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Dopo un'intensa mattinata di scuola, eccomi qui, all'uscita con Joey che non mi lasciava sola nemmeno per un solo istante.

"Allora come pensi di fare con lui, vuoi dirgli che sai tutto e magari fare come con tutti, o vuoi sapere la verità e perdonarlo?" questa era delle domande continue nella mia mente a cui proprio non trovavo risposta.

"Credo che per il momento aspetterò a tirare fuori l'argomento, almeno il tempo che si riprenda del tutto" non sembrava una cosa tanto intelligente da fare, prima gli parlo e poi lo allontano.

"Come vuoi" prese una penna e un foglio.

"Cosa fai?" stava iniziando a scrivere qualcosa.

"Sto aggiustando un punto a mio favore, altrimenti mi dimentico quanti sbagli fai" entrambe scoppiammo a ridere come delle matte.

Non avevo mai riflettuto di questa cosa, magari era vero che facevo così tanti sbagli, ma non posso proprio farci nulla.

Dopo qualche minuto arrivammo all'angolo della strada che solitamente divideva i nostri tragitti.

"Bene a domani" ci salutammo.

In poco tempo arrivai a casa e posai le cose sul divano della sala, essendo che non era ancora pronto dovetti aspettare seduta sul divano.

Appoggiai le gambe sul cuscinetto davanti al tavolino, solitamente lo usavamo quando veniva mia nonna però in questi casi.

Mio padre passò per la sala mettendosi davanti al televisore mentre cercava sopra la mensola qualcosa all'interno di una scatola.

"È pronto ragazze!!" a quanto pare deve aver litigato con papà come da copione.

"Arrivo!!" Carly scese velocemente le scale mentre io preferivo andare piano.

Oggi mamma aveva preparato la pasta con le zucchine, stranamente era buona, insomma non tutti amano le zucchine, proprio come mia sorella che per magiare due forchettate di quella 'roba', come la chiamava lei, ci impiegò due ore.

"Io vado" quel giorno dopo i compiti sarei dovuta andare a trovare Cameron ancora in ospedale.

"Non fare tardi" le solite raccomandazioni.

Decisi di prendere un taxi perché non amavo molto gli autobus che ci impiegavano ore, io dovevo essere da lui prima possibile.

"Grazie e buona giornata" mi salutò il tassista non appena pagai.

Mi affrettai a salire le scale, per me era già tardi, non volevo perdere nemmeno un momento da passare accanto a lui.

Aprii la porta e trovai i suoi genitori, i signori Dallas, che stavano giocando a carte e suo fratello, Freddy, che stava imboccando Cameron con dell'uva, mi ricordava tanto uno di quei film dove le divinità venivano imboccate.

Appena Cameron mi vide, si sistemò in maniera tale da fare sì che il mio pensiero potesse essere al 100% quello, si sistemò su un fianco con un braccio alzato posizionato come quelle posizioni egizie.

Non riuscii più a trattenere la risata, dovetti così calmarmi perché iniziava a farmi a farmi malissimo la pancia per le troppe risate.

"Posso capire perché ridi tanto, sappi che se lo imbocco è sotto ricatto" sbuffò suo fratello, Freddy.

"Scusa" continuai a ridere anche peggio di prima probabilmente.

"Cara, scusaci, dovremmo proprio chiederti un enorme favore, purtroppo oggi io e mio marito dobbiamo prendere un volo molto importante di lavoro, Freddy non può restare e verrà con noi, non mi piace però l'idea che rimanga da solo, non è che potresti restare tu per una notte?" l'idea mi faceva piacere, era stupenda, la migliore in assoluto, si insomma capito,no?

"Certamente" dopo la mia reazione ci mancava solo dicessi di no.

"Perfetto grazie Cara" mi sorrisero, almeno stavo simpatica ai suoi.

"Non vedo l'ora di averti tutta per me" mi sussurrò all'orecchio con quella sia voce profonda.

"Cameron quante volte devo dirtelo che non puoi alzarti a tuo piacimento, mamma mia che testardo" lo rimproverò la madre.

Lo prese per l'orecchio e lo costrinse a mettersi giù, lui ovviamente era più forte ma alla fine la signora Dallas vinse.

La scena era buffissima, non potevo non ridere ma dovevo contenermi.

"Bene, allora noi andiamo e avvertiremo noi i tuoi, sta tranquilla" mi salutarono i signori Dallas.

Appena la porta si chiuse non potei ritrarre la risata che uscì da sola, guadagnandomi un'occhiataccia da Cameron.

"Ti diverte?" domandò.

"Non si vede" continuai.

Si alzò dal suo letto e si avvicinò a me, la sua mano cinse la mia vita e rafforzò la presa facendo aderire i nostri petti.

Ero vicinissima a lui e non ridevo più per l'ansia.

"Ora non ridi più èh" si avvicinò ancora facendo unire i nostri respiri e non solo quelli.

In poco tempo mi accorsi che le nostre labbra erano unite in un bacio leggero e dolce, mi mordeva il labbro inferiore causandomi qualcosa di assurdo.

Le nostre lingue entrarono in contatto di lì a poco, questo era il momento più bello del bacio.

"Posso dirti quanto sei bella?" sussurrò tra un bacio e l'altro.

"L'hai appena fatto" fermai il bacio rimanendo pur sempre attaccata a lui.

Stavamo riprendendo fiato per via del bacio che stava iniziando a cambiare, diventando da dolce più potente.

"Sei la cosa più bella che ho" sorrise, facendomi arrossire, ma fortunatamente la luce fioca rendeva impossibile la visione del rossore sulle mie guance.

Sentii il suo petto aderire ancora di più su di me, la sua testa si appoggiò sul mio collo, provocandomi tanti piccoli brividi.

Sentii il suo peso aumentare, come se stesse appoggiandosi a me, capii che non potevo continuare.

Ricordai le parole della signora Dallas a riguardo del non stare troppo in piedi, forse per evitare si stancasse, così lo afferrai per la maglietta e lo spinsi indietro per farlo sedere sul lettino.

Prese la mia coscia e mi tirò su fino a farmi sedere tra le sue gambe.

Appoggiò la schiena sul muro e la testa un po' all'indietro, la mia testa si appoggiò al suo petto e lui mi strinse a se.

Il suo profumo era la cosa più bella che potessi provare, ci avevo fatto caso poche volte, ma non sembrava comunque importante fino a quel momento.

"Ti amo anche io comunque" mi fece ricordare quando, ancora in stato di allarme mentre dormiva, gli dissi quelle parole.

Mi strinsi ancora più a lui poggiando le labbra sul suo collo sentendo di dargli una serie di brividi.

Before And AfterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora