capitolo 35

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Pov. Bianca

Passai le ore successive al mio risveglio a parlare con i miei parenti, volevano sapere cosa ricordassi, cosa mi aveva detto Ethan... Ma io non ricordavo proprio niente, se non quello che mi aveva raccontato Andrea... Non riuscivo ancora a credere di averlo minacciato in quel modo, non riuscivo a credere di averlo minacciato di fargli del male in caso ci avesse messi nuovamente in pericolo... Eppure era qualcosa che pensavo guardando mio figlio... Vedendolo per la prima volta, avevo paura che i nemici di Andrea potessero fargli del male, avevo paura che i suoi errori ferissero nostro figlio. Andrea era uscito da un paio d'ore con un altro Alpha ed i rispettivi beta, non mi hanno detto cosa avrebbero fatto o dove sarebbero andati ma mio padre è andato con loro, ciò mi basta per avere paura.  Sophia era rimasta con me e Tobias, Nicola era poggiato al muro lontano da noi, Chris e la bambina erano sedute sulla sedia dove avevo trovato Andrea quando mi sono svegliata, Stefano era poggiato alla finestra e Allison era al suo fianco... Mancavano solo le gemelle, ma non sapevo dove fossero. <<Sei preoccupata?>> chiese Chris di colpo. <<In realtà si... Non mi hanno detto cosa avrebbero fatto e le gemelle non sono ancora arrivate... Se in qualche modo loro sono coinvolte, la situazione potrebbe degenerare>> risposi io cullando Ryan, che intanto si era raggomitolato nella mia maglietta... Andrea era stato chiaro, non voleva che percepisse l'odore di Ethan e per questo doveva sempre tenere una mia maglietta vicino. <<Sono andati a cercare Ethan... Anche se non credo sia la cosa migliore da fare, soprattutto adesso che ti sei svegliata>> disse Nicola continuando a stare lontano da tutti. <<Però non può neanche stare ad aspettare... Se non andasse a cercarlo, se non andasse a reclamare vendetta lei sarebbe attaccata nuovamente... E in una prossima volta nessuno potrà assicurarci di trovarla viva>> rispose Stefano altrettanto preoccupato. <<In entrambi i casi verrà messo in discussione?>> chiese Sophia confusa. <<Se non facesse niente perderebbe il branco e io potrei rischiare la vita, andando a cercare Ethan accontenterà il branco e darà un chiaro messaggio, ma verrà criticato da altri Alpha per non essermi rimasto vicino nel momento in cui mi sono svegliata>> le spiegai io... Quello era tutto il problema, lanciare un messaggio per tenermi al sicuro. <<Esattamente>> rispose Nicola. <<Posso sopportare di non averlo qui, se questo mi assicura che non mi attaccheranno senza motivo>> risposi io cullando Ryan. <<Quello che mi preoccupa di più è tuo padre... Andrea lo ha bloccato più volte mentre eri in coma... Se non lo avesse fermato, sarebbe scappato dal branco per cercare di uccidere Ethan diverse settimane fa>> commentò Stefano... I miei fratelli si girarono verso di lui. <<Scherzi vero? Sembrava tranquillo, preoccupato per Bianca ovviamente, ma non sembrava voler partire da solo>> rispose Tobias... Dimenticavo che Tobias e mio padre hanno legato più rispetto me e Sophia. <<Andrea lo obbligava a restare tranquillo... Se fosse partito, non sarebbe più tornato... Un beta non ha la forza necessaria per far fuori un Alpha o un suo erede... Sarebbe morto una volta individuato Ethan>> disse Stefano... Chiusi gli occhi per le troppe informazioni... Cosa diavolo mi ero persa in quelle settimane? <<Adesso ha ottenuto quello che voleva, in parte... Sono in giro a cercare Ethan, ma non so quanto Andrea riuscirà a trattenerlo... Lo sguardo che aveva quando lo abbiamo raggiunto in ospedale, quello si che faceva paura>> commentò Nicola. <<Non lo avevo mai visto così... Non sapevo cosa fare, ma sapevo cosa avrebbe fatto lui... Così ho avvertito Andrea del potenziale pericolo>> aggiunse Stefano. <<Negli anni in cui sei stato Alpha non lo avevi mai visto in quelle condizioni?>> chiese Tobias confuso... Penso di aver capito a cosa si riferiva... Probabilmente intendeva l'anno della morte di nostra madre, quando nostro padre decise di non lavorare più come beta del loro branco. <<No, mai visto in quello stato... Quando vostra madre è morta lui era a pezzi, non sapevamo come aiutarlo e lui non ci diceva niente... Neanche quando ha deciso di non essere più il mio beta, di non far più parte del mio branco, aveva quello sguardo... L'ho visto più volte arrabbiato in quegli anni, ma non pensavo che potesse reagire in quel modo>> commentò Nicola, nonostante fosse lontano dal mio letto vedevo chiaramente la paura e la confusione nei suoi occhi. <<Ha perso la sua compagna e non ci ha mai detto chi ha dato fuoco alla sua casa... Penso che vedendo Bianca in quelle condizioni abbia avuto paura di perderla>> rispose Stefano. <<Proprio come ha perso nostra madre>> aggiunse Tobias. Tutto aveva un senso, papà mi ha raccontato che ha fatto fatica a riprendersi dalla morte della mamma... Se avesse avuto la stessa paura, o se si fosse ricordato di quel dolore allora quello potrebbe essere una spiegazione a quello strano comportamento di cui parlavano tutti. <<Federico è stato chiaro, Andrea doveva chiamarlo per primo quando sarebbe andato a cercarlo... E le gemelle ne hanno approfittato per avere la loro rivincita per quello che è successo>> mi spiegò Chris. <<Spero solo che non si facciano male>> dissi io. <<In ogni caso devono rientrare quando farà buio... Va bene andare a cercare quel bastardo, ma non può lascarti da sola durante la notte... Deve cercare un compromesso per non far discutere delle sue decisioni>> disse Nicola avvicinandosi a noi e prendendo Renèe dalle braccia di sua moglie. <<Pensi che lo troveranno presto?>> chiesi io preoccupata. <<Non si farà trovare... Però ho come la sensazione che verrà a cercarti lui, quella sarà l'occasione perfetta per farlo fuori>> rispose Nicola... Restarono tutti al mio fianco finché Andrea non tornò da me, poi tornarono tutti alle loro case.


Le due settimane successive passarono molto lentamente, le giornate erano sempre le stesse: Andrea usciva la mattina presto per andare a cercare Ethan, Ryan restava con me tutto il giorno, la mia famiglia veniva a trovarmi per non lasciarmi sola finché Andrea non tornava la sera... Aveva preso seriamente la questione della vendetta e non voleva rinunciare neanche per un giorno a cercarlo. Io faticavo a restare sola tutto il giorno, non era mai con me... Quando tornava era talmente stanco da addormentarsi subito... Non avevo il coraggio di chiedere cosa fare, non dopo averlo minacciato in quel modo... Ero sicura che mi avessero sentita, ero sicura che non sarebbero stati propensi a darmi un qualunque consiglio dopo quella minaccia... Così mi limitai a tenere tutto per me, a non dire niente... Mi convinsi che era la cosa migliore da fare, mi convinsi a parlarne con Andrea, prima o poi... Ma quel momento non era ancora arrivato, qui in ospedale c'erano troppe persone... Decisi di aspettare di tornare a casa, di essere al sicuro da tutti, prima di potergli parlare... Ho dovuto aspettare due settimane prima di poter uscire e tornare a casa, ma alla fine mi sono liberata di quella stanza deprimente e della costante pressione dei dottori. Ho passato la giornata tranquillamente, nel pomeriggio mi hanno dimessa... Tobias e Sophia mi hanno aiutata a camminare, visto che ho passato un mese in coma senza potermi muovere, e insieme a loro ho aspettato che Andrea tornasse... Quando se ne andarono, bloccai il mio compagno prima che potesse salire le scale e sparire nello studio. <<Dobbiamo parlare>> dissi semplicemente... Lo vidi irrigidirsi davanti le scale, si girò lentamente forse temendo ciò che avevo da dire. <<Ho alcune cose da dirti>> ammise lui alla fine... Ryan stava dormendo tranquillamente nella culla che Andrea aveva fatto portare in salotto, in modo che io non facessi troppi sforzi inutili mentre lui era via... Ci sedemmo sul divano, non sapevo da dove partire. <<Non nego che la situazione è surreale... Sapevo di averti messa in pericolo, ma non immaginavo sarebbe stato così difficile avere vendetta>> disse lui con un filo di voce, stando bene attento ad ogni mio movimento. <<Sapevamo che era una minaccia, non sapevamo cosa era in grado di fare>> risposi io. <<Ma non è di questo che volevo parlarti... Sono sveglia da due settimane e ti vedo veramente poco, considerando che torni a casa stanco dalle ricerche e ti addormenti subito... So di averti minacciato, so che lo stai facendo per me... Ma ferma le ricerche, dubito che si farà trovare... Secondo Nicola sarà lui a tornare qui>> dissi io preoccupata. <<In queste settimane non sono riuscito a trovarlo... Ho perso tempo nell'iniziare le ricerche e gli ho dato modo di raggiungere il branco del padre... E' di nuovo al sicuro nel suo territorio, io posso fare ben poco adesso... Sono costretto a fermarmi, per ora>> ammise lui... I suoi occhi parlavano chiaramente, si sentiva in colpa. <<Ho preferito stare vicino a te e a nostro figlio, avrei dovuto prenderlo prima... Avrei dovuto staccargli la testa nel momento in cui ti ho trovata incatenata>> aggiunse subito dopo stringendo i pugni... Lo fermai, gli presi le mani impedendogli di farsi del male. <<Hai deciso di stare vicino alla tua famiglia, nessuno ti potrà dire niente per questo... Adesso occupati di noi, avremo altre occasioni per vendicarci>> dissi io... Avevo bisogno di averlo vicino, non ricordavo niente di quello che mi ha fatto Ethan, ho bisogno di lui in caso qualcuno venga a parlarmi, in caso vengano a chiedermi cosa è successo. <<Non posso lasciar perdere così, diventeresti un bersaglio per tutti... Però non posso neanche portare il branco in guerra, non contro di loro>> rispose lui, era come se non avesse sentito ciò che avevo detto... Si sentiva in colpa a tal punto da non voler sentire ciò che avevo da dire. <<Non ho detto di lasciar perdere... Solo non vendicarti adesso... Fermati, torna da noi e pianifichiamo insieme cosa fare con Ethan... Pianifichiamo insieme come stanarlo, come catturarlo... Prepariamoci meglio a ciò che dovremo fare, intanto io avrò modo di riprendermi e potrò aiutarti>> spiegai io... Speravo che capisse ciò che volevo dire, speravo che non fosse così stanco da ignorarmi... Andrea, però, piegò la testa, non capivo cosa stesse cercando di dirmi... Così cercai di provocarlo. <<Sei un Alpha, non devi abbassare la testa in quel modo>> lo rimproverai, sperando che l'ironia fosse palese. <<E' qui che ti sbagli... Forse non lo potrò fare davanti al branco, ma davanti a te si... Non ho segreti con te e sei l'unica da cui accetto una sgridata o qualsiasi altra cosa... Tu sei l'unica>> rispose lui in un sussurro... Non mi aspettavo una risposta simile. <<Non so cosa ti passi per la testa, ma devi riprenderti... Hai commesso un piccolo errore, può capitare... Adesso pensiamo a lavorare... Lavoriamo perché non ricapiti più>> dissi io spiazzata da quella confessione. Finalmente lui mi guardò negli occhi... Non disse niente, ma in quel momento non avevo bisogno di sentire nessuna parola... I suoi occhi parlavano, la sua era una silenziosa promessa... Mi stava promettendo che lo avremmo trovato, mi stava promettendo che lo avrebbe ucciso, che mi avrebbe protetta... Non avevo bisogno di niente, in quel momento.


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