capitolo 5

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Pov. Bianca

Alla fine Andrea accompagnò la nuova arrivata a casa del fratello... Voleva che Stefano provasse a far funzionare le cose con la sua compagna... Io rimasi a casa con mia sorella, mentre Giovanni preferiva stare in giardino a pensare. <<Quella ragazza... Hai avuto anche tu una brutta sensazione?>> le chiesi.... Non volevo essere pessimista, ma quella sensazione mi perseguitava. <<In realtà si... Da quando è arrivata è come se aleggiasse sopra di noi qualcosa di cupo... Non mi convince>> mi rispose lei... Almeno non ero l'unica che aveva percepito quella sensazione. <<La verità è che mi auguro che siamo noi troppo pessimiste... Dopo tutto quello che abbiamo passato, avere altri problemi è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno>> dissi sovrappensiero. <<Cambiando discorso... Quando mi farai diventare zia?>> mi chiese lei curiosa... Avevo le guance in fiamme e la guardai scioccata. <<Andiamo... Abbiamo sentito tutti il tuo nuovo odore... Abbiamo capito tutti cosa avete fatto tu e Andrea... Ed era anche ora, quel poveretto ti ha aspettata fino ad ora>> aggiunse soddisfatta... La vera domanda era un'altra. <<Tu, piuttosto, come fai a sapere queste cose? C'è un maschio nei confini di questa casa che dovrei castrare?>> chiesi sospettosa. Lei si irrigidì e smisi di sentire anche il respiro di Giovanni. <<Io? Ne so poco e niente>> rispose lei di fretta. <<Come no... Non ti sento addosso il suo odore... Cosa state facendo voi due?>> chiesi io mettendola alle strette. Lei si agitò sul posto, non sapeva come rispondermi. <<Io non faccio niente>> si giustificò lei... <<Sono io che faccio tutto il lavoro>> sentimmo urlare dalla porta aperta che dava sul giardino. Giovanni stava cercando di proteggerla... Io la guardai curiosa... Dovevo farmelo dire. <<Sai>> disse, poi agitò le dita... Allora capii cosa faceva a mia sorella. <<Spera che non lo scopra mio fratello... Puoi considerarti morto>> urlai al ragazzo. <<Non sarai tu a dirglielo, vero?>> mi chiese Sophia preoccupata... <<Devo pensarci>> risposi... Lei fece un sospiro... Sapeva che quando rispondevo così, non avrei fatto niente. <<Sul serio speri che diventiamo presto genitori?>> chiesi poco dopo. <<Lo sperano tutti in realtà>> mi confidò lei. <<Perché?>> chiesi. <<Perché ciò significherebbe che ti sei lasciata l'accaduto alle spalle... Che ti sei ripresa e che non hai paura a farti toccare da Andrea... Questo è quello che dicono tutti... Ma basta sentire il tuo odore per capire che ci sei riuscita>> ammise lei. Era questo quello che volevano tutti? Volevano vedermi felice, priva di pensieri negativi e di incubi del passato? Forse è vero che mi hanno accettata tra di loro... Forse è vero che ormai nessuno mi considera più uno scarto... E forse hanno ragione... Devo dare ad Andrea un figlio... Ha aspettato troppo.

Pov. Andrea

Alla fine portai Allison a casa di mio fratello... Mentre raggiungevamo la casa, lei mi fece diverse domande sul branco, su cosa accadde tre anni fa, su come siamo sopravvissuti... Non risposi a tutte le domande, preferivo non ricordare e non parlarne... Lei sembrava rispettare la mia decisione, ma era troppo curiosa... Quando arrivammo da Stefano, suonai il campanello aspettando che aprisse. <<Sai che adesso ti ucciderà>> disse Allison consapevole della situazione... <<Non lo farà... Tu lo distrarrai abbastanza da permettermi di salvarmi la vita>> le risposi facendole l'occhiolino. Quando mio fratello aprì la porta, fece passare velocemente lo sguardo tra me e lei più volte, per poi fisarsi solo su di me. <<Non lo hai fatto veramente>> disse lui incredulo. <<Già, fratello... L'ho fatto veramente... Lei resterà qui finché sarà necessario>> risposi io... Lui mi guardò male, sapeva che sarebbe rimasta li a vita. Doveva solo provarci e lei lo avrebbe accettato... Si notava che i sentimenti erano ricambiati da entrambe le parti... Lui prese la prima cosa che gli capitò per le mani, tirò dentro Allison con la forza e provò a scagliarmelo contro... Appena allungò il braccio per prendere... Qualsiasi cosa avesse preso... Iniziai a correre verso casa mia, non ci tenevo particolarmente ad un trauma cranico.

Pov. Stefano

Andrea mi aveva portato Allison a casa... La dovevo ospitare io... Istintivamente presi la prima cosa che mi capitò tra le mani... Glie l'avrei anche lanciata, se non fosse una delle poche cose che avevamo preso dalla vecchia casa nel cuore del branco... Era un ricordo e non volevo rovinarlo... Così, sconsolato, lo posai e chiusi la porta... Tanto, ormai, lui era corso via per non farsi prendere da me... Mi venne istintivo tirare dentro casa Allison per non prenderla, lei lo notò. <<Non volevi che mi facessi male?>> chiese lei con voce civettuola... Si sta prendendo gioco di me. <<Ho imparato a mie spese che le femmine sanno essere più dure dei maschi... Non volevo che intralciassi la traiettoria di quell'affare>> risposi io allontanandomi dalla porta. <<Ma alla fine non l'hai tirato>> constatò lei prendendomi dalla maglietta e avvicinandosi a me. <<Era un ricordo e non volevo distruggerlo>> risposi... Non dovevo cedere, dovevo tenerle testa... Non sapevo cosa fare per conquistare una donna, ma sapevo che lei non era come le altre... Era tosta, lo si vedeva. Mi lasciò la maglietta e iniziò a curiosare in giro... Quella femmina mi farà impazzire. Si soffermò su alcune foto, tra cui le uniche che avevo della mia famiglia al completo prima che Andrea nascesse, quando i miei erano ancora vivi. <<Chi sono queste due persone?>> chiese lei... Proprio la foto con i miei genitori. Non sapevo se raccontarle tutta la storia o meno... Non sapevo se dirle di aver vissuto quindici anni in condizioni pietose. Mi resi conto di essermi perso nei miei pensieri, quando quella folle mi saltò addosso e mi fece cadere a terra... La situazione era curiosa ed eccitante, almeno per me... Lei, però, si sedette proprio li... E per me fu impossibile non notarla. <<Stavo solo pensando... Non c'era bisogno di buttarmi a terra>> dissi io... La mia voce era roca... La femmina doveva fermarsi oppure non mi sarei più controllato. <<Detesto quando vengo ignorata>> mi disse lei seria... Che caratterino. <<La domanda qual' era? Ah si giusto... Allora quelle due persone di cui mi hai chiesto prima sono i miei genitori... Questa è una delle pochissime foto che ho della mia famiglia al completo prima che mio padre morisse... Se vedi, mia madre era incinta... Andrea non era ancora nato... Io e i miei fratelli abbiamo diviso le foto... Io e Nicola abbiamo preferito tenere più foto singole dei nostri genitori... Abbiamo lasciato ad Andrea le foto in cui siamo tutti, più o meno>> risposi io... Non sapevo più cosa provare... Mi era stato portato via tutto, persino l'infanzia di mio fratello. <<Cosa è successo? Come mai non ho visto lei quando sono arrivata? Mi sembra che a casa dell' Alpha ci fosse tutta la vostra famiglia>> chiese lei curiosa. <<Mia madre è morta... Si è uccisa un anno dopo la morte di nostro padre... Fu Andrea a trovarla... Mentre vagava per casa, la trovò ed iniziò ad urlare... Era molto piccolo, ma lo traumatizzò vedere nostra madre in quelle condizioni>> risposi io... <<Adesso, se ti alzi, ti mostro la tua stanza>> dissi facendo una leggera pressione sulle sue cosce per farla alzare. Le preparai una stanza adiacente alla mia, la volevo vicino. <<Non ho niente da mettere>> disse lei prima di chiudersi in stanza. <<Vieni in camera mia e scegli ciò che più ti piace>> dissi io sospirando... Quella donna mi avrebbe fatto ammattire. Aprii il mio armadio e lei prese una felpa rossa... La felpa che usavo spesso... Il mio odore era parte della felpa stessa, ormai... Quando la prese, mi guardò negli occhi... Lo aveva fatto di proposito... Cercai di reprimere gli istinti di possessione, non era il caso di farla mia dopo neanche dodici ore. <<Avrei bisogno anche di qualcos'altro>> ammise lei. <<E cosa sarebbe?>> chiesi in un sospiro. <<Mutande>> rispose lei... Tra i due ero io quello imbarazzato, adesso... <<Non ho mutande da donna>> dissi io. <<Non ho mai detto di volerle da donna>> rispose tranquilla... Rimasi scioccato... Da dove era saltata fuori quella donna? Indicai il comodino vicino al mio letto... Lei andò e prese un paio di boxer grigi e si chiuse nella sua stanza... Sarebbe stata una dura convivenza. Uscì dalla stanza poco dopo, con i capelli bagnati e con i miei vestiti indosso... Dalla felpa larga riuscivo a vederle il seno... Non aveva indossato niente sotto... Mi dovevo controllare. <<Mangiamo qualcosa?>> chiese lei avvicinandosi a me. Ero seduto sul divano, stavo guardando la televisione... Lei si sedette al mio fianco, poggiandosi sul mio braccio... Riuscivo a sentirle i seni privi di reggiseno. <<Non ho intenzione di cucinare>> risposi io. <<Non mi fido di un maschio ai fornelli>> rispose lei. <<Ordiniamo qualcosa?>> chiesi. Lei annuì e le feci cenno di prendere il mio telefono... Sarebbe stata veramente dura vivere con lei.

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