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"Questo è l'ultimo regalo, finalmente ho finito e posso riposarmi pronta per domani" ho sempre amato il natale, ricordo di averlo sempre passato con la mia famiglia, quest'anno per non ci porta essere mio padre che è partito molti mesi fa per l'Italia.

"Bene tesoro, metti quelli incartati sotto l'albero e quelli non appoggiali in cucina sul bancone" indicò la mamma.

Passando per la sala notai un DVD con la sua custodia bianca, ricordo molto bene il film: due innamorati passano io Natale insieme, ricordando i tempi indietro di come si sono conosciuti, poco prima la fine del film di vedono loro nello stupendo letto matrimoniale rotondo che fanno l'amore, veramente stupendo, magari potesse essere così anche per me, peccato che sono troppo piccola per alcune cose...

"Basta fantasticare e continua a fare le tue cose, il tempo vola e questa sera abbiamo già invitati a cena per il cenone" mia madre continuava ad andare avanti e indietro per la casa e su e giù per le scale.

Presi gli ultimi pacchetti e li missi sotto il nostro grande albero.

"Finito!!!" urlò Carly mentre sistemava le ultime cose sull'albero.

Lo avevamo fatto insieme tempo fa, ma lei e la mamma dicevano che mancasse qualcosa, così lei lo sistemò.

"A me sembra come prima..." non aveva nulla di diverso notai solo un particolare, il fiocco leggermente pomposo.

"Ah ah ah bella battuta!" nonostante tutto era bello comunque.

"Tesoro è stupendo, veramente migliore di prima" mamma le diede una pacca sulla spalla in segno positivo.

Non capisco sono solo io che lo vedo uguale in tutte le angolazioni.

Poi suono più simile a un campanello suonò, era pronto il dolce, quello solito, ma tanto avrei comunque mangiato quello della nonna, mia madre è abbastanza negata a dire il vero.

"Stupendo!" Carly ne aveva già assaggiato un pezzetto.

Non stava fingendo, quando lo faceva mi faceva l'occhiolino.

Ne presi un pezzetto, niente male lo ammetto ma mai come quello della nonna!

"Oh ecco lo sformato di patate" lo tirò fuori dal forno.

Solitamente queste cose le faceva nonna Giselle ma ultimamente non le riescono bene quindi mamma è brava in queste cose.

"Assaggio io per prima, che tu hai già fatto con il dolce" mi stavo per avvicinare ma la mamma mi picchiettò sulla mano.

"Ahi!" entrambe si misero a ridere, le segui anche io non appena il dolore, anche se minimo, scomparve.

"Non lo assaggerà nessuno, ho già fatto io!" prese la bacinella e la posò sul davanzale della finestra.

Il campanello suonò di li a poco, andai io.

"Chi è?" questa è la solita domanda che si viene insegnata sin da piccoli.

"Indovina?" odio quando rispondono in questo modo, come fosse ovvio, no?

Quando aprii mi ritrovai Cameron davanti, non potevo crederci.

Istintivamente chiusi la porta che però venne bloccata dal suo piede.

"Che vuoi!" non avevo voglia di parlare con lui.

"Capisco che tu posso essere arrabbiata ma voglio solo dirti che ti amo, ti amerò sempre" mi prese una mano e ci posò un sacchettino.

"E questo?" lo aprii ma lui mi fermò.

"Non è il momento, dovrai aprirlo domani sera alle 00.00" sorrise.

Non trovavo il senso ma gli promisi di seguire le sue indicazioni.

"Mi lasci entrare..." non può sperare di cavarsela così, però dovevo ammettere che mi mancava da morire e volevo sentirlo parlare, sentire il suo profumo.

Non risposi e lasciai la porta aperta, lui entrò e la chiuse.

Ci avvicinammo entrambi alla cucina, dove la mamma lo salutò in modo buffo con un capello da chef.

Diceva che faceva entrare nel personaggio e riusciva a sentirsi realizzata,era questo uno dei suoi piccolo segreti per cucinare bene, anche se faceva bene poche cose.

Avvicinò un dito allo sformato, la mamma non gli disse nulla, che ingiustizia.

"Andate in camera tua Cara, così io e Carly prepariamo le ultime cose" eseguimmo l'ordine della mamma.

Eravamo così sdraiati sul mio letto, uno affianco all'altro, così vicini.

"Allora cosa farai questa sera?" mi domandò.

"Avrò tutta la famiglia riunita, tu?" mi sembrava ovvio.

"Idem" riassunse.

Il silenzio celò l'imbarazzo che si era creato nella stanza, fino a quando Cameron non si alzò.

"Volevo solo proteggerti, non volevo ti venisse fatto del male, non me ne puoi fare una colpa" sintetizzò.

"Ah che faccia tosta, fosse solo questo!" mi alzai infastidita.

"Cosa?" sembrava piuttosto sorpreso.

"Ancora che fai finta di nulla, quando avevi intenzione di dirmi che eri tu in quell'auto" a queste mie parole sbiancò.

"Sì Cameron, ne sono a conoscenza, non per merito tuo però..." continuai incrociando le mani al petto.

"Per vederti reagire in questo fottuto modo, per vederti ancora più lontana da me, già eri incazzata nera, ti dicevo anche questo!" i suoi occhi erano lucidi ma si sa, quando piangono i ragazzi accade una catastrofe.

"Mi state facendo impazzire, dite tutto una buona volta, ho voluto aspettare per dirti le cose, aspettare che ti riprendessi, possiamo quindi affrontare la discussione, che altro mi dovete dire?" appoggiai una mano sul suo petto e strinsi la sua maglietta.












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