Capitolo 42

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«Brutta stronza! Da come lo avevi descritto non pensavo che fosse così figo.» sussurrò entusiasta Effy colpendomi una spalla.
Avevo annunciato che stavo prendendo qualcosa da bere e da mangiare e lei naturalmente non aveva perso tempo per seguirmi e riempirmi di domande.

Cercai di essere il più rapida possibile per evitare di lasciare soli Fred e Cam.

Chissà se staranno parlando, pensai.

Misi in un vassoio una bottiglia di thè, una di succo di frutta, qualche stuzzichino e lasciai la cucina dirigendomi in salotto evitando palesemente Effy se non prima di dirgli scherzosamente di piantarla.

I due erano seduti di fronte e si stavano fissando con un'espressione seria ed imbarazzata, fortunatamente nel vederci rilasciarono entrambi un sospiro di sollievo.
Freddie ed Effy ovviamente mangiarono qualcosa, mentre Cam si era limitato ad un bicchiere di thè pieno fino all'orlo.
Parlammo del più e del meno e non so con quale miracolo Freddie e Cameron iniziarono a parlare animatamente di calcio.

Poi Cameron ad un certo puntò mi intimò di andare a prendere qualche birra dandomi una leggera pacca sul sedere.
E la serata passò così, tra una chiacchierata e l'altra; avevano tutti preso confidenza tra di loro.

Ordinammo delle pizze per cena che, almeno io, mangiai velocemente come non avevo mai fatto poiché stavo morendo di fame.

****

Guardai l'orologio: l'una di notte.
Avevo proposto ai miei due amici di restare a dormire da me e avevano accettato immediatamente, anche perché stavano morendo di sonno, così entrarono nelle loro camere e io e Cam restammo in salotto ancora per un po'.
«E io? Non vorrai mica farmi dormire solo a casa mia.» disse mettendo un broncio, sapevo a che cosa voleva arrivare.
Salii a cavalcioni su di lui poggiando le mani sulle sue spalle accarezzandolo da sopra la maglietta blu che indossava.

«Beh, allora...potresti dormire qui.» dissi sorridendo maliziosamente.

Sono davvero io?

Lui sbuffò divertito come se se lo aspettasse e poi tolse le mie mani da lui e in cambio accarezzò con delicatezza la mia guancia.
Diversamente da come faceva di solito prese la mia mano nella sua e mi trascinò dietro di lui.
Arrivammo in camera mia e mi fece sdraiare delicatamente sul letto prima di salirmi sopra.
«Questa sera non hai fatto altro che toccarti quella scollatura e stavi quasi per farmi venire un'erezione davanti i tuoi amici.
Lo sai che sei una bambina cattiva?» disse toccando la scollatura della mia maglietta bordeaux.
Lo guardai con aria innocente.
«No, non fare l'innocente. Ammettilo che lo hai fatto apposta.» tirò su la mia maglietta levandomela di dosso, restando metà nuda.
Reggiseno non ne indossavo.
«Per tutta la serata ho desiderato fare questo.» si chinò all'altezza del mio seno e leccò un capezzolo poi portandoselo in bocca succhiandolo e mordendolo facendomi sospirare pesantemente. Lasciò la presa e scese con le sue mani ruvide ed enormi sui miei pantaloni facendo un po' di pressione per sbottonarmeli.

Li abbassò all'altezza delle mie cosce portando la mano sul mio interno coscia strizzandola di poco. Ansimai chiudendo gli occhi per i brividi che si erano concentrati sul mio basso ventre.
All'altezza dei miei pantaloni portò anche gli slip.
«E poi, anche questo.» accarezzò il mio pube arrivando all'altezza del mio clitoride accarezzando anch'esso ma con più pressione.

In men che non si dica mi bagnai  e lui ne appofittò per fare qualche commento sporco al riguardo.

Avevo il corpo vibrante per le mille emozioni che stavo provando.

Ci fermammo di colpo quando sentimmo bussare alla porta, io sobbalzai e Cameron invece imprecò disfacendo il letto per poi infilarsici dentro fingendo di dormire.

Sicuramente.

Mi rivestii il più veloce possibile passando le mani tra i miei capelli e sulla mia maglietta rimuovendo le pieghe.
Aprii la porta con una finta espressione tranquilla facendo finta di essere assonnata.
«Che succede?» domandai a Fred che stava impalato con il gomito appoggiato allo stipite della porta gurdandomi con un'espressione accusatoria e un sorrisetto che conoscevo fin troppo bene.

«Potresti darmi del ghiaccio? Effy ha sbattuto un dito contro i piedi del letto e si sta contorcendo dal dolore.» spiegò indicando la porta accanto dove avrebbero dovuto dormire.
Asserii con la testa e scesi in cucina. Estrassi dal frigorifero alcuni cubetti di ghiaccio avvolgendoli in un panno asciutto, evitando di farli cadere a terra.

Risalii le scale dando a Freddie ciò che gli serviva e lui mi sorrise squadrandomi dalla testa ai piedi.
Mi ringraziò e io tirai un sospiro di sollievo, così quando stavamo ognuno per far ritorno nelle nostre camere il mio amico si fermò prima di entrare.
«Comunque fate più piano che si sente.» ridacchiò e si chiuse la porta alle spalle.

Stronzo.

Rientrai nella mia stanza e notai che Cameron era ancora stranamente voltato dalla parte opposta alla mia con una coperta che lo copriva fino alla vita, solo che non aveva la maglietta.
Feci una smorfia e poi spensi la luce infilandomi sotto le coperte pensando che si fosse addormentato.

Passarono i secondi e i minuti, ma lui proprio sembrava esser crollato.
Pensai che fosse il caso di addormentarmi e così chiusi gli occhi, ma qualche minuto più tardi lo sentii muoversi sul letto e poi le sue braccia circondarono la mia vita e la sua faccia sprofondò sul retro del mio collo baciandomelo prima di stringermi maggiormente contro il suo petto tonico.

Sorrisi chiudendo gli occhi per godermi beatamente quel momento.
«Buonanotte, amore.» sussurrò al mio orecchio prima di baciare un lembo di pelle poco più sotto di esso.
«Buonanotte.» replicai a mia volta e mi voltai a fatica con la testa verso di lui per lasciargli un dolce bacio sulle labbra carnose.

****

Cameron's POV

Mi svegliai di soprassalto sentendo Naomi farfugliare disperatamente qualcosa nel sonno.
Stava parlando dicendo cose senza senso, almeno per quello che riuscivo a capire.
Diceva qualcosa come “Non andare”, “Resta qui”, “Mi manchi”

Cazzo.

Ero solo un fottuto pezzo di merda, parte delle sue amarezze erano principalmente, o quasi, colpa mia.

Poggiai una mano sulla sua fronte e poi cominciai a scuoterla quando vidi delle lacrime scorrere lungo le sue guance, che asciugai subito con i miei pollici.

La scossi ancora un paio di volte più frequentemente e finalmente si svegliò con il cuore in gola e il respiro affannoso.
«Va tutto bene, ci sono io qui.» le sussurrai all'orecchio facendole appoggiare la testa sul mio petto tirandola un po' più verso di me.
Lei sembrava essere davvero terrorizzata.
«È tutto finito.»

La consolai per un po' di tempo toccadole i capelli e baciandole ogni tanto la testa. E così entrò di nuovo nel mondo dei sogni e io sospirai sollevato, sorrisi leggermente alla vista di lei rannicchiata e avvinghiata ai miei fianchi con le mani.
Le diedi un'ultima occhiata prima di tornare a dormire.

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