~36~

9 3 1
                                    

"Cameron..." nessuno diceva nulla continuavano solo a guardarsi e a ripetete il suo nome come se sperassero che qualcosa ci interrompesse per salvarli.

"Cameron cosa" li aiutai a un certo punto.

"Ah, Cameron ha preso il volo per la Florida, più esattamente Miami..." rimasi completamente sbalordita.

"No, non è vero" risposi con tono sicuro.

"Tieni" qualcuno mi passò il cellulare, stavano chiamando Cameron.

"Pronto?" rispose lui.

Le lacrime caddero ancora più velocemente di prima, sentivo letteralmente di crollare.

"Cameron" sembrava più una domanda.

"Cara, che cazzo sta succedendo" sbottò lui.

"Cameron sei un deficiente" passai il telefono a qualcuno di loro e corsi via.

Stiven si diresse verso la porta e la bloccò, bloccando anche me.

"Torna di la Cara, non sai nemmeno cosa stia succedendo, sta tranquilla, ok?" avevo bisogno di conforto, corsi tra le sua braccia.

Tornammo di la e guardai tutti negli occhi pronta a sapere il resto della verità.

"Cameron è andato a cercare Eddie, lo sta facendo per te, per Rhidian il suo migliore amico che è stato menato, tempo fa tornò con Kimberly con lo scopo di farti stare male e farti allontanare altrimenti non avrebbe potuto fare nulla, però non è andata come sperato, devi sapere che non è riuscito a starti lontano e così ti ha fatto credere che avesse creduto a Kimberly per la storia del bigliettino" sbottò Peyton.

"Non so cosa dire..." un silenzio enorme si sentiva e l'unica cosa che teneva in piedi del rumore erano i miei singhiozzi e le mie lacrime.

"Ti abbiamo mentito scusa..." superavano bastasse questo.

"Non dovevate, trovate il motivo per cui mentirmi, non si trova visto!?" si guardarono con sguardo pensieroso.

"Avresti voluto andare con lui..." dopo qualche secondo di silenzio una voce disse queste parole, seguita da tante altre voci che dicevano 'Sì'.

Sembrava più come uno che aspetta che qualcun'altro si inventasse qualcosa, ma non avevano motivo per mentirmi ancora, ormai sapevo tutto.

"A domani" uscii velocemente da lì, nessuno aveva il coraggio di seguirmi, meglio.

Tornai a casa e mi buttai sul letto affondando la faccia sul cuscino.

Passarono giorni e io ancora non avevo parlato con nessuno a scuola se non che con Joey che nonostante tutto sembrava diversa.

I genitori di Cameron vennero avvertiti della sua presenza perché la polizia aveva preso il segnale della registrazione delle chiamate, non sapevo comunque dove fosse.

"Cara aspetta" voltandomi vidi un ombra maschile venirmi incontro.

Era lui, con quei occhi e quel sorriso, non posso credere di vederlo, ma non potevo cedere.

Si avvicinò a me e mi abbracciò, restai ferma, le mie mani rimasero lungo i miei fianchi, donando impressione di indifferenza.

"Sei tornato" dissi freddamente.

"Sì...Qualcosa non va?" si accorse che l'abbraccio non era ricambiato.

"Qualcosa non va?! No scherzi, mi prendi in giro, sei sparito per quasi un mese se non oltre, non ho saputo nulla di te, ti sei sentito con amici che mi hanno mentito, certo va tutto bene, se per fe questo significa andare bene!!" sbottai voltandomi.

Mi fermò prendendomi il polso, mi avvicinò a lui con uno scatto velocissimo, in poco tempo le sue braccia stringevano i mei fianchi e le sue labbra si avvinarono a me, le volevo ma non potevo.

Le mie mani lentamente circondarono il suo collo, lentamente i suoi baci andarono a finire lungo il collo, mi sollevai da terra, sentivo le sue mani che mi reggevano le cosce.

Ero lì in braccio lui ad assaporare ogni singolo bacio, fino a quando non iniziammo a muoverci finendo io con le spalle al muro.

I baci continuarono fino a raggiungere le mie labbra, le sfiorò di nuovo.

I nostri bacini iniziarono a scontrarsi, i respiri a farsi più pesanti, ogni tanto ci fermavamo per pendere fiato, riprendendo dopo poco.

I baci leggeri iniziarono a farsi più potenti, sentivo le labbra scottare, le nostre lingue si iniziarono a incontrare muovendosi a contemporaneamente.

"Mi sei mancata piccola" sorrise mentre continuava a baciarmi.

"Anche tu" fermai quella scia di baci stampandone uno e lentamente mi allontanai.

La sua testa si poggiò sul mio collo, sentivo le sue labbra e il suo respiro, mi accarezzavano la pelle dolcemente, poi iniziò a mordicchiare facendomi ridere.

Il solletico si trasformò in brividi e poi in una sensazione di piacere.

Tutte queste sensazioni nuove erano favolose.

"Cam devo tornare a casa..." lui si fermò e iniziò a guardarmi negli occhi.

Iniziò a sorridere.

"Perché ridi?" domandai guardandogli le labbra.

"Perché è la seconda volta che mi chiami Cam, e ti prego smettila di guardare le mie labbra o altri-" non finì la frase e appoggiò le sue labbra sulle mie.

"Eddie" sussurai.

Lui si fermò di botto guardandomi.

"Cosa?" non capivo cosa stava succedendo.

"Mi fa impazzire se nomini il mio nome, peccato che non mi chiami Eddie" non posso crederci, ho veramente nominato il nome di Eddie.

Come quella volta a scuola quando lo vidi per la prima volta, ma non se la prese al contrario di questa.

In quel momento provai sentimenti che non provavo da tempo e pensavo che non esistessero più in me,invece tornarono a tormentarmi.

Come se in quel momento Eddie fosse lì,avanti a me,tutto quello che ho provato per Eddie,lo stavo provando in questo istante,più lo guardavo e più mi ci perdevo.

L'immagine di quel ragazzo sconosciuto sparì e davanti a me apparve il bellissimo volto di Eddie,quello di cui mi ero innamorata e che non rivedrò mai più.

Amare una persona e sapere che sarà impossibile stare con lui per quantunque motivo è devastante,ti senti odio e amore lottare tra loro mentre in te senti confusione.

"Eddie..." furono quelle le parole che mi vennero da dire con leggerezza.

Una piccola lacrima cadde dal mio volto mentre io non sentivo altro che un vuoto enorme.

"Credo che tu abbia sbagliato persona" in quel momento,quando l'immagine di Eddie sparì e davanti a me tornò l'immagine di quel ragazzo,mi accorsi della grossissima figuraccia fatta.

"Ah scusami"

Lui lasciò il mio corpo facendomi tornare attera e si voltò con aria arrabbiata ma allo stesso tempo triste.

Non posso credere di avergli detto una cosa simile.

Lentamente lo lascia andare mi volta e vidi un'auto avvicinarsi velocemente.

"Cameron attento!!" corsi verso di lui ma non riusci a raggiungerlo.

Eddie mi stava perseguitando ne ero sicura.

Before And AfterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora