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Si allontanò da me con un sorriso in faccia.

"Te dico io cosa ti prende,sei innamorata di lui, si vede dai tuoi occhi" continuò.

"Non è vero" non sono mai stata capace di ammetterlo.

"Sta solo attenta a cosa fai, come ho già detto, calma i bollenti spiriti" ridacchia.

"Ci proverò" sospirai.

"Cara eccoti qui, ho saputo..." sembrava preoccupato e nervoso.

"Scusa puoi lasciarci soli?" la sua voce esprimeva nervosismo.

"Volevo evitare di darti questa, ma sono stato costretto" mi diede una lettera.

"Cos'è?" la aprii.

Ti amo come non ho mai amato nessuna, le cose sono però molto complicate, devi fidarti di me e stare attenta, piccola ti amo veramente tanto, amo sentirti vicina e odio sapere che in realtà mi sei lontana, mi levi il fiato ogni volta che ti avvicini e mi fai sentire uno stupido ogni volta che mi sorridi.

Ti amo, Cameron.

Le lacrime rigarono velocemente il mio volto, crollai a terra.

Il pavimento freddo faceva di me un rovente fuoco che aveva bisogno di trovare il fulcro della scintilla che aveva acceso questo fottuto fuoco.

Coprii il volto con le mani,mi voltai su un fianco continuai a piangere.

Qualcuno chiuse la porta e si avvicinò a me.

"Alzati non mi piace vedere la gente star male" mi sollevò.

"Viene ti porto in bagno" il suo braccio si posò sulle mie spalle.

Quando fummo vicini al bagno femminile qualcuno si avvicinò a noi.

"Cosa è successo, vieni la porto io in bagno" era Ashley.

"Oddio cosa ti è successo, sembra sia morto qualcuno".

Dopo essermi sistemata un po' uscimmo.

"Abbiamo appena saltato una lezione,la mia preferita" ridacchia Ashley.

"Sì ora però vorrei evitare di saltare anche l'altra" ci dividemmo e andammo ognuno nelle proprie classi.

Le lezioni finirono.

"Vado a casa, vieni con me?" prese lo zaino.

"Non posso ho pallavolo" capita proprio nel periodo perfetto.

"Immagino che felicità" ridacchia.

"Meglio andare" presi le mie cose e corsi in spogliatoio a prepararmi.

"Hey principessa" qualcuno entrò.

"Non puoi stare qui lo sai vero?" ricordo che anche Cameron lo fece il giorno in cui mi tirarono un pugno.

"Sono venuto a chiederti se vuoi venire a pranzo anche se vestita in questo assurdo modo..." ridacchia.

"Ho il panino".

"Sì insomma buono" scoppiò a ridere.

So sedette accanto a me.

"Morsetto?".

"Non mi va" rispose.

Mentre stavi per avvicinarmi al panino, una mano, la sua, lo afferrò e avvicinandoselo alla bocca lo morse.

"Meno male che non ti andava" ridacchiai.

Cavolo si sta facendo velocemente tardi, dovevo già essere all'interno del campo a giocare.

"Tieni finiscilo tu" mi alzai.

Mi prese per il braccio.

"Grazie".

Quello sguardo era diverso dagli altri era affettuoso, in poco tempo è entrato a far parte della mia vita, sono contenta per questo.

Mi tratta sempre bene, mi consola, un po' come Stiven che sinceramente non so come riesca a sopportare Peyton.

Entrai in campo scusandomi per il ritardo.

Quasi tutte le palle erano rivolte verso di me, riuscii a prendere la maggior parte di esse, le altre le feci cadere.

Solitamente le più lente, quelle più semplici, mi fanno andare in panico.

"Sei stata assolutamente perfetta, hai fatto due battute fantastiche" ammetto di essere stata bravina ma Joey esagera.

"Anche tu non sei stata per niente male, hai fatto dei passeggi assurdi e-" quell'immagine.

"Cosa ti prende Cara..." non riuscivo più a sentire quello che mi stava dicendo.

La mia attenzione fu rivolta verso l'angolo della palestra, dove si trovavano Peyton e un tipo, lo stesso con cui si menò Cameron, lo stesso con cui Kimberly tradì Cameron.

Stavano parlando in modo molto intimo, con scambi di risatine e cose simili, preferisco pensare siamo buoni amici e che non stia tradendo Stiven, veramente le faccio male a quel punto.

N/A
Siamo finalmente quasi giunti al 30esimo capitolo di questa storia, stavo ripensando proprio oggi a quando avevo appena iniziato,voi mi siete stati accanto per trenta capitoli, grazie <3
Aggiornamento alla prossima.

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