volta finirò per andare in un centro otorino per sordi.» borbottai alzando gli occhi al cielo.«Scusami tesoro! Ascolta, volevo proporti una cosa.» parlò portandosi una ciocca dei suoi ricci e biondi capelli dietro l'orecchio.
«Parla pure.» mi schiarii la gola ascoltando a tutt'orecchie.
«Sai nuotare?»
«Certo che si. Perché?»
In acqua ero una nuotatrice eccezionale, sin da piccola mi era sempre piaciuto e avevo così deciso che avrei frequentato dei corsi pomeridiani.
Fu mio fratello a propormelo.«Ecco, perché il fratello di mio cognato lavora in piscina, quella al chiuso naturalmente, e mi ha chiesto se voglio fare da bagnina e istruttrice di zumba insieme a qualche altra ragazza che conosco.»
Wow.
«Ehm...non saprei.» riflettei analizzando tutti i pro e i contro di questa probabile esperienza.
«Oh avanti, in fondo non sei sola. Ci sono anch'io!» esclamò allargando le braccia.Già, almeno mi sarei divertita e avrei cambiato un po' aria.
«Okay!» replicai a mia volta leccandomi involontariamente le labbra.
«Perfetto. Questo pomeroggio alle quattro davanti la piscina. Ciao!» scoccò un sonoro bacio amichevole sulla mia guancia prima di scappare via senza nemmeno darmi il tempo di esprimermi.«Alle quattro!?»
Ma non era un po' troppo presto? E poi il lavoro iniziava già il giorno stesso in cui ne avevo saputo dell'esistenza? Non sapevo neppure da che punto cominciare.
STAI LEGGENDO
Submitted
FanfictionCosa accadrebbe se una giovane ragazza proveniente da Manhattan dovesse trasferirsi a Londra, città nella quale dovrà vedersela con il suo più grande incubo dal quale non potrà fuggire? Riuscirà a sopportarlo nonostante la sua arroganza e prepotenza...