capitolo 36

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Pov. Bianca

I giorni passavano e Ethan non usciva dal territorio del padre... Come aveva detto Andrea, non potevamo portare il nostro piccolo branco in guerra con loro... Avremmo sicuramente perso... Così ci limitammo a cercare un modo per farlo uscire, dovevamo far uscire il topo dalla sua tana... Ma era più difficile del previsto. Andrea cercava di passare più tempo con noi, pure pensando ad un modo per fare ciò che aveva promesso al branco... Io cercavo di aiutarlo il più possibile, il fatto che non ricordavo niente di quella settimana con Ethan mi aiutava a restare lucida. Passavamo la giornata con Ryan, che ormai restava sveglio più a lungo... Giocavamo con nostro figlio e, quando lui dormiva, ci chiudevamo nello studio a pensare a qualsiasi cosa potesse tornarci utile... A fine giornata il risultato era sempre lo stesso: tutte le idee erano inutili, almeno finché lui era al sicuro da suo padre. Dopo due settimane passate in questo modo, Andrea prese realmente in considerazione l'idea di portare il branco in guerra... Ovviamente io ed i suoi fratelli riuscimmo a farlo desistere, sarebbe stato un suicidio mettersi contro l'intero branco. Fu faticoso per tutti ammettere di non avere scelta se non aspettare una sua prossima mossa... Per fortuna non tardò ad arrivare... Ogni settimana arrivavano delle lettere, le trovavamo sotto la porta... In realtà arrivavano da quando ero stata dimessa dall'ospedale, ma non ho mai dato peso a quelle lettere... Farneticavano cose senza senso, in una lingua che non conoscevo... Mi ero ripromessa di farle vedere ad Andrea una volta che la situazione si fosse calmata, ma non credevo che avessero a che fare con Ethan... Almeno fino ad oggi.

Come ogni settimana di martedì, mi alzai prima di Andrea e andai a controllare la porta d'ingresso... La lettera era già li, ad aspettare... La presi e la lessi, speravo di riuscire a leggerla prima che Andrea si svegliasse, ma non fu così... Era appoggiato alla parete davanti le scale a fissarmi... Stava aspettando una spiegazione, ma non sapevo bene cosa dire vista la situazione. Sospirai ed alzai le spalle, non avevo niente da nascondergli... Volevo solo risolvere un problema prima di iniziare con un altro... Lui in risposta indicò con un cenno della testa la lettera che avevo in mano, attendendo spiegazioni. <<Non ho idea di chi le abbia mandate... Non c'è nessuna firma>> risposi io. <<Le? Vuoi dire che non è la prima?>> chiese lui sorpreso. <<E' da quando mi hanno dimessa che arrivano, puntualmente ogni martedì... Non fare quella faccia... Non era il caso di sommare altri problemi a quello che abbiamo attualmente>> risposi vedendo la sua faccia sempre più scioccata. Lui sospirò e mi prese la lettera dalle mani... Mi diede un bacio tra i capelli e andò nel suo studio... Non era arrabbiato, era sorpreso... Ma non sapevo dire se in positivo oppure in negativo... Così andai a prendere le altre lettere che avevo nascosto in un cassetto del comodino e glie le portai. <<Riusciresti a fare un breve riassunto delle precedenti lettere?>> mi chiese sistemandosi sulla sedia. <<Non c'è molto da dire... Sono scritte in una lingua che non conosco, non sono neanche riuscita a leggerle... Credo di aver capito qualche parola, ma non sono sicura>> risposi io, avvicinandomi a lui e passandogli le altre lettere. <<Iniziamo bene>> commentò grattandosi la testa.

Impiegò un'ora per leggerle tutte, o per meglio dire guardarle... Neanche lui era riuscito a capire cosa dicessero, non conosceva la lingua... In quell'ora Ryan si era svegliato, lo avevo fatto mangiare e lo avevo lavato... Adesso eravamo tutti e tre riuniti nello studio ad aspettare Nicola e Stefano, erano l'ultima speranza per poter capire quelle lettere. Quando arrivarono, spiegai loro la storia delle lettere, da quanto tempo arrivavano ed il fatto che non le capivamo... Ma sembravano non aver capito metà del discorso visto che iniziarono ad urlarmi contro che dovevo dir loro subito delle lettere... Andrea, d'altro canto, sembrava divertirsi della situazione. <<Siamo tutti d'accordo sul fatto che doveva avvisarci prima... Ora passiamo al motivo per cui siete qui... Sapete leggere questa lingua?>> chiese Andrea trattenendo le risate... Stefano continuò a guardarmi male, Nicola prese una delle lettere e iniziò a leggerla. <<Si, è una lingua abbastanza comune tra gli Alpha>> rispose Nicola continuando a leggere le altre lettere. <<Perché a me non è stata insegnata?>> chiese seccato Andrea. <<Perché c'eravamo io e Stefano in linea di successione prima di te... Non avevamo motivo di insegnartela... Non immaginavamo cosa sarebbe successo dopo>> rispose Nicola tranquillamente... Certe volte ho la sensazione che loro non riescano ad instaurare quel legame di cui Andrea ha bisogno... Sembra che Nicola cerchi sempre di tagliarlo fuori dalla sua vita, come se ne avesse paura. Andrea fece una risata amara, ma non rispose. <<Dicono più o meno le stesse cose... Minacciano di sterminare il branco per ciò che sappiamo... Minacciano la tua vita, quella di Ryan e quella di Bianca... Niente di cui stupirsi>> disse Nicola confuso. <<Però?>> chiesi io, notando quello sguardo confuso che non lo lasciava da ormai qualche minuto. <<Continuano a nominare nostro padre, continuano a dire che sapeva qualcosa e che per questo è stato ucciso... E ciò che lui sapeva sarà anche la causa della nostra morte... Ethan e suo padre sono convinti che sappiamo qualcosa, qualcosa che ha portato nostro padre alla morte... Ma cosa?>> disse lui, era palese che nessuno dei tre sapesse a cosa si riferisse Ethan. <<Che stai dicendo? Papà è morto combattendo contro un vampiro>> disse Andrea confuso. <<E' la storia che ci hanno rifilato per farci stare tranquilli... Ho fatto qualche ricerca ultimamente, non era un vampiro qualsiasi... Era stato assoldato da qualcuno per uccidere nostro padre... E queste lettere sono la conferma del mandante>> rispose Nicola, cercava di trattenere la rabbia, così come Stefano. <<Quando l'avete scoperto?>> chiese Andrea... Non riusciva a credere di essere stato tagliato fuori dai suoi stessi fratelli. <<Da un anno ormai... Non ci sembrava il caso di darti altri pensieri, stavi lavorando per poter permettere al branco di ricominciare in tutta tranquillità... In più Bianca non stava ancora bene>> rispose Nicola. <<Dovete smetterla di nascondermi le cose... Sono l'Alpha, che lo vogliate o no... Ho bisogno di sapere queste cose, se mai dovessero prendere l'argomento... Non mi è stata insegnata quella lingua, sono tagliato fuori da tutto ciò che riguarda la nostra famiglia... Non possiamo continuare così>> disse Andrea furioso... Si alzò di scatto, facendomi sobbalzare dalla paura. <<Voi due andate nella nostra vecchia casa, ricordo di aver visto dei diari di papà quando ero piccolo... Se proprio vogliono farci fuori, vorrei almeno sapere il perché>> aggiunse rivolto ai suoi fratelli, subito dopo fece un chiaro segno con la testa per farli andare via. Aspettai che uscissero da casa nostra prima di parlare. <<Pensi che troveranno qualcosa?>> chiesi. <<Ne dubito, quella casa è andata a fuoco>> rispose lui sedendosi vicino a me... Prese Ryan dalle mie braccia e se lo sistemò per farlo addormentare. <<Perché li hai fatti andare allora?>> chiesi confusa. <<Avevo bisogno di allontanarli per un po'... Devono capire che non possono più nascondermi certe cose>> rispose lui. Era una punizione per i suoi fratelli, non una richiesta vera e propria.<<Siamo tutti stanchi e stressati... Abbiamo bisogno di rilassarci... Che ne dici se ci mettiamo di nuovo a letto?>> proposi io, vendendo che continuava a massaggiarsi le tempie. <<Dico che è un'ottima idea>> rispose alzandosi... Non avevo ancora sistemato il letto, così Andrea si distese sotto le coperte, con Ryan alla sua sinistra. <<Vado a prendere il suo pupazzo>> dissi, ricordandomi che senza quello non riusciva più a dormire. Lui mi sorrise, iniziando ad accarezzare la testa di nostro figlio... Andai nella stanza del piccolo e presi il piccolo lupo che gli avevano regalato prima che nascesse, era il suo pupazzo preferito. Quando tornai in camera, Andrea si era già addormentato e Ryan cercava di prendergli la maglietta. Sorrisi a quella scena, in quel momento vedevo più chiaramente la mia famiglia, tutto ciò per cui stavo lottando... Mi distesi al fianco di Ryan e lo feci addormentare... Rimasi a fissare il mio compagno e mio figlio che dormivano, non credo possa esistere una scena più dolce di questa.

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