Capitolo 19

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Non riuscivo a realizzare.
Io e Cameron uscimmo dalla macchina. Come poteva essere? Non volevo, non potevo andare con quel Leon; avrei preferito mille volte restare un anno con Cameron a casa mia. Mentre io rimasi come un paletto attaccata allo sportello della macchina lui nervosamente si avvicinò a me.
Stavo pensando con il viso rivolto verso il pavimento e lo sguardo perso nel vuoto, combattuto più che altro.
Prese il mio mento tra l'indice e il pollice facendomelo sollevare verso di lui, così che potessi guardare quegli occhi privi di ogni emozione. E adesso che vuole da me? Prima scommette e poi se ne pente? Che poi non so neanche se sia pentito, ma va bene così.

«Non ti lascerò per troppo tempo tra le mani di quel maniaco, d'accordo?» Stava cercando di rassicurarmi o cosa?
«Come se non fossi già tra le mani di un altro maniaco. Il punto è sempre lo stesso, se proprio ci tenevi a me neanche scommettevi.» sputai acida.
«Io non tengo a te.» ribattè iniziando ad agitarsi anche lui. Non aveva mai avuto pazienza, lo sapevo anche se lo conoscevo da non molto.
«E allora non voglio essere salvata da te.» dissi marcando la parola "salvata".
«Preferisci restare con lui?»
«Si.»
«Bene, ti accontento.» i suoi occhi non trapelavano nessuna emozione e quando dico nessuna sono seria.
Attimi dopo, il ragazzo che prima stava godendosi i complimenti da parte dei ragazzi per la sua vittoria, Leon, si incamminò verso di noi.

«Aria tesa, eh?»
Né io, né Cameron rispondemmo, piuttosto ci limitammo a fissarlo.
«Di molte parole. Dunque Dallas, come puoi vedere ho vinto la gara quindi direi che è arrivata l'ora che la tua puttana diventi la mia.» Un instinto omicida si fece spazio dentro di me. Con quale coraggio mi chiamava puttana? Giuro che avrei voluto stritolarlo, farlo a pezzi e poi bruciarne i resti.

«Lei non sarà mai tua, brutto bastardo.» ringhiò in risposta Cameron irrigidendosi quando le sporche mani di Leon mi presero con sè toccandomi ovunque. Gli sferrai una gomitata alle sue parti e gemette per il dolore causatogli. Adesso godo io, rammollito.
Intanto Cameron mi guardava leggermente sorpreso della mia mossa.
Secondo me, infondo lui sapeva di non poter fare nulla, per quanto lo conoscevo credevo che lui non potesse troncare il valore di una scommessa, non poteva salvarmi altrimenti si sarebbe dimostrato un vero pezzo di merda senza parola. La scommessa era stata vinta da un ragazzo che non era lui e doveva rispettare il patto o almeno pensavo che era questo quello che avrebbe fatto.
Perché sapevo che da Cameron potevo aspettarmi di tutto.

Leon mi stampò un cinque sulla guancia e a quel punto Cameron scattò verso di lui iniziando a sferrargli pugni a volontà, mi vennero i brividi. Non osai immaginare che dolore provasse il ragazzo sotto di lui. Tutti quei pugni, calci; quella vita in generale non faceva per me. Io dovevo stare lontana dalle persone come loro e credetti che fosse troppo tardi per tirarmi indietro, o forse no?

«Non. Osare. Mai. Più. Sfiorarla.» sentii dire Cameron. Perché mi difendeva? Non poteva semplicemente lasciarmi andare? D'altronde non valevo niente per lui; ero solo un peso e uno sfogo per il sesso. Certo.
Nel frattempo attorno a noi le persone guardavano curiose invogliando i due ragazzi per continuare a fare a botte.
Che idioti.
Due mani forti afferrarono le mie esili braccia trascinandomi all'interno di un auto. «No, lasciatemi in pace vi prego.»
Nessuno si era degnato di aiutarmi. Ma cosa mi aspettavo? Vigliacchi.
«Troppo tardi, bambola.»
Il ragazzo tatuato che mi aveva trascinata lì dentro con la forza salì al lato del guidatore rovistando in cerca di qualcosa dentro una scatola di plastica nera. In un attimo lo sguardo di Cameron si alzò dalla sua vittima, entrambi con il viso livido e sanguinante. Mi osservò, era strano, non mi aveva mai guardata così prima d'ora. Sentiva di aver fallito? O semplicemente sentiva di avermi persa? Però infondo lui non mi aveva mai avuta. Mai.
Mi aveva toccata contro la mia volontà e aveva preso la mia verginità, ma non ero mai stata consenziente.

Fu questione di secondi perché subito dopo un panno umido mi tappò la bocca e il naso. Era un'odore forte e strano e dopo qualche secondo di ribellione e urla da parte mia, iniziai a vedere dei puntini grigi ingrandirsi sempre di più e poi il buio completo.
Adesso ero veramente in trappola e non ne sarei uscita facilmente.

***

Cameron's POV

Avevo fallito per la prima volta in tutta la mia vita. Forse non mi importava abbastanza di lei da farmi vincere la gara, non mi ero concentrato abbastanza; non ero gasato come al solito.
Vederla lontana da me, presa da quelle sporche mani e portata via mi aveva causato un vuoto al petto, sicuramente dovuto anche al fatto che avevo perso per la prima volta una gara oltre che al pensiero che non avrei più potuto scoparmela.

Una cosa era sicura: sarei andata a riprendermela.
Era mia. La sua mente e soprattutto il suo corpo appartenevano a me.

Leon era andato via da poco dopo avergli sferrato qualche altre calcio violento al viso. Le avevano fatto perdere la coscienza e questo mi faceva ammattire; avrebbero potuto fare di lei quello volevano.

Sferrai l'ennesimo violento pugno all'asfalto squarciandomi le nocche ormai completamente insanguinate.
Alex mi si avvicinò poggiando una mano sulla mia spalla.
«Andiamo a bere qualcosa, bro?»
chiese.

Mi alzai e gli mormorai un sì prima di dirigermi verso la mia auto e salire a bordo.
Non mi interessava di niente, stasera volevo solo distrarmi e non pensare a quelle gambe perfette.

Dopo poco arrivammo in un locale strapieno di persone e iniziai a bere. Cazzo, volevo scoparmi ogni ragazza presente in quel pub.
Non avevo bisogno neanche di elemosinare il loro corpo perché era loro che facevano il contrario, infatti dopo qualche minuto due bionde rifatte mi si avvicinarono e iniziammo a baciarci. Io seduto sul divanetto e loro sopra di me.
Non volevo scoparmele qui a bella vista, le avrei portate in un bagno per riempirle di tutte le mie perversioni.

Così feci.

Le portai nel bagno e chiusi subito dopo la porta.
«A terra.» ordinai.

«Sei così dispotico.» sussurrò una.

«A terra, cazzo!» urlai con le palle strapiene delle cazzate che dovevo sentire.
Mi fecero un lavoretto da Dio, chi lo prendeva in bocca e chi mi baciava.

Circa un'ora dopo ero pienamente soddisfatto. Avevo sfogato tutta la mia rabbia su di loro, ma neanche ci avevano fatto caso, d'altronde erano lì per quello.

Domani avrei pensato a Naomi e al da farsi.
***

Naomi's POV

Aprii gli occhi lentamente, ci vollero secondi per farmi mettere a fuoco la stanza in cui mi trovavo.
Era tutta grigia, a fare eccezione una sedia verde e un tavolo in vetro trasparente.

Cercai di alzare la testa ma mi faceva un male cane!

Poi sentii una voce.

«Vedo che ti sei svegliata.» un sorriso malizioso mi si piazzò davanti. Leon.
«Mmh..»
Senza darmi il tempo di stabilizzarmi mi afferrò un polso e mi trascinò con sé.
«Dove diamine sono?» lo fulminai con lo sguardo.
«Benvenuta all'inferno, tesoro.» disse prima di scaraventarmi dentro una stanza e rinchiudermi dentro a chiave.

👑👑👑👑

SCUSATE DAVVERO DAVVERO DAVVERO SE NON HO AGGIORNATO PER TUTTO QUESTO TEMPO.

Sapete l'impegni, la scuola, le feste, una vita sociale; non ho avuto per niente tempo e ogni volta che mi imponevo di scrivere capitava sempre qualcosa, pfff.
(Vi giuro che anche io ero incazzata con me stessa ahaha)

Come regalo di Capodanno e Natale in ritardo farò doppi aggiornamenti quindi godetevi i capitoli in arrivo!

Comunque ho creato la pagina Instagram per il libro così almeno potrete sapere lì quando aggiornerò o meno senza che aggiunga parti qui su wattpad facendovi credere che ho aggiornato.☺😂

Buon 2O17!❤

UN BESO👅🍻

~Sam🐝

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