capitolo 9

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Pov. Andrea

Bianca alla fine mi accompagnò dal nostro medico, dovevo farmi vedere la spalla... Pensavo fosse semplicemente slogata, ma quel bastardo me l'ha rotta... Secondo il dottore, passeranno due settimane circa prima che i geni della licantropia sistemino totalmente la spalla... L'ha dovuta maneggiare un po' per rimettere a posto alcuni pezzi di osso, ma secondo lui non c'è niente di grave che merita un'operazione. Mi mise un tutore molto stretto per tenere tutto ben fermo... Per due settimane non potevo muovere la spalla sinistra... Ma il vero problema era l'aria compiaciuta di Bianca... Sembrava che fosse felice per questa frattura... L'ho veramente ridotta in questo stato? L'ho realmente indotta ad odiarmi in questo modo? La risposta era si ad entrambe le domande e dovevo necessariamente risolvere questa situazione... Così smisi di ascoltare ciò che diceva il dottore per pensare un modo per iniziare la conversazione senza farla incazzare... Ma la verità è che non esiste un modo per poterlo fare realmente... Così mi limitai ad aspettare il momento in cui saremmo rientrati a casa. Una volta dentro, io chiusi la porta mentre lei andava in cucina a pulire... Rimasi a guardarla per diverso tempo, poi mi decisi a parlare. <<Dobbiamo parlare>> dissi semplicemente... Di tutte le cazzate che avevo fatto, forse questa era la peggiore... Lei si irrigidì e si girò verso di me, aveva lo sguardo di fuoco. <<Parla allora>> rispose brusca lei. <<Non riesco più a sopportare questa situazione>> dissi io con un filo di voce. <<Allora avresti dovuto pensarci prima di dire quelle cose>> mi rimproverò lei. <<Lo so... E mi dispiace per tutto quello che ho detto>> ammisi io. <<Non ti sembra troppo tardi?>> chiese lei ritornando a ciò che stava facendo... No, non poteva essere troppo tardi... Non potevo sopportarlo... Se il nostro rapporto fosse finito così, avrei preferito la morte che vederla con altri uomini... Con i licantropi non sarebbe potuta stare, il nostro legame era scattato... Ma gli umani non percepiscono queste cose... Non potevo sopportarlo. <<Ho avuto il terrore che fosse troppo tardi, ma io ti chiedo scusa... Non pensavo veramente ciò che ho detto... Mi dispiace averti offesa>> dissi io... Mi sarei messo a strisciare come un verme se me lo avesse chiesto, ma volevo terminare qui quel litigio che ci stava distruggendo. <<Mi hai data dell'immatura, mi hai detto che ti sembra di parlare con una bambina... Ti aspetti che io ti perdoni così facilmente? Andrea mi hai umiliata>> mi rimproverò lei... Non seppi cosa dire... Abbassai la testa e chiusi gli occhi... Aveva ragione, l'avevo umiliata... Ringrazio di non averlo fatto davanti a nessuno del branco. <<Non ti chiedo di perdonarmi... Dubito che tu lo possa fare così presto... Ma voglio ugualmente scusarmi... Io non vedo le potenziali minacce come le vedi tu... Il trauma che hai subito ti ha aperto gli occhi su questo punto di vista e mi irrita sapere che io non ho la stessa capacità>> ammisi io. <<E ti auguro di non doverlo mai scoprire>> commentò con un filo di voce lei... Forse non lo voleva dire, ma io lo sentii ugualmente... E mi sentii sempre più un verme. <<Hai detto che è Allison a preoccuparti... La terrò d'occhio, se può farti sentire meglio>> dissi. <<Non è questo che mi fa stare meglio>> commentò lei. <<E cosa allora?>> chiesi esasperato... Cercavo un dialogo, ma lei si chiudeva sempre di più. <<Mi farebbe sentire meglio il fatto che, almeno per una volta, mi ascoltassi invece di assecondarmi... Mi hai chiesto di essere la Luna del branco, ma tu ti comporti come se non valessi niente... Non ti sei neanche degnato di dormire con me la notte in cui abbiamo litigato>> sibilò lei... Non l'avevo mai vista così arrabbiata. <<Certo che ho dormito con te>> risposi io. <<Non è vero... La tua parte del letto era intatta, così come le stanza degli ospiti... Non eri in casa quando mi sono svegliata... Dove diavolo eri?>> chiese lei furiosa... Sta scherzando? <<Sono venuto a dormire con te, ti ho stretta a me tutta la notte... Ho sistemato le coperte quando mi sono alzato perché sapevo che ti saresti incazzata ancora di più non vedendomi li e con la mia parte disfatta... Ho fatto così ogni mattina... Oggi volevo prepararti la colazione, per farmi perdonare>> dissi io... Il mio tono di voce stava iniziando ad alzarsi. <<Sai quanto mi importa della colazione>> bisbigliò lei... Ma il suo sguardo... <<Non mi credi>> dissi con una risata amara... Lei non mi credeva, non credeva al suo compagno. <<Tu non hai mai voluto credere a me... Perché io dovrei farlo?>> disse lei posando le cose che aveva in mando e superandomi... Nel farlo, mi diede una spallata... Ebbe almeno la decenza di farlo nella spalla sana... Poi sparì su per le scale. La dovevo seguire, non potevo terminare così quella conversazione... La trovai nel mio studio... Lei sa che non voglio che sistemi tutte quelle scartoffie che ho lasciato in giro... Ma non era li per sistemare... Stava tremando... Sapevo cosa avrebbe fatto, così mi avvicinai a lei e la strinsi a me. <<Mi dispiace, è tutta colpa mia>> le bisbigliai tra i capelli... La stringevo a me sempre di più, poi iniziò a piangere con la testa poggiata sul mio petto. Smise di piangere circa un'ora dopo, ma l'avevo spezzata... Lo vedevo, ne ero consapevole... Avevo spezzato quella sua anima da guerriera che era uscita fuori in quei tre anni... Non sapevo se l'avrei mai più rivista quella guerriera. <<Andiamo a distenderci un po' a letto>> dissi mettendole un braccio attorno alle spalle... Lei annuì e ci dirigemmo in camera nostra... Lei si cambiò velocemente, io feci molta fatica a causa del braccio bloccato... Lei vide che stavo faticando, così venne ad aiutarmi... Dopo essermi messo una tuta ed essermi disteso, lei si distese alla mia destra e poggiò la testa sul mio petto. <<Mi dispiace>> continuai a ripetere, finché alla fine non si addormentò.

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