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Mi avvicinai sempre più a quel boschetto, ricordando tutti i momenti con Eddie, mentre ripercorrevo quella strada vedevo automaticamente me e lui, mano nella mano, quell'immagine sparì quando vidi una luce molto bassa provenire dal boschetto.

Avevo paura devo ammetterlo, stavo prendendo l'idea di non fare come nei film e andare a vedere ma di tornare indietro e aspettare, ma ero troppo impaziente e inoltrare troppo innamorata per mandare tutto al vento.

Corsi più che potei per il boschetto senza una meta per precisa, sapevo solo di dover raggiungere quella luce, ma se si fosse spenta mi sarei persa e non saprei più dove andare.

Sempre più luminosa, o magari era la vicinanza a essa a renderla così spendente, tanto da accecarmi non appena mi venne puntata addosso.

Un'ombra, era l'ultima cosa che avevo visto prima di comparire i miei occhi dalla luce puntata contro di me.

"Cara..." la sua voce profonda risuonava in questo vuoto che sentivo dentro, come essere un po' smarrita.

La luce perse intensità, quasi a spegnersi, piano piano levando le mani dagli occhi iniziai a vedere più chiaramente, Cameron era lì con una maglia un po' trasandata, un paio di pantaloncini di jeans non troppo corti e delle scarpe da ginnastica, All star.

"Cameron..." non so sinceramente se avessi voluto veramente vederlo in qui, speravo non fosse lui, speravo stesse a casa a dormire e non aveva aperto per via della pigrizia.

Lui mi corse incontro e in un primo momento mi abbracciò poi rimase a fissarmi preoccupato.

Rimasi immobile tutto il tempo, ricambiai a malapena l'abbraccio.

"Non puoi stare qui, devi andare via" le sue mani si posarono poco più in basso delle mie spalle.

I suoi occhi erano puntati suoi miei e continuava a mordicchiare il suo labbro interiore.

"Non mi avevi detto nulla" la mia voce aveva un tono freddo.

"Come mi hai trovato?" lui al contrario ne aveva uno più rilassato, metteva calma.

"Perché non me ne hai parlato quando ne avevi avuto occasione!!" urlai ma lui mi tappò la bocca.

Ero strettissima a lui, sentivo il suo battito.

"Ti amo, ma devi andartene" mi stampò più baci stringendo le mie guance sempre più.

"Ascolta, non l'ho fatto perché me lo avresti impedito, sono responsabile della causa del tuo dolore e voglio rimediare in parte punendo chi non se ne è pentito, punendo chi ha giurato di farti del male, nuovamente" non mi guardava nemmeno più negli occhi, si leggeva il dispiacere nel miei confronti e la rabbia verso se stesso.

"Non è stata colpa tua, loro si sono messia fare cose che non andavano bene, tu hai fatto le cose giuste" finii la frase e lui mi spinse con grande forza fino a farmi cadere dietro un cespuglio.

Qualcuno si avvicinò a lui e con un solo colpo lo stese per terra.

"Volevi dire la verità alla polizia, ora la paghi" con un piede gli diedero un calcio nello stomaco.

Dopo essersi chiuso a riccio,Cameron trovò la forza di alzarsi e andare contro al tipo che gli aveva fatto quasi rompere le costole.

Non disse nulla e a quel punto fu lui ad attaccare facendo finire per terra il tipo che nuovamente si alzò.

Nonostante la stanchezza e il dolore che si stavano causando a vicenda, i due non smisero nemmeno per un secondo.

"Basta!" non potevo più vedere l'orrore creato.

Cameron era a cavalcioni su quel tipo steso per terra, lo stava picchiando in faccia con pugno violenti.

I due smisero di menarsi, il tipo con un po' di forza riuscì a buttare velocemente giù da lui Cameron, si alzò e venne verso di me.

Posò una sua mano sulla mia guancia.

"Cara Delevingne" disse secco.

"Lascia stare!!" Cameron lo afferrò per un braccio e tutto riprese.

Speravo con tutte le mie forze potessero arrivare presto i miei amici, mi accorsi così della luce, sarebbe stato più semplice per loro trovarci.

Accesi la torcia e la iniziai a muovere con energia ovunque intorno a me, i due sembravano non farci caso, per fortuna.

Lacrime che non sembravano voler finire mai scendevano passando per le mie guance.

Presi un sasso e lo tirai verso quel tipo che arrabbiato per everlo leggermente ferito si diresse verso di me, un tipo che aveva cercato di uccidere Cameron e mandando in ospedale il mio migliore amico non si sarebbero fatto scrupoli nel mandare anche me.

Una mano prese il mio polso, la presa fece cadere la torcia che sbattendo contro il terreno si spense, l'altra mano era intenta a posarsi con forza sulla mia guancia.

Ci riuscì giusto in tempo, dopo qualche secondo qualcuno mi prese per il polso libero trovandomi via, non vidi nulla peggio di prima dal buio pesto.

Dalla paura potessero essere gli amici di quel tale, iniziai a urlare.

"Shh" questo profumo che volò non appena si avvicinò.

Non poteva essere vero.

Before And AfterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora