capitolo 11

1.5K 112 7
                                        

Pov. Andrea

E' un ricordo confuso, come se non fossi stato realmente presente in quel momento... Ero in braccio ad uno dei miei fratelli, probabilmente era Nicola... Tenevo gli occhi chiusi, non volevo essere li... Sentivo due mani, una mi accarezzava la schiena, l'altra la testa... Ma non erano della stessa persona... Sentivo il fiato dell'altro mio fratello sulla fronte, stava cercando di tranquillizzarmi... Poi sentii due voci: una era di una donna, ma non riuscivo a riconoscerla, l'altra era di un uomo... Lui era spaventato da qualcosa, o da qualcuno. <<Non posso fare niente... Se ancora non ha iniziato a parlare a tre anni, dubito che potrà riuscirci in futuro>> disse nervoso l'uomo... Un ringhio risuonò nella stanza, mi strinsi più forte che potevo alla maglietta di mio fratello... Era sicuramente Nicola... Si irrigidì di colpo sentendo la mia paura. <<Scusa fratellino>> disse Nicola stringendomi a se... Quel calore mi faceva stare bene, ma non ricordavo cosa fosse effettivamente successo. <<Lei non può fare proprio niente?>> chiese Stefano. <<No... Il piccolo è traumatizzato, non credo riuscirà a superare ciò che ha visto... Nessuno è in grado di curare il suo cervello>> disse l'uomo... Era un dottore? <<Il cervello di mio fratello è perfettamente sano... Lei è qui per aiutarlo a superare il trauma non per dirmi di chiuderlo da qualche parte e abbandonarlo>> disse Stefano stringendo un po' di più la mia mano. <<Le regole del branco dicono che->> disse l'uomo... Era del branco? <<So perfettamente cosa dicono le nostre leggi... Ma io non posso abbandonare mio fratello e lasciarlo morire... Nessuno merita una fine del genere>> disse Nicola sempre più teso... Morire? Che fine avrei dovuto fare? Cosa mi era successo? Sentii una risata amara da parte di quell'uomo che probabilmente doveva aiutarmi. <<Se la diverte vedere un bambino in questa situazione allora credo che se ne debba andare... Non abbiamo più bisogno del suo aiuto>> sibilò Stefano prendendomi in braccio... Passai tra le sue braccia mentre sentivo Nicola allontanarsi... Avevo ancora gli occhi chiusi, non osavo aprirli. Sentii una porta sbattere e degli oggetti cadere... Qualcuno doveva averli lanciati via. <<Ne abbiamo cambiati troppi in questi anni e nessuno è mai riuscito ad aiutarlo... Cosa facciamo?>> chiese Stefano preoccupato. <<Ci inventeremo qualcosa... Almeno adesso mangia da solo... Spero che stargli vicino più di prima lo aiuti a riprendersi>> rispose Nicola accarezzandomi i capelli e dandomi un bacio sulla testa... Non capivo.

Delle voci mi riportarono alla realtà... Una in particolare mi aveva risvegliato da quel ricordo che ancora faticavo a capire. Era Nicola che mi stava dicendo di stare calmo, che sarebbe andato tutto bene... Sentivo ancora come se fossi lontano dalla realtà, avevo la vista sfocata e faticavo a tenere gli occhi aperti... Nel primo anno dopo la battaglia con i vampiri, era una cosa che accadeva spesso... Ma era anche un anno che non avevo più ricordi del genere... E non avevo mai avuto ricordi così lontani... Ero veramente piccolo, considerando che c'erano anche i miei fratelli. Iniziai ad aprire gli occhi, iniziai a vedere e a sentire meglio... Nicola era seduto alla mia destra, mi stava accarezzando i capelli, Bianca era alla mia sinistra che armeggiava con le bende della spalla. <<Si è svegliato>> disse un'altra voce... Era femminile, ma non riuscivo a distinguere chi fosse. <<Devi stare fermo... Ti sto cambiando le bende... Poi dovrai bere una cosa che ho preparato... Ti aiuterà con il dolore alla spalla>> disse Bianca passandomi una mano sulla guancia. Annuii, o almeno ci provai... Lei continuò a cambiare le bende, poi mi passò un bicchiere con una poltiglia verde che aveva un odore disgustoso... E anche il sapore non scherzava. Mi forzarono a bere quell'intruglio, ma dopo pochi minuti la spalla smise di fare male... Almeno aveva funzionato. Mi misero nuovamente il tutore e mi aiutarono ad alzarmi, ero ancora confuso ma mi stavo riprendendo. <<Pensavo facessi una pomata con quelle erbe>> commentò Nicola continuando a guardarmi per accertarsi che stessi bene. <<Ho pensato che, con il processo di guarigione che avete, le ferite erano già chiuse... Era inutile fare una pomata se non avevo dove applicarla... Quel beverone è più efficace>> rispose Bianca... Non si guardavano in faccia mentre parlavano... Bianca sapeva tutto su ciò che aveva detto mio fratello quando la rapirono. <<Portatemi giù>> bisbigliai io... Non ce la facevo più a stare a letto... Loro annuirono e mi portarono al piano di sotto, dove trovai Chris, Giovanni e Sophia ad aspettarmi mentre Allison e Stefano stavano entrando dalla porta di casa. <<Come ti senti?>> chiese Giovanni vendendomi scendere dalle scale... Attirai l'attenzione di tutti. <<Come se mi avessero investito con un camion>> commentai massaggiandomi le tempie... Era vero. Ogni volta che avevo uno di quei ricordi era come se non avessi dormito per settimane. Bianca sorrise, gli altri sembravano confusi. <<Cosa è successo? Perché si agitava in quel modo?>> chiese Sophia preoccupata... Mi girai verso Bianca, ero parecchio confuso sul perché si trovasse qui. <<Cosa? Non potevo certo lasciarti a casa da solo in queste condizioni... Era venuta per tenerti d'occhio>> rispose lei con un'alzata di spalle... Evitai di commentare. <<Negli ultimi anni ho iniziato a ricordare alcune cose... Cose che avevo totalmente rimosso per non so quale motivo... Durante il nostro primo anno qui, succedeva spesso... Ma era un anno che non avevo più questi attacchi>> spiegai io sedendomi vicino a Giovanni. <<Cosa ti sei ricordato questa volta?>> chiese Stefano preoccupato... Vidi Bianca che si accorse di Allison, si irrigidì quando la ragazza la guardò... Dovevo risolvere quel problema al più presto. <<Era tutto molto confuso, in realtà... L'unica cosa di cui sono certo è che ero molto piccolo>> risposi io. <<Come fai a dirlo?>> chiese Giovanni... Io guardai sia Nicola che Stefano... <<C'erano anche loro>> commentai... Nicola si passò una mano sul viso, Stefano mi fece cenno di continuare. <<Ero in braccio ad uno di voi due... Stavate discutendo con un tizio sul fatto che non poteva curarmi, o roba del genere... Aveva tirato in ballo le leggi del branco... Avevate accennato alla mia età... Tre anni, forse?>> spiegai io. <<Spiegazione particolarmente confusa... Ma credo di aver capito>> disse Stefano guardando nostro fratello. <<Credo si sia ricordato dell'ultimo psicologo che avevo chiamato... Era uno del nostro branco... Avevo preferito chiamare prima quelli di altri branchi che, non conoscendo le nostre regole, non potevano suggerirmi di seguirle... Ma nessuno riuscì ad aiutarti>> spiegò Nicola. <<Aiutarmi per cosa?>> chiesi io. I miei fratelli si guardarono. <<Stavi imparando a camminare, avevi poco meno di un'anno... Vagavi tranquillamente per casa, come ogni altro giorno del resto... La mamma era già caduta in depressione, eravamo noi ad occuparci di te... Ci sei sfuggito per un solo minuto, ma ti è bastato per andare in camera di nostra madre>> iniziò a spiegare Nicola... Sembrava che non volesse continuare, un invito silenzioso a non chiedere altro... Ma volevo sapere. <<E?>> chiesi. <<E l'hai trovata morta... Non ci eravamo resi conto che eri andato al piano di sopra finché non ti abbiamo sentito urlare... Già dicevi qualche parola ma, dopo averla trovata a terra priva di vita, avevi totalmente smesso di parlare... Chiamammo gli psicologi per aiutarti a superare il trauma, per aiutarti a parlare e a mangiare... Non volevi neanche vedere il cibo. Nessuno ti è realmente stato d'aiuto>> finì di spiegare Stefano... Calò il silenzio nella stanza, non sapevo cosa dire.

Ricominciamo Insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora