Capitolo 40

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Mi si mozzò il fiato quando Adam spuntò dalla direzione degli spogliatoi.

E se aveva visto ciò che avevamo fatto?

Eravamo - anzi ero - fregata.
Oh mio Dio!

Questa volta di sicuro non l'avrei passata liscia. Guardai di sottecchi Cameron che aveva un'espressione del tutto impassibile.

Ma come fa a stare così tranquillo?

«Naomi...che cosa stai facendo ancora qui?» mi domandò con un cipiglio sul viso. «I-io stavo...» iniziai non sapendo con quale scusa continuare la frase.
Allora non aveva visto niente?

«Per favore, vieni di là. Devo parlarti in privato.»
Feci cenno di andare ma una mano, quella di Cameron, mi bloccò per l'avambraccio.
Lo ammonii con uno sguardo facendogli capire che non poteva intromettersi anche nel mio lavoro.
Il suo viso si contorse in un'espressione di rabbia prima di lasciar andare il mio braccio.

Gli lanciai un'ultima occhiata prima di seguire Adam nella stanza riservata ai bagnini.
«Che hai intenzione di fare?» si passò una mano tra i capelli sbuffando.
Non seppi davvero che cosa dire.
«Tu hai vi-»
Mi bloccò con un cenno della mano. «Ho visto che cosa avete fatto sotto la doccia. Pensi che venire qui sia soltanto un gioco? Questo è davvero troppo.»

E menomale che non ci aveva visti dentro la piscina.

Abbassai lo sguardo davvero imbarazzata portandomi le mani sugli occhi strofinandoli, non volevo avere una crisi isterica.
E proprio quando tolsi le mani dagli occhi essi caddero sul costume a mutanda di Adam, con una protuberanza molto - o meglio troppo - sporgente.

Oddio, ma che problemi ho?

Tossicchiò facendomi riportare l'attenzione su di lui.

«Per quanto mi spiace dirlo, non puoi più stare qui. D'altronde sapevi che questa era solo una prova per vedere come andassi.» soffiò.

Aprii la bocca per dire qualcosa ma prima che ne uscisse la qualunque cosa, arrivò Cameron che mi trascinò fuori con sé dopo avergli detto testuali parole: «Grazie e arrivederci.»
Roteai gli occhi al cielo seguendolo fuori dalla piscina con difficoltà dato che uno dei suoi passi erano due miei.

Che avesse sentito qualcosa?

«Vuoi maledettamente fermarti?» gridai esasperata, così prendendomi alla lettera si fermò di botto facendomi finire contro la sua schiena scolpita.
Arrossii di poco.

«Che c'è? Volevi rimanere ancora sotto gli ordini di quell'idiota?» mi ammonì puntando l'indice verso l'edificio precedentemente lasciato.
«Non puoi intrometterti anche nel mio lavoro, Cameron!»
Ringhiò silenziosamente digrignando i denti sicuramente evitando di dire qualcosa di spregevole.
«D'accordo. Ma ormai quel che è fatto è fatto.» sentenziò portandomi verso la sua macchina per poi incitarmi a salire.
Presi una boccata d'aria più profonda possibile e poi, dopo aver aperto la portiera, entrai in macchina portandomi le ginocchia al petto.
«Scendi le gambe.» mi rimproverò facendo una smorfia.

****

«Com'è andata in piscina?» mi chiese Michelle mentre eravamo sedute in classe ad aspettare l'arrivo imminente del professore.
Cameron era seduto alla mia destra, mentre la mia amica a sinistra.
Intervenne Cam prima che potessi rispondere.
«Non ci andrà più perché il nostro carissimo Adam ci ha colti sul fatto a fare certe cose, diciamo...sconce.» disse lasciando entrare in scena una risatina pervertita fissandomi.

«Cosa?!» la mia amica si soffocò con la sua stessa saliva, iniziando a tossire.
«Ma voi non ce l'avete proprio un contegno?» chiese, ma più che una domanda aveva l'aria di essere un'affermazione.

Fulminai Cameron con lo sguardo per esser stato così esplicito.
«Che c'è?» rise «È la verità.»
Scossi la testa e lui mi obbligò a voltarmi verso di lui tenendo il mio mento tra il suo indice e il pollice.
«Se vuoi...possiamo ripetere l'esperienza.» mi prese in giro e io mi lasciai scappare un sorrisino.
«Schifoso.» affermai voltandomi nuovamente verso Michelle che aveva guardato tutta la scena con aria divertita.
Poi spuntò da dietro la porta il professore e fummo costretti a terminare la conversazione, molto interessante direi.

Passarono le ore e io mi stavo annoiando a morte, non c'era una sola materia che mi interessasse.

Finì l'ultima ora e quando suonò la campanella tutti gli studenti si alzarono dalle loro postazioni in un batter d'occhio correndo fuori dalle classi senza perdere tempo. Io invece aspettai, poggiata sullo stipite della porta, Cameron.
Mi raggiunse cingendomi la vita con un sorriso sinistro.
«Adesso a casa tua. Ho bisogno di te.» disse tra i piccoli baci che mi stava dando sul collo.
«Mhmh.» annuii leccandomi il labbro superiore.
E così uscimmo dalla scuola salendo in macchina per dirigerci a casa mia.

Per tutto il viaggio tenne la musica ad un volume altissimo e mi misi a cantare a squarciagola Sin Contrato di Maluma anche se non azzeccai una parola esatta e Cameron ogni tanto mi seguì canticchiando anche lui qualche frase.
Cambiò canzone facendomi mettere il broncio e smanettò con la radio cercando qualcos'altro e si fermò su un'altra canzone: La bicicleta di Shakira e Carlos Vives.
Scoppiai dalle risate quando Cameron cantò imitando la voce del cantante. «Puedo ser feliz,
caminando relajada entre la gente,
yo te quiero así,
y me gustas porque eres diferente.» canticchiai sorridendogli.
Così tra una canzone e l'altra giungemmo a casa mia; aprii la porta e non appena la richiusi mi afferrò entrambi i polsi portandomeli sopra la testa dopo avermi fatta scontrare con il legno liscio della porta.
«A cantare sei fantastica, ma adesso voglio vedere quanto sai esserlo non appena fotterò come Dio comanda il tuo delizioso culetto.» sussurrò al mio orecchio sfiorando il mio collo con il suo naso.
Mi scappò un sorrisino, ma più che altro le mie gambe erano diventate gelatine.
Afferrò i miei glutei facendomi salire in braccio e salì al piano di sopra portandomi nella mia camera, mi spinse senza troppa forza sul letto e si mise a cavalcioni su di me cercando di far meno peso possibile.
«Dimmi che sarai brava tanto quanto lo eri in macchina.» disse tirandomi la maglietta tentando di togliermela, così me la salì sulle braccia senza però rimuoverla completamente.
Baciò la mia mascella, scendendo sul collo e poi accarezzò le curve del mio seno ancora coperte dal reggiseno.
In men che non si dica me lo tolse e pochi minuti dopo eravamo entrambi nudi in procinto di godere.

⁉⁉⁉⁉

Fa schifo, lo so.

Comunque commentate e votate come sempre.

Buona domenica!❤

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