ALOAH!
Che stress, però almeno vi ho dato la possibilità di continuare a leggere questa storia.
(Like e commenti, don't forget).
Buona lettura!💕UN BESO PARA TI😋
~Sam 🐝
🗻🗻🗻🗻
«Bene. Adesso abbassali.» si riferì ai suoi boxer e io esitai qualche attimo sotto il suo sguardo ardente di desiderio.
Avrei tanto voluto che qualcuno fosse venuto qui e mi avesse salvata da questa situazione.
Non volevo e non potevo fare ciò che mi diceva, ma da perfetta idiota glieli abbassai e mi si rivelò un'erezione più grande del previsto: era lungo, grosso, venoso, pulsante...bagnato.
Non avevo mai visto un organo maschile in tutta la mia misera esistenza e adesso ero perciò spaventata.
Boccheggiai nel guardarlo e a lui scappò una risatina tutt'altro che rassicurante. Ero al cento per cento sicura di essere rossa come un peperone in faccia, come mi capitava puntualmente quando ero imbarazzata.
«Afferralo, Naomi.» disse Cameron, i suoi occhi che ardevano impazienti nei miei.
Era sbagliato. Io ero sbagliata, lui lo era. Ma soprattutto era sbagliata questa situazione.
Sarei dovuta essere da tutt'altra parte fuorché qui.«I-io...non..» deglutii traumatizzata; non biasimatemi.
«I-i-io n-n-non..» mi imitò assumendo una voce da bambina.Afferrò i miei capelli per la millesima volta e senza preavviso portò la punta del suo membro pulsante sulla mia bocca spingendosi dentro con tutta la sua forza, come se io non fossi umana ma solo un giocattolo, una vecchia bambola di pezza sporca.
Cominciò a spingere e spingere con tutta la sua forza facendomi quasi uscire gli occhi di fuori e soffocare per la sua lunghezza e per la sua non delicatezza.
Le lacrime si formarono nei miei occhi. A ogni spinta la sua stretta sui miei capelli diveniva sempre più ferrea e a me faceva ancora più male la testa.
E lui gemeva sempre più forte godendosi quella sensazione per lui piacevole. Avevo in poco tempo capito che godeva nel vedermi soffrire e se ne approfittava di me. Mi rendeva debole, magari lo ero davvero, ma con gli altri mi facevo vedere forte; con lui non mi era possibile.Iniziai a piangere faticosamente e graffiai il suo membro con i miei denti, ovviamente non intenzionalmente.
«Lurida puttana, togli quei denti.» uscì dalla mia bocca e mi diede uno schiaffo dritto sulla guancia sinistra. Battei la testa sullo spigolo del letto e singhiozzai accasciandomi al pavimento duro e gelido che in un certo senso mi dava una sensazione di conforto. Avrei preferito la qualunque cosa tranne che questo. Quando il primo giorno lo avevo adocchiato a scuola non sembrava essere pazzo, certo, non era sicuramente il Papa ma comunque una persona normale con un caratteraccio di merda. E invece adesso, tutto insieme, non sapevo se sarei riuscita a resistere.
Mi diede un calcio sul fianco toccando esattamente la mia gabbia toracica. Gemetti stremata. Un dolore allucinante partì dalla mia schiena fino ad espandersi per tutto il mio corpo minuto.
Volevo sparire.
Si avvicinò a me e prese il mento tra il suo pollice e indice.
«Ti ho fatto male?» domandò con finta voce dolce. Se era dolce lui, allora gli escrementi erano deliziosi. Blah.
Era tutt'altro che quello, non meritavo questo trattamento.
Avrei voluto urlargli tutte le bestemmie possibili e immaginabili, spingerlo via da me, dargli tutte le colpe ma non ci riuscivo. Se lo avrei fatto sicuramente mi avrebbe picchiata ancora e il mio corpo non era in grado di sopportare altro dolore oltre quello che gia mi stava infliggendo.Per un attimo provai anche pena per Mini.
Con che razza di persona era fidanzata? Un maniaco, pazzo, squilibrato e violento.Mi chiedevo se anche con lei facesse così, ma poi ci ripensai su. Non credo che fosse stata con lui anche se la picchiava; sarebbe stato da pazzi.
Non risposi, mi limitati soltanto a guardarlo con disgusto e disprezzo.
Gli scappò un risolino per la mia reazione, ecco: non mi sbagliavo quando dicevo che gli piaceva vedermi soffrire e in uno stato totalmente vulnerabile.
Prese il suo membro che ancora teneva fuori dai boxer e fece scorrere ripetute volte la sua mano su di esso.Gemeva. Gemeva. E gemeva.
Non faceva altro, stava godendo nel procurarsi piacere da solo.
Se lo avesse nuovamente messo dentro la mia bocca non avrei esitato a strapparglielo a morsi.
Gli avrei tolto la priorità di avere figli in futuro, se li avesse avuti.
Quale persona normale avrebbe mai generato delle creature con una persona come lui.Ovviamente non potevo negare che Cameron fosse senza dubbio un bellissimo ragazzo: i suoi occhi castani pieni di non so quali sfumature perché non avevo mai avuto l'occasione di guardarli da vicino, le sue labbra carnose, rose e piene, la sua carnagione né troppo chiara né troppo scura, il suo corpo tonico, muscoloso e...asciutto.
Ma, anche, quale persona normale sta con un pazzo, maniaco, sadico che ti fa soffrire solo per soffisfare i suoi piaceri?
Nessuno, direi.
E dopo qualche minuto uno schifoso liquido biancastro venne riversato sul mio corpo.
Non lo accettavo, questo era troppo.Nessuno e dico, nessuno, mi aveva mai trattata così. Certo, venivo presa in giro ma mai nessuno era arrivato a questo.
Anche Tony, il fratello di Effy, mi aveva presa di mira ed etichettata come 'persona da prendere in giro'.Senza resistere più gli diedi una spinta sul petto, con tutta la forza che avevo, che lo fece barcollare ma non cadere.
E fu lì che i suoi occhi si riempirono di furia. Si rivestì in un batter d'occhio e fatto ciò si scaraventò su di me senza però, miracolosamente, picchiarmi, toccarmi o sfiorarmi. Ero sorpresa perché sapevo come funzionava: se facevo qualcosa di sbagliato me l'avrebbe fatta pagare.Dalla sua bocca uscì solo un: «Quando esco dal bagno voglio trovarti inginocchiata e...se non lo fai la situazione peggiora.» sputò con disprezzo come se poi era lui quello che doveva essere disgustato dal comportamento dell'altro.
Entrò nel bagno e chiuse la porta con tutta la sua forza.
Io ero terrorizzata, letteralmente e non poco.
Non avevo altra scelta. Anche se sarei voluta scappare come avrei fatto? Mi sarei lanciata dalla finestra?
Se non volevo essere di nuovo picchiata allora dovevo dargli ascolto.
La situazione era già il degrado e se non avessi fatto ciò che diceva sarebbe peggiorata più di quanto lo fosse già.Dieci minuti dopo uscì dal bagno e si sorprese trovandomi esattamente come lui mi aveva ordinato.
Aveva rimesso i suoi pantaloni e si era probabilmente dato una sistemata ai capelli dato che non sembrava più un pollo spellacchiato.«Vedo che mi dai ascolto..» fece un attimo di pausa sospirando e sedendosi sul suo letto con un espressione indecifrabile.
«Sei una così brava puttana.» scattò verso di me sussurrandolo al mio orecchio divenuto sensibile con tutto il mio corpo per la sua vicinanza e per i brividi che stava facendo accendere dentro di me. E quei brividi erano puro terrore.
Terrore di ricevere ancora dolore.Puttana?
«Fai quello che ti dico quando voglio. Peccato che adesso non ho tempo da perdere. Fidati che se non avessi avuto un impegno tu non saresti più su questa Terra.» disse mordendo il lobo del mio orecchio.
Si staccò improvvisamente da me e aprì la porta della sua camera invitandomi ad uscire.
Io come una stupida marionetta mi vestii, sporca per com'ero della sua eccitazione e poi scesi le scale che portavano alla porta che conduceva al di fuori di questo inferno.Vaffanculo Dallas. Tu vuoi divertirti con me e io mi divertirò con te.
Questa poteva forse chiamarsi guerra, ma comunque sia io volevo vendicarmi.
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FanfictionCosa accadrebbe se una giovane ragazza proveniente da Manhattan dovesse trasferirsi a Londra, città nella quale dovrà vedersela con il suo più grande incubo dal quale non potrà fuggire? Riuscirà a sopportarlo nonostante la sua arroganza e prepotenza...