Canzone per il capitolo: Paramore - Decode
Non avrei dovuto aspettarmi niente.
È incredibile come possano cambiare le situazioni, dall'essere felice all'essere distrutta, delusa.
Si, soprattutto delusa.
Delusa perché sin dall'inizio avevo creduto che lui mi amasse davvero.
Credevo fosse così, che chi ti ama non ti fa soffrire; avevo cambiato idea.
Delusa perché nonostante tutto, le serate passate insieme, le risate, i pianti, lui aveva continuato a prendermi in giro senza esitazione.
E io ci ero cascata come una totale stupida che forse di queste cose non ne sapeva ancora abbastanza.
Mi ero lasciata abbindolare da un essere come lui, spregevole.Avevo tutte le ragioni di questo universo per avercela con lui.
Come si può arrivare a questi livelli? Progettare la morte di una persona per averne un'altra.
Mi facevo così schifo, cavolo. Io che, inconsapevole di ciò che aveva fatto a mio fratello, mi ero messa con lui ed ero felice e contenta quando in realtà avrei dovuto detestarlo e nient'altro.Tutto ciò che mi rimaneva da fare era andarmene da questo maledetto posto, che di buono non aveva nulla.
Inutile dire che il mio umore era proprio sotto zero e credo che niente e nessuno sarebbe riuscito a farmi rallegrare.
Afferrai il cellulare che stava squillando da circa venti secondi e risposi, senza neanche vedere il nome sulla schermata, sbuffando e imprecando quando inciampai per colpa del mio stupido zaino scolastico.
Premetti l'icona verde con la cornetta del telefono e lo avvicinai all'orecchio.
«Pronto?»
«Naomi! Si può sapere dove diavolo sei?» urlò Michelle dall'altra parte perforando il mio povero timpano.
Tossii a disagio. Se solo avesse saputo credo le sarebbe venuto un infarto.
Ebbene si, ero nella mia camera e stavo preparando le valigie per tornarmene a Manhattan da miei genitori.
A proposito, li avevo chiamati circa un'ora fa per avvisarli che sarei ritornata e inoltre avevo accennato loro di Willie. Mia madre era a dir poco sconvolta e aveva iniziato a balbettare fin quando non avevo chiuso la chiamata.«Credi di riuscire a raggiungermi appena finite le lezioni? Io...ecco- sto tornando a Manhattan.»
Udii soltanto un silenzio tombale dall'altro capo del telefono.
Successivamente la sentii sospirare affranta.
«Vuoi davvero farlo? Anche se con Cameron hai chiuso questo non significa che tu debba-»
La interruppi prima che potesse completare la frase.«No. Ho bisogno di staccare la spina e tornare nella mia vecchia casa è la cose migliore per quanto mi dispiaccia lasciare te.»
«O-okay. Vedro di venire, Nao.»
Riattaccai sospirando e chiudendo a pressione l'ultima valigia. Da quando ero a Londra i miei vestiti erano praticamente raddoppiati dato che Michelle mi portava sempre con sé a fare shopping.
Avevo pulito l'intera casa e adesso era tutto in ordine.
Cercai con gli occhi il mio cane, Roy, che doveva essere da qualche che parte. Infatti lo trovai sotto il letto e lo presi in braccio accarezzando il suo soffice pelo, lo feci entrare nel trasportino e lo chiusi lì evitando i suoi occhioni dolci che mi supplicavano di farlo uscire.
Dopo un paio di ore sentii qualcuno bussare alla porta e non appena la aprii Michelle mi saltò addosso.
«Oh mio Dio! Quando ti chiedevo se saresti potuta venire l'invito era rivolto solo a te! Non che mi dispiaccia avervi tutti qui!» esclamai con occhi tristi osservando i miei amici dietro di lei e nel frattempo ero stretta tra le braccia di Michelle che mi ostacolavano il respiro regolare.
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FanfictionCosa accadrebbe se una giovane ragazza proveniente da Manhattan dovesse trasferirsi a Londra, città nella quale dovrà vedersela con il suo più grande incubo dal quale non potrà fuggire? Riuscirà a sopportarlo nonostante la sua arroganza e prepotenza...